Del Dalai Lama, della sua prossima visita in Italia, neanche ne parlano gli esponenti di governo, quasi ci fosse una specie di consegna del silenzio. Nemmeno Emma Bonino, che finora ha accuratamente evitato (o a cui è stato risparmiato) l'argomento durante le interviste settimanali a Radio Radicale. «Spero e credo che Emma, se potrà, incontrerà il Dalai Lama», ha dichiarato Pannella al Corriere, rivelando a nostro avviso un'incertezza critica nei confronti della Bonino.
Nell'intervista di ieri, invece, rispondendo indirettamente a Filippo Facci, che sul Giornale notava il suo «silenzio assoluto» su una visita di cui si parla da settimane, Emma si è rifatta viva, assicurando di sfuggita che certo, «vedrà» il Dalai Lama partecipando a un convegno. Bene, ma ci saremmo aspettati che in questi giorni la Bonino come ministro ponesse a Prodi e a D'Alema la questione di un incontro con il Dalai Lama.
Nel lontano 1994 Bonino e Pannella fecero l'impossibile (di cui sappiamo i radicali essere capaci) per far sì che Berlusconi incontrasse il Dalai Lama (incontro previsto nell'accordo formale tra il Governo e i Riformatori), alla fine riuscendovi. Nel novembre 2003, dalle pagine del Riformista, la Bonino esortava Berlusconi a ricevere di nuovo il Dalai Lama, perché «non si può essere determinati a difendere i diritti umani soltanto ai convegni della domenica». Questa esortazione, come minimo, ce la saremmo aspettata anche oggi all'indirizzo di Prodi e D'Alema, ma cominciamo a temere che il "Dalemone" ci abbia visto giusto quando, per neutralizzarla, ha voluto per Emma il Commercio Estero, che si è rivelato una vera e propria camicia di forza. L'impressione è che Prodi non si osi disturbarlo, così come non fu disturbato quando promise a Pechino di appoggiare la richiesta di revoca dell'embargo Ue sulle armi alla Cina.
Pannella almeno, intervistato nei giorni scorsi dal Corriere, una richiesta l'ha inoltrata a Palazzo Chigi, spiegando come l'incontro sarebbe una posizione «prudente, ragionevole e responsabile» da parte del Governo italiano. Anche la direzione di Radicali italiani ha chiesto ufficialmente a Prodi e Bertinotti di ricevere il Dalai Lama. Il ministro Bonino no.
Neanche Papa Benedetto XVI - interrompendo così una lunga tradizione di udienze concesse al leader tibetano - riceverà il Dalai Lama. Eppure, a fine ottobre fonti vaticane avevano confermato "off record" che Tenzin Gyatso avrebbe visto il Papa il 13 dicembre. Restava solo da dare l'annuncio ufficiale. Poi l'inaspettato dietro-front. Cos'è accaduto nel frattempo?
Ventiquattr'ore dopo la diffusione delle voci, il Ministero degli Esteri cinese avvertiva che l'udienza sarebbe stata considerata «un'offesa» a Pechino. «Speriamo che il Vaticano non faccia niente per danneggiare i sentimenti del popolo cinese», ammoniva il portavoce Liu Jianchao, aggiungendo che era il momento per la Santa Sede di «mostrare la propria sincerità adottando iniziative concrete per migliorare i rapporti con la Cina».
Ecco a cosa è servita la decisione del Papa di non ricevere il Dalai Lama: a spianare la strada all'ordinazione di padre Giuseppe Gan Junqiu, da ieri il nuovo vescovo di Guangzhou, con l'approvazione sia del Vaticano che della conferenza episcopale cinese, controllata dal governo di Pechino. Lo ha scritto ieri il quotidiano di Hong Kong South China Morning Post, citando una «fonte informata» del governo cinese.
Due settimane fa una delegazione della Santa Sede guidata dal vicesegretario di Stato Pietro Parolin avrebbe incontrato alti funzionari cinesi a Pechino. La cerimonia di ordinazione, secondo il quotidiano, sarebbe stata in precedenza programmata per novembre, ma poi rinviata per attendere le decisione del Vaticano su un eventuale incontro tra il Dalai Lama e Papa Benedetto XVI. Che non ci sarà.
3 comments:
Dire che la Bonino ministro sia una delusione sarebbe inesatto. Da molto tempo gli osservatori attenti avevano smesso di avere fiducia nel suo coraggio e carica rinnovatrice. Almeno dall'indomani delle europee del 1999, quando fece atto di contrizione a Pannella per avere preso il 9%. Rimediarono gioiosamente l'anno dopo, prendendo il 2.
Accetto di più il silenzio del Papa che può sempre dire che l'ha fatto per non creare altri problemi ai cinesi cristiani...
ma la Bonino è stata zitta per non creare problemi ai contratti italiani...
VERGOGNA!!!
Il Dalai Lama non ha chiesto nessun incontro alla Bonino, ma questo è un dato ovviamente da tralasciare, altrimenti verrebbe meno tutta l'impalcatura di demenzialità messe in piedi dal titolare di questo blog.
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