Ennesimo venerdì nero. Piazza affari perde un altro 3,43% e la tensione sulla Spagna è altissima: cds ai massimi (500 punti) e rendimenti al 6%. Il nostro spread è tornato nella scia di quello spagnolo e segue a 385 punti. L'economia mondiale volge al peggio, a indicarlo è il Pil cinese, che nel I trimestre 2012 è cresciuto "solo" dell'8,1% rispetto allo stesso periodo del 2011. Magari crescessimo noi a quel ritmo, peccato che per la Cina è un vistoso rallentamento (il livello più basso dal 7,9% del II trimestre 2009), dovuto soprattutto al calo della domanda internazionale.
Ma non sono neppure le peggiori notizie della giornata. La nostra produzione industriale infatti continua la sua caduta verticale (si è contratta di oltre 1/5 dall'aprile 2008). Il dato Istat di febbraio è un -0,7% rispetto a gennaio (-6,8% su base annua), il peggior dato dal novembre 2009, quando la produzione segnò un calo del 9,3%. Tutto questo potrebbe significare che stiamo entrando in una recessione molto simile, in termini di Pil, a quella del 2008-2009, con la differenza che questa volta viene dall'Eurozona.
In questo scenario, non c'è proprio modo in cui l'Italia possa immaginare di raggiungere il pareggio di bilancio nel 2013, e onorare gli impegni di rientro dal debito previsti dal fiscal compact, senza tagliare in profondità la spesa pubblica e abbattere in modo diretto lo stock del debito pubblico.
Eppure il governo Monti pensa a tutt'altro: approva una riforma della Protezione civile (bene), che chiama «strutturale» non si sa su quali basi, reperendo risorse da un ulteriore aumento delle accise sulla benzina: 5 centesimi. Il fatto stesso che per un'attività - questa sì fondamentale - di cui deve occuparsi uno Stato, cioè la difesa e il soccorso dei suoi cittadini colpiti da catastrofi naturali, non bastano le tasse che già paghiamo (il 45% del Pil) ma bisogna aggiungerne di ulteriori, è la dimostrazione che la spesa pubblica è letteralmente impazzita. Come può nell'enorme montagna di spese statali non rientrarci la Protezione civile? Dov'è che buttiamo tutti quei soldi?
Invece di chiederselo, il presidente della Repubblica non trova di meglio che prendersela con evasori e speculatori, per tutti gli statalisti le vere e proprie streghe di questa crisi da basso impero, e scherzare con Monti su chi tra i due è «volontario» e chi «riservista» della Repubblica.
Incalzato dalla recessione e dalla paura del "contagio spagnolo", il premier Monti è anche sempre più nella morsa dei partiti. Per martedì prossimo è fissato un nuovo vertice con ABC sulla crescita, dove con ogni probabilità sarà costretto a riaprire il testo della riforma del lavoro, almeno al capitolo flessibilità in entrata. La pressione da parte del Pdl infatti aumenta. Ormai Monti dopo aver ceduto a Pd e Cgil sull'articolo 18 non riesce più a tenere il punto su nulla. Il partito di Alfano è attivissimo anche sul fronte fiscale: chiede che il pagamento dell'Imu in tre rate (soluzione che a dire dell'Anci sarebbe «devastante») e la sua abolizione nel 2013. Bersani non è certo rimasto a guardare il ritrovato protagonismo del Pdl e sta sul pezzo: anche il Pd ha delle «correzioni» da proporre sulla riforma del lavoro; e «alleggerire» l'Imu è possibile, basta «compensarla con una tassa personale sui grandi patrimoni immobiliari». Tagliare la spesa proprio no eh?!
Altro giro altra corsa per Monti, che appare sempre meno in grado di riprendere il cammino delle riforme. La lettera della Bce di agosto e gli impegni assunti con l'Ue restano per lo più inattuati. Il contesto economico peggiora, così come quello interno, e l'intervento del Fmi è tutt'altro che scongiurato.
Nel frattempo il "partito Grecia" oggi è sceso in piazza contro la
riforma delle pensioni e sindacati e Pd attaccano sul caos esodati,
chiedendo le dimissioni del presidente dell'Inps. A questo punto, forse,
alla Fornero sarebbe convenuto indire un censimento telefonico,
mettendo a disposizione un numero verde: "Siete tra gli esodati?
Chiamateci!".
3 comments:
la recessione non è un pranzo di gala,certo questo Governo sembra avere tutte le carte in regola per renderla molto peggiore del previsto.
Toni
Federico sei diventato uno dei migliori e più completi analisti politici in chiave liberale che si trovino in circolazione.
Andrea
Grazie! Troppo buono ;-)
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