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Friday, August 20, 2010

L'unico collante dei finiani

Pienamente condivisibile il commento di Filippo Facci, oggi su Libero, sull'approccio del Pdl ai temi etici, dal biotestamento alla procreazione assistita. Personalmente, ritengo che un partito intelligente e moderno su quei temi non possa avere dubbi e debba decidere in base al criterio numero 3) e che, come osserva Facci, «non sono alcuni deputati finiani, o altri del Pdl, ad avere posizioni bislacche e personali: sono tutti gli altri» a pensarla diversamente dalla maggioranza degli elettori anche di centrodestra.

Detto questo, due soli appunti sui "finiani": dubito che siano stati i temi etici a «spingere più di un deputato» a lasciare il Pdl e a imbarcarsi nell'avventura finiana. E credo inoltre sia ragionevole aspettarsi dai finiani su questi temi una certa compattezza, mentre al contrario di quanto scrive Facci «lo stesso ragionamento» non può e non deve valere per il Pdl. Perché? Perché il Pdl è un partito dal 30-40%, mentre è anche su questi temi - tra gli altri - che Fini e i suoi hanno preso le distanze da Berlusconi e dalla maggioranza del partito. Se poi si scopre che neanche tra di loro sono d'accordo, allora viene da dubitare che quei temi fossero la reale ragione del loro malessere. Al più, nella migliore delle ipotesi, delle ragioni di contorno, o dei pretesti nella peggiore. Vale per i temi etici come per tutte le altre questioni sollevate in questi mesi da Fini.

Se fosse vero che alcune precise questioni politiche sono le reali e profonde motivazioni che hanno spinto Fini e i suoi ad allontanarsi dalle posizioni della maggioranza e a distinguersi dall'azione di governo, ne dovrebbe conseguire che tutti o quasi i finiani che alla Camera e al Senato hanno costituito gruppi autonomi la pensino, su quelle questioni, più o meno allo stesso modo. Mentre nel Pdl, un partito nazionale del 35%, è logico e anzi inevitabile, che coesistano posizioni diverse, è evidente invece che da un gruppo che giustifica il suo distinguersi dalla maggioranza e da Berlusconi su bioetica, cittadinanza e immigrazione, giustizia, federalismo, Sud, ci si aspetta su tali questioni una maggiore omogeneità di vedute. E invece sembrano anche loro, come il Pdl, divisi tra libertari e conservatori sui temi etici e la cittadinanza, tra garantisti e manettari, tra liberisti e statalisti, e persino tra federalisti e assistenzialisti.

Proprio tale eterogeneità di posizioni tra i finiani su temi che dovrebbero qualificare la loro distinzione da Berlusconi e dal Pdl sembra rafforzare il sospetto che la vera motivazione della rottura - quella che tutti condividono - sia un'altra. In effetti quelle posizioni (tranne quella "manettara", l'ultima a emergere infatti) avevano e hanno piena cittadinanza nel Pdl. Se l'unico collante tra i finiani fosse la frustrazione di Fini, e la loro, per la leadership di Berlusconi, magari alimentata da insoddisfazioni personali o semplice lealtà al loro "capo", si spiegherebbe come mai l'unico comune denominatore rischia di diventare l'antiberlusconismo e come mai la situazione non sembra più ricomponibile sul piano della politica concreta.

3 comments:

Anonymous said...

Si certo, continua pure con ficcanti analisi politiche su Fini. Peccato che mentre sei così fortemente impegnato nelle tue elucubrazioni non ti accorga che il problema del Pdl è Bossi e la lega. Oppure sei uno dei tanti ingenui che crede alle promesse di fedeltà eterna? In politica la promessa di oggi è destinata a tramutarsi nel tradimento di domani.

Anonymous said...

LA LEGA NON è il problema ....
.
LA LEGA è LA SOLUZIONE .
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peccato che i sinistrati stiano ancora a pensare a marx

Anonymous said...

la lega ha perso. fatevene una ragione. Marx è sopravvissuto anche a Bossi. (non che ci voglia tutta sta bravura!).

siete dei morti viventi.

JL