Pagine

Wednesday, April 11, 2012

I mercati bocciano i "compiti a casa" di Monti

E' il primo "Black Tuesday" dell'era Monti: Piazza Affari ha lasciato sul terreno il 5% (maglia nera in Europa) e lo spread ha superato i 400 punti per la prima volta dall'inizio di febbraio. Da giorni lo spread era tornato a schizzare in alto, ma non ad occupare le aperture dei tg e delle pagine online dei grandi quotidiani. Con Berlusconi al governo, ogni punto in più bastava a provocare una nuova e sempre più alta fiammata dello psicodramma nazionale, mentre ogni punto in meno non veniva nemmeno rilevato; con Monti ogni punto in meno giustifica squilli di trombe, mentre le risalite vengono taciute finché è possibile, altrimenti, come in questo caso, parte la caccia alle variabili esogene.

Ma come per Berlusconi, anche per Monti è innegabile che siano anche fattori endogeni a non consentirci di sganciarci una volta per tutte dalla prima linea della crisi dell'Eurozona. Ieri fu la bocciatura della manovra di luglio dell'ex ministro Tremonti da parte dei mercati a innescare l'inarrestabile ascesa dello spread; oggi è l'annacquamento della riforma del lavoro a denotare, ancora una volta, l'impossibilità di realizzare vere riforme nel nostro Paese, quindi la scarsa credibilità del sistema Italia.

Come se non bastasse, il sottosegretario Giarda e il viceministro Grilli confermano che il governo non ha alcuna intenzione di tagliare la spesa pubblica - la spending review servirà solo a rendere sostenibile il livello attuale, non a tagliare spesa e tasse - né di abbattere lo stock del debito con le privatizzazioni.

Se la primavera del 2013 è l'orizzonte politico su cui può contare Monti, la sensazione è che i mercati siano molto più impazienti. Mesi, se non settimane, per dimostrare che l'Italia è capace di riformare se stessa. L'autorevolezza di Monti e gli aiuti della Bce ci hanno fatto guadagnare tempo prezioso, ci hanno fatto arrivare ai supplementari, ma adesso stanno scadendo anche quelli e il pareggio non è un opzione.
LEGGI TUTTO su L'Opinione

1 comment:

Anonymous said...

A questo punto, bisogna pensare che l'obiettivo reale del governo tecnico (ma non imbecille) sia la decrescita irreversibile, il declino accellerato (controllato?) del Paese.
Un'Italia impoverita, frustrata, agonizzante.
Per metterla in vendita?
Un'Italia molto svalutata da poter essere acquistata a prezzi quasi stracciati...
Da chi e perchè?
Oppure, sono così imbecilli che ci metteranno inconsapevolmente nella condizione di essere rovinati e svenduti?