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Tuesday, May 27, 2003

Riconoscimenti alla "Mideast Vision" di Bush
«Il sogno di Bush di un Medio Oriente trasformato non porta da nessuna parte, fin quando il mondo arabo è ossessionato dalla penosa situazione dei palestinesi. Il Bush di due anni fa non era pronto, per ragioni politiche e pratiche, a fare nessuna mossa decisa. Ma ora le condizioni sono cambiate e Bush ha una grande visione, più ampia e più rischiosa di qualunque altra sognata dai suoi predecessori. Speriamo che abbia la volontà di perseguirla». Editoriale, New York Times.

Thomas Friedman, "principe degli opinionisti liberal", ha chiesto a Bush di dire all'Arabia Saudita la verità: «Il loro antimoderno e antipluralista tipo di Islam, il wahabismo, insieme con la ricchezza petrolifera, è diventato una forza destabilizzatrice nel mondo. E che finanziare moschee e scuole che promuovono la versione meno tollerante dell'Islam, sta educando i terroristi che bruciano sia le nostre che le loro case».

«Bush in qualche modo è diventato come Clinton, che credeva che era comunque meglio tentare e fallire in un contesto pacificatore, piuttosto che non tentare per niente». Bush potrebbe farcela perché «il contesto strategico è cambiato a causa della caduta di Saddam; per aver messo gli Stati che sponsorizzano il terrorismo, come l'Iran e la Siria, sulla difensiva; e per il rafforzamento di chi come Abu Mazen sostiene che non c'è una soluzione militare a questo conflitto, ma solo negoziale». Martin Indyk, vicesegretario di Stato per gli affari mediorientali nelle Amministrazioni Clinton. Leggi tutto
Camillo

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