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Tuesday, December 06, 2011

Perseverare è diabolico

I mercati hanno indubbiamente promosso la manovra del governo Monti. La Borsa ieri ha guadagnato tre punti circa e lo spread è calato di 100 punti in due giorni - anche se bisogna annotare che i bonos spagnoli hanno seguito la stessa dinamica dei btp italiani rispetto ai bund tedeschi, sottolineando ancora una volta la forte influenza del contesto europeo sull'andamento dei nostri titoli. Anche le istituzioni e gli osservatori europei hanno espresso apprezzamento. Questo perché bene o male la manovra questa volta è stata concepita puntando su due riforme chiare, comprensibili, e di grande impatto sui conti presenti e futuri: pensioni e Ici. Due grossi arrosti invece dei mille coriandoli di Tremonti.

Per di più - da non trascurare - proprio il regime privilegiato di noi italiani nella tassazione sugli immobili e nell'età di pensionamento era motivo di invidia e irritazione in Europa, e soprattutto in Germania. Non credo sia stato un caso che l'azione del governo sia stata così incisiva proprio su questi due fronti. Il risultato che si voleva ottenere in termini politici è probabilmente una maggiore leva diplomatica proprio nei confronti di Berlino.

Monti ha rifiutato la concertazione con i sindacati sulla previdenza, considerandola giustamente materia di competenza esclusiva del governo, ma vi ha fatto esplicito riferimento a proposito della riforma del mercato del lavoro; di liberalizzazioni (professioni e municipalizzate) non se ne vedono; di corpose dismissioni di patrimonio pubblico nemmeno; di riduzione ordinamentale (non solo attraverso forme di deducibilità) delle tasse su lavoro e imprese neanche a parlarne, nonostante le autorità Ue avessero suggerito esplicitamente uno spostamento del carico fiscale piuttosto che un appesantimento.

Dal punto di vista fiscale quindi la manovra è un'immensa patrimoniale, sulla casa e sulle attività finanziarie, che avrà quasi certamente effetti recessivi che potrebbero rendere necessaria un'ulteriore correzione dei conti. Tagli alle spese pochissimi, tra l'altro in parte compensati dall'aumento delle addizionali regionali Irpef, quindi con nuove tasse. Troppo poco è stato fatto per la crescita e nulla per abbattere lo stock di debito. Si dirà che anche i precedenti governi negli ultimi dieci anni non hanno fatto altro che aumentare le tasse, ma questo non è un buon motivo per perseverare nell'errore, che tutti sanno essere pratica «diabolica».

Se il Financial Times promuove con riserva la manovra, il Wall Street Journal si mostra invece critico. In uno dei suoi editoriali osserva che «le nuove misure di bilancio annunciate in Italia suggeriscono che il vecchio gioco è lungi dall'essere finito». La manovra è troppo sbilanciata sugli aumenti di tasse e di corto respiro sulle riforme. Il nuovo premier, prosegue il WSJ, «sembra intenzionato a seguire la Grecia sulla via, tracciata da Ue-Fmi, di rincorrere entrate fiscali a danno della crescita economica». Bene la riforma delle pensioni, ma la manovra - sottolinea il quotidiano finanziario Usa - «non fa niente per affrontare il problema principale del mercato del lavoro italiano: l'impossibilità di licenziare per le aziende con 10 o più dipendenti. Il presunto diritto ad un posto di lavoro per la vita, iscritto nell'italiano articolo 18, è il singolo più grande ostacolo alla razionalizzazione dell'economia italiana». «Le riforme di Monti - conclude il WSJ - riflettono soltanto una mentalità comune a Bruxelles, che antepone le entrate fiscali ad una prosperità di lungo termine».

Critico anche Alberto Mingardi, direttore del Bruno Leoni: «Si chiede alle famiglie di stringere la cinghia ma non dimagrisce lo Stato: chiedere ulteriori sacrifici a cittadini già tartassatissimi, senza contemplare una privatizzazione una, sembra quasi una beffa». «Se lo Stato italiano funziona male - osserva - non è che dandogli più risorse funzionerà meglio». Nessuno continuerebbe a mettere benzina in un «serbatoio rotto». In definitiva, conclude, «la questione è molto semplice: senza libertà economica, non ci sarà crescita. E più libertà economica vuol dire meno prelievo fiscale, non di più».

Critiche anche da Lavoce.info, che mette in guardia dalla «sindrome greca», la possibilità non troppo paradossale che la manovra presentata con l'obiettivo di azzerare il deficit entro il 2013 finisca in realtà «per generare una recessione tale da far calare il Pil più di quanto faccia calare il deficit». E agire aaumentando le tasse o tagliando la spesa non è scelta neutra per la crescita:
«Nei Paesi nei quali si è scelto di tagliare il deficit aumentando le tasse la spesa pubblica è ritornata a crescere rapidamente. Nei Paesi in cui si è ridotta la spesa, le cose sono andate diversamente: le riduzioni di spesa e la parallela riduzione del deficit sono state più durature e hanno consentito l'attuazione di riduzioni di imposta nel corso del tempo».
«Per questo - conclude Lavoce - per tenere lontano la sindrome greca, Monti deve includere e dare rapida attuazione da subito all'unica svalutazione oggi alla portata di mano dell'Italia: la riduzione del costo del lavoro».

1 comment:

pietro said...

Se posso fare un osservazione il calo dello spread dei titoli spagnoli parallelo a quello di quelli italiani può esser visto anche come un sintomo del fatto che i nostri problemi hanno un riflesso negativo in molti altri paesi, è la teoria di Ferrara, la BCE ci deve salvare senza che noi paghiamo il conto delle nostre dissennate politiche perchè se andiamo a fondo trasciniamo tutti, io sono un cinquantenne danneggiato fortemente dalla riforma delle pensioni, masono cosciente che era l'unica cosa che si poteva fare velocemente per tagliare un capitolo di spesa pericolosissimo , e tra andare in pensione qualche anno prima in un paese disatrato e dover avorare di più in un paese in grado di reggersi sulle gambe preferisco la seconda possibilità.
Ma quelli che in 15 anni hanno sempre evitato di prendere une decisione del genere e adesso parlano di manovra crudele sulle pensioni oppure parlano di stato di polizia tributaria per l'abbassamento da 2500 euro a 1000 euro della soglia di applicazone di una legge da loro voluta mi fanno schifo.