Pagine

Wednesday, November 23, 2005

Conoscere lo zapaterismo

«Questa è la cronaca di un disastro annunciato. È la storia di un'involuzione, di un ripiegamento su se stessi, di una fuga dalla realtà camuffata da progresso, la sintesi e la proiezione della crisi di un continente».
Inizia così l'atto di accusa di Enzo Reale (1972) contro lo zapaterismo sull'ultimo numero di Ideazione. Lettura consigliata. Mi pare che la sinistra spagnola che esce dal suo ritratto soffra della stessa malattia di quella italiana, di quel «complesso dei migliori» di cui ha di recente parlato Luca Ricolfi, il complesso di superiorità morale, l'arroganza di presumersi la parte sana del paese.
«... la deriva zapateriana si nutre di un'elevata dose di conformismo sociale e dell'assenza di una cultura critica alternativa al pensiero unico».
Sarebbe una distanza incolmabile dall'attuale sinistra britannica del New Labour di Tony Blair.

Oltre a «giocare con il fuoco» del terrorismo basco, ad apparire inquietante è tutta la politica estera di Zapatero. Abbiamo già criticato chi comunque, della scelta del ritiro immediato dall'Iraq deciso da Zapatero, ha voluto apprezzare il tener fede a una promessa elettorale, ma Reale ricorda un particolare non insignificante.
«In realtà Zapatero, sia durante la campagna elettorale che nelle dichiarazioni successive alla vittoria, aveva affermato che, nel caso l'Onu non si fosse fatta carico della situazione in Iraq entro il 30 giugno, avrebbe richiamato i soldati. Una volta giurato come presidente optò invece per il ritiro immediato. La risoluzione del Consiglio di Sicurezza 1546 dell'8 giugno 2004 avrebbe ribadito l'appoggio al processo politico in corso in Iraq e alla presenza delle truppe della coalizione già espresso il 16 ottobre 2003 con la risoluzione 1511».
Dunque la promessa elettorale non era il ritiro subito, ma il ritiro entro il 30 giugno nel caso in cui eccetera eccetera...

Lo spinoso tema dei matrimoni gay. Ci pare che più che contestare la scelta di aver riconosciuto alle coppie gay gli stessi diritti e doveri che con il matrimonio contraggono gli eterosessuali, l'articolo contesti il metodo della depurazione linguistica:
«... per estendere un istituto giuridico ad uno specifico settore della società che fino a quel momento non vi poteva accedere, si è proceduto ad un capovolgimento della teoria liberale in materia di diritti civili: invece di riconoscere uguali diritti nella diversità, si è scelto di annullare la diversità in nome del riconoscimento di un preteso diritto... è stata sufficiente una semplice modifica lessicale: dove c'erano moglie e marito la neolingua ha previsto il termine di coniugi, dove padre e madre quello di genitori. Tutto rigorosamente neutro, tutto concettualmente depurato».
E' indubbio che il boom economico spagnolo sia sotto tutti gli aspetti merito di Aznar, ma almeno su questo sembra che Zapatero non voglia cancellare quanto fatto di buono dal suo predecessore, semmai proseguire: intanto abbassando di ben 5 punti percentuali le tasse sulle imprese. Ed è qualcosa che noi ci sogniamo con qualsiasi governo, o sbaglio Enzo?

No comments: