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Tuesday, March 15, 2011

Se l'America abdica al suo ruolo

«Libya is what a world without U.S. leadership looks like».
Non c'è frase più eloquente di questa del Wall Street Journal per far comprendere le nefaste conseguenze della mancanza di leadership da parte dell'America di Obama nella crisi libica. La Libia riconquistata da Gheddafi come metafora di un mondo senza leadership americana. «Quando gli Stati Uniti si rimettono al mondo, il mondo non riesce a decidere cosa fare, e il vuoto è riempito da una dittatore e i suoi uomini violenti che sono giunti alla conclusione che nessuno li fermerà». Segue la lunga serie delle tragicomiche iniziative della «comunità internazionale» cui abbiamo assistito in queste settimane.

«Quando gli Stati Uniti non esercitano la loro leadership, - conclude il WSJ - il mondo ritorna alla sua modalità di default, una Torre di Babele diplomatica. Ciascuno discute "opzioni" ed "eventualità", ma nessuno ha la volontà di agire, mentre i predatori marciano... Quando gli Stati Uniti decidono di agire come qualsiasi altro, il risultato è il Ruanda, il Darfur e, ora, la Libia». Ma, aggiunge il WSJ, la differenza stavolta è che le conseguenze di una vittoria di Gheddafi in Libia non sarebbero solo «umanitarie». Il prezzo pagato al multilateralismo di Obama sarebbe altissimo. Se il Colonnello resta al potere dopo che il presidente Usa gli ha intimato di andarsene, «il colpo inferto all'influenza americana e all'ordine mondiale sarebbe enorme».

Non solo i dittatori, anche amici e avversari dell'America impareranno a contare sul multilateralismo come migliore garanzia di non-intervento, di inazione, e per imbrigliare la potenza e l'influenza degli Usa. Mentre il mondo discute le varie opzioni, se e quando venisse presa una decisione, sarebbe sempre troppo tardi. «Questo è sempre un messaggio pericoloso da mandare, ma soprattutto con un Medio Oriente alle prese con la rivoluzione».

Forse all'inizio sarebbe bastato un soffio per liberarsi di Gheddafi, ma ogni giorno che passa un eventuale intervento diventa sempre più costoso. C'è chi ritiene infatti che ammesso che si voglia, e si riesca ad attuare rapidamente, una no-fly zone non basterebbe, perché a questo punto Gheddafi sembrerebbe in grado di riconquistare Bengasi anche senza aviazione. Che poi l'atteggiamento ambiguo del nostro governo ci metta al riparo dalle ritorsioni di un Gheddafi vittorioso è a mio avviso una maledetta illusione. Nella migliore delle ipotesi, dovremo ritrattare tutto daccapo concedendo il doppio, in termini di denaro e umiliazioni.

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