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Friday, August 08, 2003

Indultino. Mettiamola così
E' passata la legge sulla sospensione condizionata dell'esecuzione della pena detentiva nel limite di due anni, sapete, l'"indultino". I Radicali si sono fieramente battuti per ottenere questo risultato, al quale, forse, non si sarebbe arrivati senza di loro. Stavolta però l'obiettivo della loro battaglia ha tutto il sapore di una classica 'soluzione all'italiana': in Parlamento non si avevano i numeri (i due terzi) per approvare la misura di clemenza che la legge prevede, l'indulto, così si è "pragmaticamente" ripiegato su un provvedimento di sospensione condizionata della pena. Si dirà, "meglio di niente". Certo, ma il punto è che nei giorni scorsi i Radicali si sono scagliati contro la Chiesa per quell'orrendo documento che intimava ai politici cattolici di opporsi a qualsiasi legge di riconoscimento delle coppie omosessuali: "Ingerenza del Vaticano!", si è gridato giustamente. In effetti, la Chiesa ha il diritto di predicare la sua morale, la politica ha il dovere di organizzare la convivenza civile. Ma di questo principio ci si doveva ricordare anche quando il Papa venne in Parlamento a chiedere clemenza per i detenuti. Invece, come rischia di accadere per le coppie gay, anche per l'indultino la razionalità della politica e di uno Stato laico ha ceduto alla morale religiosa o ai buoni sentimenti personali. Il risultato è l'approvazione di una legge demagogica, inefficace, improduttiva, potenzialmente dannosa, sia in termini di sfiducia dei cittadini nel sistema, sia in termini di nuovi prevedibili anni di inadempienza e indifferenza della politica nei confronti del sistema carcerario. In Italia non si aveva proprio bisogno di un nuovo istituto di 'in-certezza' della pena per dare un contentino alle richieste del Pontefice, senza né avere il coraggio politico di soddisfarle completamente, né cogliere l'occasione per mettere mano, con riforme strutturali, al problema, che rimane scandaloso, delle carceri italiane. La battaglia vera, quella non ipocrita e buonista (strano, i radicali di solito non ci cascano), è sulla carenza di strutture, sulla depenalizzazione dei reati, sulle pene alternative, sui programmi di reinserimento, di lavoro e di istruzione in carcere. Anche se il problema carceri è presente nei dossier radicali sul 'caso Italia', stavolta si è lottato tanto per un risultato come minimo sterile.

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