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Friday, January 27, 2006

Panebianco e lo "scandaloso" anticlericalismo radicale

Panebianco è tornato, ieri sul Corriere, sullo «storico» anticlericalismo radicale, che a suo avviso oggi, accentuato a scapito di altri aspetti, rischia di impedire ai radicali di «poter svolgere, in un eventuale processo di aggregazione della sinistra, quel ruolo di protagonisti che la loro storia legittimerebbe». La «laicità», scrive, non consiste nell'imporre la «"neutralizzazione politica" delle scelte religiose e il silenzio della Chiesa sulle grandi questioni di etica pubblica». Ma chi lo nega? Non si vuole imbavagliare la Chiesa. Massima libertà d'espressione, persino di partecipazione del clero alla politica, ma senza privilegi concordatari e 8 per mille da far impallidire i finanziamenti pubblici di partiti e sindacati. C'è in gioco la «clericalizzazione» della politica e la «parastatalizzazione» della Chiesa. Proprio oggi, con la fine dell'unità politica dei cattolici e la Chiesa che interviene direttamente per ciò che le sta a cuore, s'impone il superamento del concordato di un'epoca passata.

Rimuovere l'anticlericalismo, «se non altro, perché si antagonizzano i cattolici», suggeriva Panebianco. In Italia, negli anni '50, ricorda Pannella, si diceva da parte comunista che «non si riesce a governare se non siamo scelti dalla Chiesa e dalla Dc. Se facciamo polemiche troppo gravi li compattiamo, le loro differenze non esplodono». Retaggio togliattiano che mette facilmente d'accordo oggi ex comunisti ed ex democristiani di sinistra nell'accantonare le scelte laiche e liberali.

Ne era forse già consapevole Benedetto Croce, quando, in una lettera del 27 luglio 1949, scrisse: «Il fatto nuovo è la situazione politica formatasi in Italia, che ha permesso ai clericali d'impadronirsi di gran parte della vita pubblica e tra l'altro del governo della scuola, portandovi quell'ingordigia e quelle altre attitudini onde Ludovico Ariosto aborriva i preti e che il Machiavelli e lo stesso Guicciardini confermavano in gravissimi e perpetui giudizii. Né c'è da contare sull'opposta parte che si dice comunistica (...) perché essa si è messa sempre d'accordo coi suoi concorrenti, quando si trattava di avvilire il pensiero laico italiano, e non aspira ad altro che a collaborare con essi a questo intento».

Panebianco assume verso lo "scandaloso" anticlericalismo radicale lo stesso riflesso di ex comunisti ed ex democristiani di sinistra. Ma se, come ha scritto, il partito democratico «non potrà nascere semplicemente dalla confluenza fra ex comunisti ed ex sinistra democristiana», sembra un controsenso fare proprie le critiche che essi rivolgono, per condannarlo alla marginalità, a Pannella, definito «il più coerente» di quegli «anticomunisti democratici» che «occorre che dell'eventuale partito democratico facciano parte a pieno diritto».

2 comments:

Nico Valerio said...

D'accordissimo, anche perché - diciamolo, noi che conosciamo bene i Radicali - si stanno comportando in modo, come dire, nient'affatto... radicale (come oggi si usa dire, al posto di "estremistico").
Il laicismo non è un'esagerazione, un estremismo, ma è alla base stessa, all'origine storica, del liberalismo. Hai citato Croce e potremmo citare un centinaio di famosi liberali, da Cavour in poi.
Ma questo non entra in testa: a tal punto sembra aver vinto il luogo comune che vede nei liberali nient'altro che dei generici "moderati". Eh no, non ci siamo proprio.
Hai tutto il mio appoggio. Il mio blog liberale Salon Voltaire, che ora si affianca alla Newsletter con lo stesso nome che esce da 2 anni, considera il laicismo un punto fondamentale del liberalismo.

Anzi, stavo pensando: che ne diresti di riunire in una catena di collegamenti, un BLOG-NET LIBERALE (ma liberale davvero, non come certi blog conservatori su Tocqueville...)la dozzina di blog che rispondono ai requisiti minimi del liberalismo? Sarebbe divertente vedere quanti ne restano fuori, nonostante che si riempiano la bocca di "liberalismo".
E lo stesso si dica dei giornalisti.

http://salon-voltaire.blogspot.com/

JimMomo said...

Contento che sei d'accordo.
Sarebbe divertente l'esperimento che proponi, ma rischia di divenire identitario. Teniamoci in contatto.

ciao