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Thursday, April 26, 2012

Lo strano amore del Pdl per Hollande

Il presidente del Senato Schifani l'ultimo, Sandro Bondi il primo, ma all'indomani del primo turno delle presidenziali francesi molti esponenti di primo piano del Pdl, nonché alcuni giornali di centrodestra, hanno commentato con ostentata soddisfazione la parziale sconfitta di Sarkozy, leggendovi una sonora bocciatura delle politiche rigoriste imposte da Berlino e dall'Ue, con l'avallo del presidente francese, ai Paesi eurodeboli. Il 64% degli elettori, calcolava un parlamentare Pdl, ha votato contro la Merkel e l'Ue, mentre i "collaborazionisti" Sarkozy e Bayrou si sono fermati al 36%. Da una parte il Pdl polemizza con il Pd esortandolo a non entusiasmarsi troppo, perché «la partita è ancora aperta», dall'altra gode delle disgrazie di Sarkozy, e pazienza se significa flirtare con le posizioni critiche di socialisti (Hollande), nazionalsocialisti (Le Pen) e persino comunisti (Mélanchon). Un atteggiamento schizofrenico che la dice lunga sullo smarrimento politico-culturale del Pdl.
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