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Monday, August 11, 2003

Multilateralismo. Sì o no? Dipende.
A Casini e Gorbacev
Sul fatto che il mondo non debba essere governato da un solo Paese, da un'unica superpotenza, siamo tutti d'accordo, anche gli amerikani. Se avessimo la pazienza di leggerci qualche documento strategico ufficiale, o le analisi di qualche think tank Usa, avremmo il quadro esatto di una classe dirigente, sia repubblicana, sia democratica, che ha ben chiaro il pericolo dell'overstretching. Però non possiamo nasconderci il fatto che un governo del mondo multilaterale è molto lontano da venire e gli ostacoli da rimuovere non sono pochi. E non è preferibile in qualsiasi circostanza. L'inerzia e l'inadeguatezza dell'Onu di fronte ai suoi compiti costitutivi, bloccata dagli interessi dei grandi, manovrata dalle dittature, inefficiente e corrotta, è un fatto. L'Europa egoista, chiusa, avara e privilegiata, che non ha altra visione della politica estera se non quella di spiccioli tornaconti dei singoli Stati: è un fatto pure questo. Stati che vivono ancora, per interesse, per illusione di grandeur, per ideologia, in aperto contrasto con gli Stati Uniti: un altro fatto inquietante. L'Onu va riformata, è chiaro a tutti, ma non possiamo prenderci il rischio che cada in mano a regimi anti-democratici, che però neanche si possono escludere totalmente. L'Europa deve avere una politica estera comune, investire nella difesa, ma ciò implica scelte dolorose sulla spesa pubblica, sugli assetti statuali. Il multilateralismo non deve essere multipolarismo, perché l'ordine mondiale desiderabile deve portarci verso la collaborazione e non di nuovo verso la competizione tra potenti. Gli Stati Uniti hanno provato più volte a bussare alla porta dell'Europa, la 'mini-potenza' più adatta, per affinità storiche, culturali, politiche, ad affiancarsi nella difficile costituzione di un nuovo ordine mondiale, ma in cambio ha ricevuto inerzia (crisi dell'ex Jugoslavia), se non ripicche di piccolo cabotaggio. Il guaio è che in America la politica estera è visione, sicurezza, interessi (e non interesse), mentre per noi europei è ancora un barcamenarsi egoista e poco lungimirante, (analizzarne i motivi ci porterebbe lontano nella storia).
Però un principio ci deve guidare. Se l'ordine mondiale precedente si è sgretolato è perché il sistema di una delle due superpotenze, uno dei due poli di quell'ordine, non ha retto alla sfida umana. Non possiamo far finta di niente, il percorso di tutti i popoli verso la democrazia e la libertà deve essere intrapreso con decisione, senza fermarsi di fronte al primo dittatore con il quale si fanno buoni affari.

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