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Monday, August 30, 2010

Casini e D'Alema, solito pelo e soliti vizi

Illuminanti interviste di Casini, ieri al Corriere della Sera, e D'Alema, oggi a la Repubblica. Due che davvero non hanno alcun pudore a svelare i loro disegni politici, in cui la volontà degli elettori gioca spesso una parte piuttosto misera. Ha fatto bene Berlusconi a frenare sulle elezioni anticipate, perché «sarebbe stato la vittima designata», ma soprattutto perché Casini sa che «se si votasse domani mattina, questo partito avrebbe la necessità di candidarsi autonomamente; e allora tanti entusiasmi si appannerebbero». Già, l'avevamo percepito. Riguardo l'ipotesi di un ingresso dell'Udc nella maggioranza, Pier lamenta che «in questo governo l'unico che conta è Tremonti» e che il ministero dell'Economia «ha inglobato cinque o sei ministeri della Prima Repubblica, da ultimo le Attività produttive, ormai ridotte a un simulacro». Insomma, ci fossero 5-6 ministeri invece che uno, ci sarebbero più poltrone da spartire e pazienza se bisognerebbe dire addio a un minimo di coerenza nella politica economica.

In Casini non muore mai la speranza-illusione di veder sorgere una nuova Dc da lui guidata e sempre al governo, con la destra o con la sinistra («perché Fioroni e Pisanu devono stare in due partiti diversi?»). Pur aspettandoli entrambi nel "Partito della nazione", non rinuncia a una stoccata a Montezemolo («spero poi che dalla società civile qualcosa si muova. Ma non entro nel gossip dei nomi. Anche perché molti esponenti della società civile vorrebbero entrare in campo a partita finita, quando si gusta la vittoria») e a Fini («oggi vengono a galla le contraddizioni iniziali di un progetto politico in cui molti si sono fatti imbarcare senza crederci fino in fondo. Però sapevamo tutti com'è Berlusconi...»).

Ma D'Alema non finisce mai di sorprendere per la sua faccia tosta. Non solo vuole un ribaltone, per tornare a votare con una nuova legge elettorale concepita ad arte per non far vincere Berlusconi. C'è di più. La nuova legge, figlia di un ribaltone, dovrebbe però prevedere una norma anti-ribaltone, in modo che una volta al potere i "buoni" non cadano vittima a loro volta di un ribaltone. L'ex ministro degli Esteri non ha dubbi: ci vuole il sistema tedesco (che poi non si riduce certo a un proporzionale con sbarramento, ma questo nessuno lo fa mai notare), che «rompe la rigidità dello schema blocco contro blocco». Alle urne si andrebbe solo «con cinque, massimo sei partiti, con un centro forte che si allea con la sinistra, con la sfiducia costruttiva, con una buona stabilità dei governi, che volendo potremmo persino rafforzare con l'introduzione di una clausola anti-ribaltone». Insomma, senza il disturbo di premi di maggioranza o collegi uninominali, dopo il voto il Pd troverebbe sempre la "quadra" con sinistra e centro per andare al governo.

La bizzarra teoria di D'Alema è che nel Paese ci sarebbe «sicuramente una maggioranza larga» contro Berlusconi, ma è questa legge elettorale che impedirebbe di tradurre questa maggioranza elettorale «in proposta di governo e in una leadership forte». E' vero semmai il contrario, non c'è mai stata una «larga» maggioranza di italiani contro Berlusconi, ma alcune volte una assai striminzita (e ingovernabile), nel 1996 (quando SB perse solo perché la Lega non era alleata con il Polo) e nel 2006 (quando l'Unione raccolse solo 20mila voti in più alla Camera e ben 240mila in meno al Senato). Ma la paura suprema di D'Alema è che Berlusconi «col 38% dei consensi può farsi eleggere al Quirinale, e chiudere i giochi per sempre» (la sinistra perderebbe il controllo del Colle e della Consulta). "Solo" il 38%? Vorrebbe forse diventare D'Alema presidente con il 26% dei voti? E con quanti voti nel Paese sono diventati presidenti Napolitano e Ciampi, tanto per citare gli ultimi due?

2 comments:

Anonymous said...

"una nuova legge elettorale concepita ad arte per non far vincere Berlusconi"

'sto blog è diventato puro avanspettacolo!

Anonymous said...

per far fuori Berlusconi si usano tutti i mezzi possibili e immaginabili, nulla di strano che si propongano anche leggi elettorali studiate ad hoc per non farlo vincere.. non è avanspettacolo, è pura realtà; non ci si è accorti che anche la recente visita di Gheddafi è stata utilizzata a soli fini antiberlusconiani?-ro-