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Tuesday, July 31, 2012

Ori cinesi, non c'è da fidarsi

Prendetevi l'oro, ma non pensate di darcela a bere. Ye Shiwen, una ragazzina cinese di soli 16 anni, 172cm di altezza per 64kg, ha polverizzato il record mondiale dei 400 metri misti nuotando, nell'ultima vasca, più veloce di Lochte e Phelps. No, non ci crede nessuno. Di 4 minuti, 28 secondi e 43 decimi il suo tempo, inferiore di ben 1 secondo al record precedente stabilito a Pechino nel 2008. Ed è stupefacente che in un solo anno di "allenamenti" la nuotatrice cinese abbia migliorato la sua performance ai mondiali di Shangai dello scorso luglio di ben 7 secondi. Ma sono in particolare i suoi ultimi 50 metri di gara a insospettire. Dopo una serie di vasche a tempi eccezionali, ma comunque da finale olimpica, nell'ultima a stile libero è come se avesse acceso il turbo: 28" e 93, più veloce di 17 decimi rispetto all'ultima frazione di Ryan Lochte, oro nei 400 misti maschili con il secondo miglior tempo della storia, e di 8 decimi rispetto a Phelps.

Non so grazie a quale diavoleria, e i test antidoping potrebbero fallire nel rintracciarla, ma con il controllo totale esercitato dallo Stato sulla vita degli atleti in Cina, fin dalla tenerissima età, ci può stare di tutto: dal doping alla manipolazione genetica. E i laboratori cinesi sono tecnologicamente in grado di sfornare sostanze innovative, "invisibili", capaci di farsi beffa dei più scrupolosi controlli.

Insomma, c'è da sperare che Ye Shiwen abbia per difetto genetico mani e piedi palmati, sarebbe di gran lunga l'ipotesi migliore per lei. Tra l'altro, non c'è solo il suo caso. Anche in altre discipline i distacchi tra gli ori cinesi e gli atleti di tutte le altre nazioni sono un po' troppo spesso impressionanti, ma ormai ci siamo così "assuefatti" che non destano il minimo sospetto: i cinesi sono su un altro pianeta, si gareggia per l'argento.

Certo, la Cina è un continente, ha una popolazione di 1,5 miliardi di persone, quindi un bacino enorme a cui attingere per trovare fenomeni della natura e trasformarli in campioni straordinari. Ma la Cina, come altri sistemi totalitari in passato, ha anche una lunga storia di doping: 40 casi in 20 anni. E recentissima, soprattutto nel nuoto: 12 medaglie su 16 ai mondiali del 1994, ma l'anno dopo, ai giochi asiatici del 1995, 7 nuotatori cinesi risultano dopati, la squadra è decimata e ad Atlanta '96 arriva solo una medaglia d'oro. Ancora nel 2009 5 casi positivi e lo scorso marzo positiva anche la nuotatrice sedicenne Li Zhesi.

Ci sono i precedenti inquietanti della Ddr e dell'Urss, a cui per decenni è stato consentito di ingannare il mondo nonostante il trucco fosse sotto gli occhi di tutti, senza bisogno di chissà quali test. Molte atlete hanno avuto la vita segnata dalle tempeste ormonali a cui sono state sottoposte. Il sistema politico cinese è del tutto simile: vive di propaganda nazionalista, è totalmente privo di trasparenza in ogni ambito e calpesta i diritti umani elementari.

Nei Paesi occidentali non mancano casi di doping, anche clamorosi, ma lo sport si pratica spontaneamente, su iniziativa privata e individuale, può essere più o meno incentivato dalle autorità pubbliche ma è parte integrante del nostro stile di vita. E infatti ogni nazione ha i suoi sport di "eccellenza". Al contrario, in Cina l'eccellenza sportiva viene pianificata dallo Stato, migliaia di bambini vengono prelevati dalle loro famiglie, con la scusa di strapparli alla miseria, e inseriti nei programmi statali per farne un esercito di atleti. Sarebbe forse meno scandoloso del doping se, come purtroppo viene denunciato, i giovani campioni cinesi fossero il frutto di pratiche di allenamento massacranti, più simili alla tortura e allo sfruttamento di minori?

2 comments:

Johnny 88 said...

La tizia in questione ricorda sicuramente gli androgini della DDR e dell'URSS e fin qui non ci piove. Però mi sembri troppo assolutorio con le potenze occidentali. Gli Stati Uniti hanno anche loro una lunga storia di casi di doping clamorosi, di coperture della federazione, addirittura di morti (vedi Florence Griffith Joyner). Insomma, che siano proprio loro ad alzarsi sul pulpito fa un po' sorridere perché se mi metto ad elencare i casi di doping a stelle e strisce non finisco più. E sempre sul fronte occidentale vogliam parlare della Spagna? No, vogliamo?

Anonymous said...

"bambini vengono prelevati dalle loro famiglie, e inseriti nei programmi per farne un esercito di atleti"

curioso, sembra di sentire enunciare l'attuale politica del nuoto degli Stati Uniti