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D'accordo, abbiamo passato un agosto relativamente tranquillo. Lo spread non ha fatto troppo le bizze e la Borsa ha chiuso il mese sopra i 15 mila punti. Niente tempesta di Ferragosto, anche gli speculatori sono andati in vacanza. Ma la crisi non è finita. Ce lo ricordano i dati Istat sull'occupazione, ancora in calo, quelli sul mercato dell'auto (negativi non solo in Italia) e le stime di Confcommercio sui consumi, nel 2012 calo del 3,3% con possibile chiusura di 150 mila attività commerciali. A settembre, dunque, si torna a fare sul serio ed è l'ora delle decisioni. I mercati sono in attesa di verificare i meccanismi di stabilità finanziaria che l'Europa si è impegnata a mettere in campo. Per quanto riguarda l'Italia, il governo è chiamato a fissare l'agenda per mettere a frutto i suoi ultimi mesi e a decidere sulla richiesta di aiuti Ue, mentre in vista delle elezioni del 2013 il mondo politico deve cominciare a dare risposte credibili per il dopo-Monti.
In particolare, chi è interessato a evitare un governo Bersani-Fassina-Vendola deve darsi una mossa, mettere da parte ambizioni, o piuttosto velleità personali, per offrire al paese un'alternativa credibile. La situazione appare molto simile a quella del '93-'94: c'è una gioiosa macchina da guerra che non vede l'ora di mettere le mani sull'intero bottino (forte è la tentazione di scaricare sul Pdl le colpe di un mancato accordo di riforma della legge elettorale e tornare al voto con il "porcellum"); gli italiani provano nausea per i vecchi partiti e non si fidano di Bersani, l'Occhetto dei nostri giorni; il 40% circa dell'elettorato si dichiara indeciso e una grossa fetta è in attesa di un'offerta politica nuova. Solo che non si profila all'orizzonte un leader con una sufficiente capacità d'aggregazione, come fu Berlusconi nel '94.
Il Pdl non è riuscito a rilanciarsi e il tempo sta scadendo, o è già scaduto. Qualche timido passo l'ha mosso nelle settimane scorse, ma troppo poco. È immobile e continuamente risucchiato nell'eterno tramonto del suo leader, caratterizzato dall'indecisionismo su tutto: candidatura, sostegno a un Monti-bis, legge elettorale, linea economica, politica europea. Casini ha già avuto dimostrazione alle amministrative che i voti in uscita dal Pdl difficilmente prendono la strada dell'Udc. Il suo piano di sostituirsi a Berlusconi come federatore di una rinnovata area moderata e di centro non sembra avere molte chance. Rischia di restare appeso ad un 6-7%, lusinghiero e sufficiente per mantenere la sua rendita di posizione ma non per determinare rivoluzioni nel campo moderato. Poi ci sono i "nuovi" - Grillo, Italia Futura e i liberisti di "Fermare il declino" - che giustamente rifiutano di accompagnarsi ai "vecchi" e puntano non all'ennesimo partitino, ma a rappresentare un'offerta politica maggioritaria, almeno nel loro campo. Tradotto in voti: almeno un 20%. Pdl, Udc, Italia Futura e anti-declinisti sono tutti in corsa per lo stesso settore dell'elettorato: quello deluso dal centrodestra berlusconiano ma che rifiuta di "buttarsi" tra le braccia della sinistra-sinistra di Bersani. Tutti rischiano di fallire: i primi due perché percepiti come "vecchi", i "nuovi" perché nonostante gli ottimi propositi potrebbero apparire movimenti troppo elitari, intellettuali.
Da una parte è comprensibile, e positivo, che ciascuno voglia giocare la sua partita; dall'altra il rischio è che nessuna di queste offerte ottenga il consenso necessario a imporsi come forza egemone. Il liquefarsi, o l'eccessiva frammentazione dell'offerta politica nel campo del centrodestra rischia di spianare la strada all'esito che davvero in pochi nel paese si augurano - praticamente il solo Bersani, che si crede l'Hollande italiano. Uniti o divisi questi soggetti dovranno saper mobilitare il blocco elettorale dell'ex centrodestra, per determinare almeno le condizioni per un Monti-bis che ci salvi da una deriva greca.
7 comments:
Si dice: alternative... cercansi
Lei scrive:
Tutti rischiano di fallire: i primi due perché percepiti come "vecchi", i "nuovi" perché nonostante gli ottimi propositi potrebbero apparire movimenti troppo elitari, intellettuali.
Ma perché sarebbero percepiti come vecchi? Su cosa basa questa affermazione? Sulle chiacchiere del bar o dal barbiere?
"Potrebbero apparire troppo elitari, intellettuali" ma cosa glielo fa credere? La sua percezione del mondo è solo sua, e commette un grave errore ad estenderla agli altri.
Vedremo se le sue previsioni si avvereranno. Per me hanno la stessa attendibilità del lancio di una moneta.
Bene, dicesi opinioni.
Certo ma le opinioni debbono avere qualche base fattuale. Altrimenti io potrei dire che lei è un ladro. Al che lei ribatterebbe che è incensurato, annullando immediatamente la mia tesi.
Quindi le domando: su cosa basa la sua affermazione riguardo al fatto che i movimenti sono percepiti come vecchi? Soltanto sulle sue personali sensazioni?
No, se lei mi dice che sono un ladro è diffamazione, è diverso. Ho semplicemente scritto che i primi due (Pdl e Udc) rischiano di apparire "vecchi" partiti agli occhi degli elettori, mentre i nuovi movimenti che puntano a convincere i delusi del centrodestra (Italia Futura e Fermareildeclino) rischiano di apparire troppo elitari, intellettuali, cioè di parlare alla testa ma non alla pancia dell'elettorato. Su quali elementi mi baso? Per i primi, su una certa "disaffezione" che si sente in giro nei confronti dei partiti della II Repubblica (non so se lei l'avverte, io sì); per i secondi, sulla loro comunicazione, sui nomi dei promotori (quasi tutti economisti, professori, giornalisti), e sull'assenza di leadership.
In sostanza: Giannino, Boldrini & co., non fate i rompiscatole e mettete le vostre forze al servizio del Partito del Popolo della Libertà e dell'Amore, che è l'unica forza che può sconfiggere i comunisti e fare la rivoluzione liberale (negli ultimi 18 anni scherzavamo ma ora facciamo sul serio).
Dovrebbe farti riflettere il fatto che quelli di Noisefromamerika il dialogo l'hanno tentato con il PD, non con il PDL.
Io sinceramente comincio a tifare per il Monti Bis.
Di certo non sono giunto alla conclusione che mi attribuisci. Tutt'altro. Mi sono limitato a segnalare un rischio concreto. E ad oggi non c'è una forza egemone nel centrodestra cui "mettersi al servizio". Anzi, forse dovrebbe essere il Pdl a "mettersi al servizio" degli altri.
Quanto al dialogo col Pd, è indice di confusione politica, purtroppo, e avvalora l'ipotesi di inconsistenza.
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