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Tuesday, December 18, 2007

Il più bel dono di Natale (e un po' di carbone)

Una notizia buona e una cattiva per i radicali. La buona è che finalmente è stata approvata dall'Assemblea generale dell'Onu la moratoria sulla pena di morte. Una vittoria dell'Italia, che l'ha promossa prima in sede Ue e che poi è stata affiancata da grandi nazioni di tutti i continenti, il cui merito va però ai radicali. Senza la spinta decisiva di Pannella, Bonino e compagni, durata ben 14 anni, sia nei momenti più difficili che in quelli più promettenti, nessun governo avrebbe avuto la forza di volontà necessaria per raggiungere questo obiettivo, che - ricordiamolo - è simbolico. Perché da domani gli Stati in cui vige la pena di morte non saranno obbligati a rendere esecutiva la moratoria, che rimane un auspicio dell'Assemblea generale.

Dispiace, purtroppo, che in pochi vogliano riconoscere i meriti dei radicali. Tra questi non c'è sicuramente D'Alema, cui la parola "radicali" non riesce proprio a sfuggire di bocca. «Gratitudine alla società civile», dichiara genericamente il ministro degli Esteri, citando «organizzazioni non-governative come Nessuno Tocchi Caino e Amnesty International, ma senza neanche nominare quello che è un partito politico, il Partito Radicale, né Marco Pannella, che ci ha rimesso la salute, né la Bonino, che è sua collega.

Il presidente del Consiglio Prodi ringrazia «i ministri D'Alema e Bonino per il loro totale impegno, gli altri membri del governo, le istituzioni, le associazioni e i singoli cittadini che con noi si sono mobilitati per raggiungere questo risultato». Anche qui perché non fare riferimento al contributo decisivo di uno in particolare dei partiti che fanno parte della coalizione di governo. Il presidente della Repubblica Napolitano ringrazia Parlamento, Governo, Ministro degli Affari Esteri, Rappresentanza d'Italia presso le Nazioni Unite, società civile italiana. Nessun nome.

Fanno eccezione finora il presidente del Senato Franco Marini, che ha evidenziato il ruolo «in particolare» dei Radicali e di Marco Pannella, e del ministro Rutelli, che ha sottolineato «il successo sia del Governo che dell'opposizione, perché eravamo uniti. Ma anche dei radicali e del mondo delle associazioni, dalla Comunità di Sant'Egidio ad Amnesty International».

Un successo comunque subito divenuto nazional-popolare, acclamato da tutto l'arco costituzionale. E il titolo di questo post riprende una delle tante dichiarazioni - non diremo di chi - per dare il senso del genere di retorica che unisce il nostro Paese in questi momenti.

Ma il Natale non porta con sé solo doni, arriva pure un po' di carbone. E' la cattiva notizia: proprio oggi, infatti, è ufficiale che il gruppo della Rosa nel Pugno alla Camera ha finalmente cambiato denominazione, a seguito della semplice «constatazione» del fallimento dell'«esperimento politico» Rosa nel Pugno. I 21 deputati che ne fanno parte hanno all'unanimità scelto di chiamarsi "Socialisti e Radicali-Rnp".

E' prevalsa la ragione identitaria sui due aggettivi, "laici e liberali", che d'altra parte hanno fatto parte della politica della Rosa nel Pugno forse solo in un primissimo momento. Ma in questo anno e mezzo alla Camera, e soprattutto al governo, non si può certo dire che quei deputati e il ministro radicale abbiano espresso una politica liberale - semmai flebilmente riformista - né laica. Certo, hanno sposato la nuova agenda dei diritti civili, ma senza dare prova di laicità nel metodo, rispetto agli altri temi, ai rapporti con il governo e persino al loro interno.

10 comments:

Anonymous said...

una bella e buona notizia!
anche da destra ho tanta ammirazione per i Radicali!
chissà se Bordin domani avrà il vocione contento...

:-)
a presto! GB
http://lostonato.ilcannocchiale.it/

Anonymous said...

Una vittoria di Pirro totalmente inutile, vista la rilevanza sui media esteri (cioè nessuna. E non solo Usa, Cina o Giappone, che avendo la pena di morte sono di parte. Pure UK e Francia, per dire, se ne fregano altamente).

