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Friday, January 11, 2013

La storica goleada del Cav a casa Santoro

A prescindere da come la pensiate su Berlusconi persona e politico, e sul suo operato, ciò che è accaduto ieri sera da Santoro a Servizio pubblico merita alcune considerazioni. La questione non è quanti voti Berlusconi ha spostato con ciò che ha detto o fatto, per come ha letteralmente sbaragliato i suoi inquisitori di sempre. Non si tratta della performance in sé, o di capire se i suoi argomenti politici e le sue proposte sono particolarmente convincenti, ma del "racconto", della "narrazione" mediatica che potrebbe aver innescato: quella di una clamorosa rimonta. Non sempre in tv conta il merito di ciò che si dice, e anche negli Usa chi vince i dibattiti tv non sempre vince le elezioni. Ma un evento televisivo come quello di ieri sera è in grado di cambiare il corso, la storia di una campagna elettorale. Se comincia a diffondersi l'idea che alla fine Berlusconi resta l'unica vera alternativa alla sinistra, e che può farcela quanto meno a fermarla, insomma che non è finito, che è ancora vivo, ecco che la competizione si bipolarizza e i voti cominciano ad arrivare.

L'elemento di fondo che sta permettendo a Berlusconi di resuscitare - elettoralmente, se non politicamente - è, come ripeto da mesi, l'assenza di un'offerta politica di centrodestra chiaramente alternativa alla sinistra. Optando per un'operazione centrista, Monti e i suoi scudieri hanno lasciato al Cav una prateria: milioni di elettori sì delusi, anche imbufaliti, che ovviamente vanno riportati ai seggi, e non sarà facile nemmeno per Berlusconi, ma sui quali al momento non ha concorrenti se non, appunto, la delusione e la rabbia.

Due circostanze ieri sera hanno aiutato Berlusconi a ottenere un vero e proprio trionfo mediatico. Anche a Santoro interessava attaccare Monti. Al quale è stato riservato un vero e proprio trattamento "a sandwich": ogni spunto, sia dai servizi che dalle domande in studio, offriva un'occasione per biasimare il governo tecnico. Inoltre, come ha ammesso lo stesso Santoro, perdendo la testa sul finire della puntata, l'accordo era che non si sarebbe entrati nel merito dei processi. Questo ha favorito Berlusconi non tanto per l'imbarazzo dell'argomento, ma perché Santoro e la sua banda si sono dimostrati del tutto incapaci, perché non allenati, a impostare una trasmissione sui temi economici. Sono troppo ignoranti, nel senso che ignorano come funziona l'economia e quindi si sono bevuti qualsiasi cosa dicesse il Cav.

Quanto spuntati erano i loro artigli lo si è visto nella fallimentare strategia di tentare di inchiodare Berlusconi sull'Imu. Se c'è una promessa che Berlusconi ha mantenuto, una delle poche, e che gli italiani ricordano bene, è quella dell'abolizione dell'Ici sulla prima casa. Insomma, è il suo cavallo di battaglia. E su questo terreno le presunte contraddizioni sono dettagli: l'Imu ipotizzata dal governo Berlusconi avrebbe comunque risparmiato la prima casa e nel dicembre 2011 il Pdl ha dovuto votare quella di Monti, ha dovuto ingoiare il rospo, perché il governo si era appena insediato ed eravamo in piena emergenza.

La trasmissione inizia come un incontro amichevole. Perfida la clip della discesa in campo, da cui emerge che in vent'anni di Belusconi in politica non è cambiato nulla, i problemi sono sempre gli stessi, e una buona stoccata di Santoro quando obietta che tanto non otterrà una maggioranza più grande di quelle già avute e con cui non ha saputo fare granché. Per il resto Berlusconi riesce sempre a spostare le domande sui temi che vuole, su cui ha un copione già scritto e recitato più volte. Clamoroso assist l'ormai famosa scenetta, riproposta da Santoro, della Merkel che aspetta spazientita che Berlusconi finisca una telefonata (con Erdogan). Oggi quella "scortesia" potrebbe essere assai popolare. In generale dal dibattito emerge un Berlusconi che quanto meno ha provato a tenere testa alla Merkel e alle banche tedesche, con Santoro e le sue vallette mai in grado di incalzarlo sulle cose non fatte. Il Cav non poteva chiedere di meglio. E' in palla, autoironico e sorridente, domina la scena.

