Meglio non compromettere le premesse di una Grande Coalizione con una rottura sull'articolo 18. Il compromesso al ribasso sulla riforma del lavoro può essere considerato a tutti gli effetti una prova tecnica di GC. Ma se è così, bisogna anche ammettere che l'esito è very bad. Prelude a riforme sempre più sbiadite, inutili, persino dannose. L'idea di una GC in cui diverse forze politiche mettano mano ai nostri problemi strutturali nell'emergenza non è campata in aria. Sarebbe senz'altro possibile se fosse limitata alle forze moderate e riformiste. Bisogna tuttavia fare i conti con quella che è da sempre la grande anomalia del sistema politico italiano. Se si pretende di mettere insieme una coalizione che va dai moderati ad un Pd a trazione Cgil, il rischio è che partorisca topolini rachitici come questa riforma. L'articolo 18, invece, poteva (anzi doveva) offrire l'occasione per costringere il Pd a decidere una volta per tutte tra linea riformista o camussiana. Male che fosse andata – il Pd che fa cadere il governo e tenta la "rivoluzione d'ottobre" – il sistema politico si sarebbe potuto scomporre/ricomporre attorno all'asse delle riforme, tra un "partito Monti" (anche senza Monti) e un "partito Grecia". La gioiosa macchina da guerra di Vasto si sarebbe infranta sul muro di un nuovo, ampio fronte moderato. Uno scenario in cui anche i mercati avrebbero potuto intravedere finalmente una certa chiarezza nella politica italiana.
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1 comment:
Dobbiamo essere COESI!
Dobbiamo essere AUSTERI!
Sobri! Poveri! Affasciati contro il complotto demoplutogiudaiocomassonico in versione XXI secolo!
Dobbiamo essere e rimanere quello che siamo sempre stati da un secolo a questa parte: fasciocomunisti, statolatri, sudditi e soprattutto MAI UOMINI LIBERI!
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