Certo, se l'obiettivo dei radicali al governo è quello di far approvare documenti inutili (che peraltro costano milioni di euro in viaggi diplomatici e burocrazia varia) ed in cambio votare qualsiasi nefandezza veterosocialcomunista il governo Prodi proponga, va bene, affari loro; ma è giusto che lo dicano, e che si sappia quale ruolo svolgono in questa maggioranza.

Avallano schifezze, in cambio di carta igienica.
Perchè diciamocelo, quel documento firmato ieri altro non è che carta igienica.

Anonymous said...

Ieri sul Figaro e sul Monde la notizia era introvabile.

A cosa serve una moratoria non vincolante?

Anonymous said...

Ma se non servisse a niente perche' mai c'e' stata tanta opposizione?

Cercate piuttosto di fare voi qualcosa in cui credete, invece di mettervi in un angolo a brontolare le iniziative altrui.

Anonymous said...

AHI JIM.
chiarezza per favore: dedicarsi in modo monomaniacale ad una dichiarazione di principi inefficace, meramente simbolica e proveniente dalla screditatissima ass. generale di un organo ancor più screditato come l' Onu sarebbe una bella notizia?
Se queste sono le belle notizie figuriamoci le brutte!
Simbolica per simbolica non era meglio una mobilitazione per "l'alleanza delle democrazie"
Per Morabito: qui non si brontola si rileva cio che è chiaro: documento inutile e irrilevante.
Proposte: esportare la democrazia senza fare gli schizzinosi. embargare i regimi liberticidi, deligittimare i governi teocratici, sostenerne CONCRETAMENTE ( non con i dibattiti e le conferenze parolaie) le opposizioni interne e ove necessario intraprendere azioni efficaci (anche con la forza) contro le dittatture.
Alessandro

Anonymous said...

E tu proponi, caro Alessandro, e poi fai approvare, che ti devo dire?

Anche l'abolizione della schiavitu' in Francia nel 1792 era solo un gesto...

Per una lista delle conseguenze molto molto pratiche della Moratoria, rimando a questo mio blog, o all'articolo originale su La Repubblica.

Anonymous said...

"Il primo consiste nel fornire un importante strumento di legittimazione politica ai numerosi Governi che vorrebbero applicare la moratoria o addirittura abolire la pena di morte, ma sono ostacolati dall'opinione pubblica interna o da alcuni movimenti politico-religiosi, che si accaniscono a voler punire l'assassinio (ma anche altri reati meno gravi) con la morte.

Questi Governi potranno ora invocare la risoluzione come autorevolissimo avallo, a livello mondiale, della loro azione a favore della moratoria."

Gentile M.Morabito,
non è necessariamente disfattismo riconoscere che certe iniziative non sono efficaci.
L'articolo che cita, di cui ho riportato un passaggio che mi è sembrato significativo, non spiega come questo "autorevolissimo avallo" possa avere una qualche influenza sugli elettori.
Negli Stati Uniti d'America che effetto avrà la moratoria? Non si battono già da anni, nella legalità, associazioni e cittadini per abolire la pena di morte?
Ed ancora: se la maggioranza dei cittadini di un paese libero ritiene di volere la pena di morte, cosa occorre fare?

Cordialmente.

Anonymous said...

bebop: ma gli altri punti riportati, li lasciamo perdere?

Oggi stiamo meglio di ieri. Proviamo a vedere se riusciremo a dire lo stesso, domani

Anonymous said...

Gentile sig. Morabito, non è per essere polemici, ma ho citato il primo dei punti dell'articolo perché mi pareva forse il più importante.

Quanto agli Stati Uniti d'America, cosa si dovrebbe fare?

Anonymous said...

Adesso che il New York Times ha dedicato un editoriale alla moratoria sulla pena di morte, forse non verra' piu' insinuato che sia stata "di Pirro", "inutile" etc etc?

E che si deve fare per gli Stati Uniti? Come per ogni dove, sostenere chi della pena di morte si vuole liberare. Evviva il New Jersey!