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Wednesday, January 11, 2006

La dura battaglia delle idee

La storia ha dimostrato che le idee contano più di chi paga per promuoverle nel conquistare i cuori e le menti. Reuel Marc Gerecht, sul Washington Post, difende le operazioni di propaganda americane volte a sostenere con centinaia di milioni di dollari della Cia la pubblicazione di libri, periodici, giornali, radio, sindacati, gruppi di giovani e donne, studenti, fondazioni accademiche, intellettuali e giornalisti che credono nelle idee che l'America ritiene degne di essere sostenute.

Oggi gli Stati Uniti conducono un'enorme quantità di operazioni, coperte o meno, a sostegno di iniziative editoriali come già durante la Guerra Fredda la rivista inglese Encounter o la Radio Free Europe-Radio Liberty, probabilmente il maggiore successo nella storia del soft power americano.
«Does anyone seriously believe that the French intellectual giant Raymond Aron was compromised by regularly writing for this publication or for French magazines also funded by the CIA? Regardless of whether Aron or others at Encounter might have suspected that their checks were cut by the U.S. taxpayer, are their insights and reporting any less relevant and true? A historian looking at Radio Free Europe-Radio Liberty when it was subsumed within the CIA would probably find it hard to suggest that it was less truthful or more subject to political manipulation than today's Radio Liberty...»
Contrariamente a quanto si ritiene, il finanziamento della Cia a progetti di "propaganda" intellettuale non implica alcun controllo o manipolazione del prodotto finale. Sta in questo la differenza con la propaganda sovietica. Gli Stati Uniti si limitavano a sostenere finanziariamente intellettuali e imprese editoriali dalle comprovate idee liberaldemocratiche e anticomuniste. Bastava il propagarsi di quelle idee, mentre i sovietici ricorrevano a pesanti manipolazioni e campagne di disinformazione. Dopo la Seconda Guerra Mondiale queste operazioni coperte riguardarono anche l'Europa occidentale al fine di porre argine all'influenza della propaganda sovietica e dei partiti comunisti europei, ma non hanno danneggiato o ritardato la crescita di una stampa libera e d'inchiesta, l'hanno anzi aiutata.

«L'ammnistrazione Bush non dovrebbe rinunciare a incrementare alle operazioni di propaganda coperta in Iraq e in ogni altra parte in Medio Oriente. La storia nell'ultima grande guerra delle idee è decisamente dalla sua parte».

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