Pagine

Tuesday, January 03, 2006

Affidarsi al diritto conviene

Questa volta ad Angelo Panebianco (un pericoloso laicista?) l'occasione per un richiamo a non confondere fra moralità e legalità non viene dalle posizioni della Chiesa su un qualche tema eticamente sensibile (quale non lo è?), ma dalle vicende di Fiorani, Consorte, Unipol e Ds. Non confondere fra diritto e morale, fra reato e peccato, rimane una regola aurea non tanto e solo della laicità dello Stato ma della democrazia stessa.
«Le leggi non sono i dieci comandamenti, sono solo laicissimi (e imperfetti) strumenti di regolazione dei rapporti sociali. Se si attribuiscono contenuti etici alle leggi si finisce nello Stato etico. Il ladro va perseguito non perché il suo sarebbe un comportamento "immorale" (questi sono fatti suoi, riguardano solo la sua coscienza). No, va perseguito perché ci conviene, perché se il furto non venisse scoraggiato il sistema di rapporti sociali grazie al quale campiamo si disgregherebbe. Se si distingue fra legge e morale, la sfera pubblica evita di essere investita da pericolosi imbarbarimenti: si rispetta di più la presunzione di non colpevolezza e si evitano i linciaggi morali. La società moderna, e anche la democrazia, vivono di queste distinzioni. Azzeratele e non avrete più né l'una né l'altra».

1 comment:

Anonymous said...

Giusto ma non preciso. I dieci comandamenti sono leggi come le altre. Le dieci leggi fondamentali sono servite a regolare la vita di seicentomila, (poco piu', poco meno), ex schiavi, usciti dall' Egitto, e continuano tuttora a regolare la vita di gran parte dell'umanita'. La morale non aveva alcun ruolo allora, solo la funzione giuridica l'aveva e continua ad averla. Non e' un caso che non esista una sola delle dieci leggi, (tranne la prima, ovviamente), che non abbia il corrispettivo nei codici di ogni paese occidentale. Sara' di qualche utilita' ricordare che nell'ebraismo non vige il concetto di "morale", ma quello di rispetto della legge, con la "l" maiuscola o minuscola, secondo le preferenze. Il concetto di "morale" e' stoico e romano. Queste differenze teoriche dovrebbero essere presenti a chi tiene ad ancorare la civilta' occidentale alle radici giudaico-cristane. Differenza e' ricchezza, e bisogna averla presente nello scrivere e nel pensare. Direi soprattutto per i giornalisti.

Omnia munda mundis.