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Wednesday, February 09, 2011

L'epoca del liberalismo muscolare

Su taccuinopolitico.it e rightnation.it

Il multiculturalismo è morto e Cameron lo seppellisce
Si poteva diffidare delle avventurose teorie degli odiati George W. Bush e Tony Blair, ma persino i loro più accaniti critici dovranno riconoscere che forse un qualche fondamento l'avevano, se gli stessi discorsi oggi li pronunciano leader meno bellicosi come Angela Merkel e David Cameron. Quello pronunciato dal premier britannico lo scorso weekend alla conferenza internazionale di Monaco sulla sicurezza è uno di quei discorsi che segnano un mandato, se non addirittura un'epoca. I leader di centrodestra dei maggiori Paesi europei hanno ormai archiviato il multiculturalismo. Persino in Gran Bretagna, il Paese che più di tutti andava fiero del proprio modello multiculturale, il tabù è stato infranto. A venir meno, dopo il barbaro assassinio del regista Teo Van Gogh, furono inizialmente le certezze della liberale Olanda. In Gran Bretagna, ma non solo, il multiculturalismo finì sotto processo dopo gli attacchi terroristici che il 7 luglio 2005 sconvolsero Londra, quando si è scoperto che i kamikaze erano cittadini britannici a pieno titolo. Nati, cresciuti e ben istruiti su suolo inglese, senza particolari disagi socio-economici e integrati da più generazioni.

A dire il vero, già prima di quel tragico 7 luglio, ma ancor più energicamente dopo, l'allora primo ministro Blair aveva cominciato ad attaccare e a mettere in discussione i miti del multiculturalismo, sottolineando l'urgenza di contrastare con maggiore determinazione l'ideologia dell'estremismo islamico anche a casa nostra, sul piano dei valori – un po' sbiaditi – posti a fondamento delle nostre società occidentali. E nel suo libro di memorie, l'ex premier laburista esorta l'Occidente a scrollarsi di dosso la sua timidezza, a non dubitare dei propri valori, a non essere umile quando si tratta di difenderli e promuoverli. Se di fatto il multiculturalismo muore sotto la metropolitana di Londra, oggi Cameron lo seppellisce, annunciando l’avvento di una nuova epoca, quella del liberalismo «attivo» e «muscolare», un liberalismo cioè che non si limiti ad essere sinonimo di tolleranza, o peggio di indifferenza, solo una cornice entro cui le altre culture possono esprimersi, ma che promuova attivamente i suoi principi, sia nelle nostre città che all’estero, e che pretenda da ogni comunità e organizzazione religiosa piena adesione ad essi.

«Sotto la dottrina del multiculturalismo di Stato – è il severo bilancio di Cameron – abbiamo incoraggiato differenti culture a vivere vite separate, lontane l’una dall’altra e da quella principale. Non siamo riusciti a fornire una visione della società alla quale sentissero di voler appartenere. Abbiamo anche tollerato che queste comunità segregate si comportassero in modi che contraddicevano del tutto i nostri valori. Quando un uomo bianco sostiene delle tesi deplorevoli, razziste per esempio, noi giustamente lo condanniamo. Quando pratiche o punti di vista ugualmente inaccettabili arrivano da qualcuno che non è bianco, siamo troppo cauti, persino spaventati, di contrastarle...».
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Così Douglas Murray, sul Wall Street Journal di oggi, sgombra il campo da pesanti equivoci sul multiculturalismo:
People were led to believe that "multiculturalism" meant multiracialism, or pluralism. It did not. Nevertheless, for years anybody who criticized multiculturalism was immediately decried as a "racist". But the true character and effects of the policy could not be permanently hidden. State-sponsored multiculturalism treated European countries like hostelries. It judged that the state should not "impose" rules and values on newcomers. Rather, it should bend over backwards to accommodate the demands of immigrants. The resultant policy was that states treated and judged people by the criteria of whatever "community" they found themselves born into.

10 comments:

Jean Lafitte said...

un discorso inappropriato per contenuti e povertà argomentativa(oltre che tutto ideologico e senza uno straccio di ancoraggio alla realtà) a un capo di governo. purtroppo pure nel regno unito dalla Tatcher in poi non è che siano stati molto fortunati. una sequenza di personaggi di scarso profilo. come quest'ultimo.

anche lui ha problemi di demenza come la Tatcher

Anonymous said...

Non mi pare proprio che Blair o Bush abbiano mai detto nulla contro il multiculturalismo.

Anonymous said...

BUSH non di sicuro dato che gli USA sono il paese multiculturale per eccellenza ....
.
ma si sa ...i sinistri non hanno un cervello autonomo ...funzionano connessi con quello di beppe grillo .e spesso lui è ubriaco.

Cachorro Quente said...

Secondo me il discorso di Cameron è rivolto a uno straw-man, non vedo perchè il multiculturalismo debba rinunciare all'implementazione dei valori elencati da lui ("freedom of speech, freedom of worship, democracy, the rule of law, equal rights regardless of race, sex or sexuality"), cioè praticamente alla dichiarazione dei diritti umani.
Addirittura, poche righe dopo: "Yes, I am a Muslim, I am a Hindu, I am Christian, but I am also a Londonder or a Berliner too", uno slogan tanto condivisibile quanto banale, da cui solo uno xenofobo, o un estremista del relativismo culturale, potrebbe discordarsi.

Non si capisce poi cosa c'entri Bush e soprattutto cosa c'entri Blair. Anzi, il secondo dei due c'entra eccome: è palese che le affermazioni di Cameron sono proprio in polemica con il suo predecessore e la sua "cool Britain". A leggerlo in maniera meno riduttiva, il discorso di Cameron non segna solo un distacco rispetto al New Labour, quanto in genere al modello classico dell'integrazione anglosassone, in cui ognuno si fa i cavoli propri senza dar fastidio al prossimo (messa giù semplice semplice), a favore di quello francese (legge sul velo ecc. ecc.).

Parlo adesso delle considerazioni finali del testo, sul resto non ho avuto tempo di approfondire.

Jean Lafitte said...

"BUSH non di sicuro dato che gli USA sono il paese multiculturale per eccellenza ....
.
ma si sa ...i sinistri non hanno un cervello autonomo"

che c'entra quello che ha detto o non ha detto Bush con "i sinistri"?
boh? la logica non è di casa vostra evidentemente, e avete pure la faccia tosta di parlare di cervello. lasciate stare, non fa per voi.

Anonymous said...

CON ..."i sinistri " indico chiaramente Jean Lafitte e Cachorro Quente.
mi pareva evidente per tutti .

Cachorro Quente said...

Sono lusingato del fatto di essere sempre nei tuoi pensieri, considerando che il mio commento segue cronologicamente il tuo. O forse sapevi già cos'avrei detto.

Anonymous said...

semplicemente , a differenza dei sinistri ....i moderati sono dotati di MEMORIA STORICA .
.
i moderati NON SONO alla perenne ricerca di un nuovo inizio o di una NUOVA FALSA VERGINITA' .
.
i moderati NON fanno finta di indignarsi per cose ovvie o normali , solo perchè così , forse , alle elezioni , qualche imberbe giovinastro si fa condizionare da faccialibro e vota Vendola.

Jean Lafitte said...

a me pare evidente che anonimo non è neanche capace di scrivere una frase di senso compiuto in italiano.

Cachorro Quente said...

Il tuo contributo sul tema del multiculturalismo è fondamentale.

A me pare, con tutto il rispetto per il titolare del blog, che in questo caso la memoria storica manchi a chi consideri una vendetta postuma del pensiero di Blair un discorso fatto, nella parte in esame, palesemente in polemica con questi.