Ma il colpo di scena, e del ko per la coppia Santoro-Travaglio, arriva nell'ultima parte della trasmissione: la «letterina» di Berlusconi a Travaglio è una trovata geniale, un gol in rovesciata, "er cucchiaio" di Totti. Prima di tutto, si siede ad un'altra scrivania dopo quella di Vespa, stavolta quella del "nemico" Santoro. Poi, ricorda che Travaglio è diventato ricco grazie a lui («sono il suo core business»), se non fosse che ha dilapidato i guadagni in una decina di condanne per diffamazione («diffamatore seriale»). Il metodo Travaglio contro Travaglio è non solo un "chi di spada ferisce" eccetera, ma anche un'esilarante parodia.

Tanto che alla fine Santoro non ne può più, probabilmente si è trattenuto per tutta la puntata, e sbrocca, perde il controllo: non dà la mano a Berlusconi che si alza sorridente, si smarca, è furioso, lo accusa di non aver rispettato gli accordi... Fermi, un momento, quali accordi? Svela a 8,5 milioni di telespettatori, al suo pubblico, che l'accordo era di non entrare nel merito di processi. I suoi fan non devono averla presa bene: ma come, hai Berlusconi in studio e non gli chiedi conto dei processi? «Per un giornalista una condanna per diffamazione è ordinaria amministrazione», si fa scappare Santoro in versione avvocato di Travaglio. Berlusconi si rivolge al pubblico in studio e segna ancora: «Mi hanno votato dagli 11 ai 13 milioni, tutti coglioni?». Sììììì, gli rispondono in coro i cretini. Santoro è cotto: «Chiudiamola qui». E' la resa, è spossato, la trasmissione è finita, ora le vignette di Vauro («il mio angolo di comunismo in terra»): «La saluto». Ma Berlusconi lo irride ancora: «Mi sto divertendo vedendo com'è in difficoltà lei». E scherza: «Gli scommettitori inglesi avevano quotato che me ne sarei andato via prima, e a quale minuto, invece è lui che se ne va da me, non sono io che me ne vado da qui». Si alza, si danno la mano. Poi passandogli dietro le ultime due battute, beffarde. A Santoro: «Faccia buoni ascolti». E al pubblico: «Ragazzi, non fatevi infinocchiare».

Probabile che non basterà al Cav per resuscitare politicamente, ma una soddisfazione se l'è tolta. E noi pure: vedere Santoro-Travaglio al tappeto.

2 comments:

Cachorro Quente said...

L'autogol era inevitabile, d'altra parte il modello televisivo giornalistico di Santoro è perfettamente funzionale alla comunicazione berlusconiana (non per niente fu costretto a passare a Mediaset, ai tempi di Moby Dick).

La soddisfazione di vedere Santoro e Travaglio al tappeto invece lascia il tempo che trova, intanto perchè qualunque persona dotata di buon senso si può rendere conto di quante balle abbia raccontato Berlusconi (e non c'è nulla di più italiota di ammirare un bugiardo di successo), e poi perchè Santoro ha avuto esattamente quello che voleva, cioè 9 milioni di spettatori. Avesse fatto un programma con un contraddittorio serio (non i monologhi di Travaglio, ma un giornalista che faceva domande incalzanti), magari metteva Berlusconi in difficoltà, ma perdeva per strada tutto il pubblico meno attento.

Anonymous said...

Non so se a Lei pare, ma la NOTIZIA di oggi è che la BundesBank ha cominciato a rimpatriare tutto il suo oro dalla Fed di NY e dalla Francia del declinante Hollande.

Se le banche centrali cominciano a non fidarsi più tra di loro, perché mai dovremmo ancora fidarcene noi?

End the Fed!!!