L'Onu dà carta bianca alla 'coalizione dei volenterosi'
L'Onu ha dunque revocato, con risoluzione unanime del Consiglio di Sicurezza, le sanzioni economiche che gravavano da 13 anni sull'Iraq (qui la notizia). Nel recensire Rep. di Rocca su Il Foglio si fa notare: «Pensate allora che 'la Repubblica' abbia fatto un titolone sulla marcia indietro & capo cosparso di cenere di Francia e Germania? No, un richiamino piccino piccino, e un editorialone di Bernardo Valli dal titolo inequivocabilmente nun-ce-vonno-sta: "Il realismo dell'Europa davanti a Bush il vincitore".
Camillo
Piacerebbe a Valli, invece no: hanno dovuto 'abbassare la cresta'. Chi si è messo di traverso in vario modo, dissentendo (come la Germania), o addirittura ostacolando (come la Francia) la liberazione dell'Iraq oggi risente di un forte isolamento. Riconoscenti con gli amici, benevoli con i 'figliol prodighi' Russia e Germania, già autori-attori di gesti di riconciliazione e di ritorno sulla retta via, gli Stati Uniti si mostrano più duri nei confronti della Francia e dell'Onu. Ora Bush e Blair hanno la forza per far approvare ciò che vogliono, pur con stile e senza arroganza, e, a causa di quel meritato isolamento dello scellerato asse franco-russo-tedesco, il peso dell'influenza europea sul corso degli eventi internazionali e sulla politica di Bush è ai minimi storici. Più che di "realismo", Valli dovrebbe parlare di necessità fatta virtù, se non di 'abbassa la cresta'. Il solo Blair porta sulle spalle la responsabilità di quell'essenziale ruolo di influenza europea sulla politica Usa.
La risoluzione accoglie le richieste angloamericane: fine a 13 anni di sanzioni e, quindi, del controllo Onu (leggi Francia-Russia) sul petrolio iracheno (il ministro degli Esteri tedesco Joschka Fischer ha ribadito, fin dal principio e fino all'ultimo, che ormai non avevano "più alcun senso"), prende atto che a gestire il dopoguerra (e il ritorno sui mercati del greggio) saranno americani e britannici, concesso all'Onu un ruolo non solo negli aiuti umanitari, ma anche nella ricostruzione delle Istituzioni, con un proprio rappresentante fidato e gradito a Washington, Sergio Vieira de Mello, il brasiliano distintosi a Timor.
Con stile, si diceva, niente arroganze: «La risoluzione è stata discussa con tutti e limata per giorni, il voto ha subito il canonico ritardo dell'ultima ora che fa sentire così importanti ambasciatori e delegati». I russi hanno ottenuto alcune rassicurazioni per i contratti approvati sotto Saddam, ma niente ai francesi, che «avevano cercato di contrastare la fine delle sanzioni tramite il capziosissimo argomento della mancata certificazione, da parte degli ispettori Onu, dell'assenza di armi di distruzione di massa». «Alla fine nessuna data viene stabilita per il ritiro delle truppe angloamericane dall'Iraq (un anno al massimo, voleva la Francia): "E ci mancherebbe altro – sorride un diplomatico americano – dopo che i francesi si erano sempre rifiutati di fissare scadenze ultimative per le ispezioni, ora vorrebbero impiccare noi a un termine perentorio". L'unica gentile concessione è il permesso al Consiglio di sicurezza di tornare sulla materia fra un anno, per discutere su come la risoluzione sia stata attuata». Dunque, «carta bianca alla 'coalizione dei volenterosi'». Leggi tutto
Tuttavia, fa notare su Il Foglio Franco Bernabè, che fa parte del board del Council on Foreign Relations tra Europa e Stati Uniti la frattura è molto seria.
Il Foglio
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