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Saturday, June 18, 2005

Che fare? Cronache dall'Ergife dopo la batosta referendaria/2

Soprattutto se avete letto Il Foglio stamani, vi immaginate musi lunghi o radicali sull'orlo di una crisi isterica. Vi sbagliate di grosso. Né pecorelle smarrite terrorizzate dall'assalto delle legioni di Ratzinger. C'è voglia di ragionare, non sempre ci si riesce, perché la tentazione di sentirsi analisti del voto è forte, come l'istinto di tornare a ribadire le proprie ragioni come se la campagna elettorale non fosse ancora finita e si votasse di nuovo domani. Ma l'immagine sciatta che oggi Annalena Benini ha rappresentato dell'assemblea radicale racconta più di lei che dei mille. La signorina si presenta all'Ergife di buon ora, con ancora i segni del cuscino sul viso, sta un paio d'ore, si distrae, si guarda in giro, s'intrattiene al bar, capta le frasi che le servono per il ritratto e il gioco è fatto.

No, c'è voglia di ragionare. Si capisce subito che "che fare" nessuno lo sa di preciso, ma tutti sanno che è importante esserci, perché tutti sanno confusamente che qualcosa si apre e non si chiude. La legge 40 è lì così com'è e modificarla non è affare radicale, ma c'è un fronte transnazionale da aprire, un "terzo stato" da aggregare, una laicità da rielaborare e da annodare con la religiosità. C'è uno «scisma sommerso» semplicemente da «volgarizzare». Senza concedere i massimalismi e i relativismi alla Zapatero con i quali a Ferrara fa comodo dipingerci.

Ci sono valori da presentare come alternativi, quello che i referendari, nella loro generosità, non hanno saputo fare durante la campagna:
«... ci si è invischiati nei cavilli tecnici della legge, incarogniti in disquisizioni filosofiche e religiose. Quanto più i referendari cercavano di erudire il pubblico, tanto più sbiadiva il senso politico del voto, tanto più gli astensionisti avevano gioco facile nel dimostrare la complessità della materia. Risultato: questione indecidibile. Non l'erudizione porta gli elettori alle urne, ma il loro vissuto, valori alternativi. Siamo cinici: finché siamo sani chissenefrega se la ricerca trova o no le cure, se migliaia di coppie sterili non possono avere figli, di cos'è l'embrione. Per noi una legge non si può permettere di imporre un'etica, punto. Non tolleriamo lo Stato che giudica le scelte di coscienza, che interviene sulla libertà/responsabilità individuale di medici, scienziati, pazienti, e sul concetto di famiglia. Volevamo una cosa, ma ne spiegavamo altre».
I Ds, la Pollastrini e Turci, hanno fatto il loro dovere: temi della bioetica nel programma dell'Unione (non l'otterranno mai ma era bene chiarirlo), argine alla deriva neo-centrista e moderatista nella coalizione. Insomma, l'impressione è che di Rutelli i Ds ne abbiano le scatole piene, ma i fatti dimostrano che per vincere nel 2006 sono tutti disposti a ingoiare rospi. Però gli sparigliamenti continueranno e chissà se ci sarà uno spazio per una unione laica delle forze. Peccato che dal centrodestra si sono dileguati con la sconfitta, credono davvero di non pagar dazio fra i loro?

Malvino, lui al solito le idee chiare le ha:
«Mettiamoci d'accordo, va: continueremo a dirci che avevamo ragione – l'avevamo, l'abbiamo, per quel poco che può significare "avere ragione" quando le cose ti dànno torto (e ho detto "cose" perché le cose riempiono la cronaca, e i fatti la storia) – continueremo insomma a fare la campagna referendaria a posteriori per convincere gli astensionisti che ancora macerano nella loro pessima buonafede su quanta bua abbiano fatto alla democrazia – oppure ci decideremo a capire che l'embrione era il capitolo introduttivo?
(...)
Ma sarà il caso, prima delle considerazioni su cosa davvero sia stata questa tre-giorni all'Ergife, che essa giunga alla fine».
Scambio due chiacchiere con Nicola che m'informa che mentre parliamo all'Ergife «il codice di diritto canonico diventa l'unico vero diritto comunitario direttamente applicabile...» (continua).

Domani, forse, anche il tempo per una sfida a calcetto.

5 comments:

Anonymous said...

Per me capire che la maggioranza degli Italiani è a favore della Legge 40 sarebbe un buon passo.

Ciao!

Anonymous said...

Ho idee profondamente diverse dai radicali ma rispetto per il loro impegno. Detto questo sono allibito dalla poverta' di analisi di tutti i giornali italiani, che dopo essersi schierati come non mai (ho 41 anni, mai ho visto nulla di simile) ora si rifugiano in non-analisi che rasentano il comico. Oppure sfuggono piuttosto vigliaccamente come barbapapa' Scalfari, nel suo patetico-comico scambio epistolare con Pannella.

salvio said...

Robinik, sei sempre più un liberale..

Anonymous said...

Federico, niente di personale, ma se Antonio Tombolini è "l'astro nascente" e Malvino è quello con le "idee chiare" e se la tua cronaca dall'Ergife partorisce solo queste due grandi e belle scoperte nei due personaggi appena citati allora Annalena Benini è stata troppo buona con voi. Non è che ce li avete lunghi i musi...li avete perduti. Segue un post cattivissimo da me (solo per vendicare la povera Annalena dal tuo sarcasmo un pò "scaduto")sulle tue "cronache dall'Ergife dopo la batosta referendaria".
Com'è finita la partita di calcetto?
Il Sorvegliato Speciale

Anonymous said...

Salvio detto da te sembra proprio un complimento :-|