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Wednesday, October 24, 2012

La Commissione grandi fiaschi/2

«Contrary to the majority of the news coverage this decision is getting and the gnashing of teeth in the scientific community, the trial was not about science, not about seismology, not about the ability or inability of scientists to predict earthquakes». Qualcuno, anche nel mondo scientifico oltreoceano, comincia ad arrivarci. La reazione incredula e sdegnata del mondo scientifico internazionale si deve al sensazionalismo con cui i media hanno riportato la notizia della sentenza dell'Aquila. Il boccone era ghiotto, perché in un paese così screditato in tutte le sue istituzioni come l'Italia, e la magistratura tra le prime, che si possa venire processati, e condannati, per non aver previsto un terremoto suona persino verosimile.

Il reato contestato, e quindi la pena, come ho già scritto, mi sembrano assurdi, ma almeno cerchiamo di metterci d'accordo sull'accusa rivolta ai sismologi e agli altri esperti della Commissione grandi rischi: togliamoci una volta per tutte dalla testa che sono stati condannati per non aver previsto il terremoto. E', semmai, l'esatto contrario: proprio perché i terremoti sono scientificamente imprevedibili, i commissari sono stati accusati di essersi spinti troppo imprudentemente nella previsione opposta - ma sempre di previsione si tratta - e cioè che fosse «improbabile» una forte scossa. Se non si può prevedere che un terremoto ci sarà, non si può prevedere nemmeno che non ci sarà, come invece suggerirono gli esperti. Quindi, l'accusa è di aver fornito «informazioni incomplete, imprecise e contraddittorie sulla natura, le cause, la pericolosità e i futuri sviluppi dell'attività sismica», dopo una riunione tecnica (45 minuti per valutare il rischio comportato da 400 scosse in quattro mesi di sciame sismico) definita «approssimativa, generica e inefficace».

Il pm parla di «monumentale negligenza» che portò ad un «difetto di analisi del rischio». Ciò che si contesta, insomma, è un tipo di responsabilità con cui ha a che fare qualsiasi professionista. Il giudice può aver valutato male, la sentenza potrà rivelarsi sbagliata, si vedrà dopo il secondo grado di giudizio, ciò che è uscito da quella riunione forse non corrisponde ai pareri effettivamente espressi dagli scienziati, qualcun altro è responsabile di un'errata comunicazione agli aquilani. Tutto si può sostenere a discolpa degli esperti condannati, e per criticare la sentenza, ma non si può mistificare la natura dell'accusa.

Leggendo il verbale della fatidica riunione del 31 marzo (colpevolmente redatto solo dopo il terremoto del 6 aprile, quindi a forte rischio "inquinamento") si ha effettivamente l'impressione di una discussione approssimativa, generica e confusa, persino sui concetti di previsione e di valutazione del rischio. Quando si parla di «valutazione del rischio», ciò che era chiamata ad effettuare la Commissione, non s'intende affatto la mera previsione che si verifichi o meno l'evento pericoloso, o almeno non si esaurisce in un esercizio probabilistico. Si tratta di un concetto ben più complesso, che in quella riunione sembra fosse ignorato, e che comprende sì la probabilità del verificarsi dell'evento, in questo caso il terremoto, ma ponderata con la vulnerabilità dei soggetti esposti al pericolo e con il loro valore (in termini umani e materiali). All'Aquila in quei giorni poteva anche risultare bassa la probabilità, ma la vulnerabilità e il valore dei soggetti esposti erano evidentemente ai massimi livelli e avrebbero richiesto, è quanto sembra concludere la sentenza, maggiori cautele. Erano chiamati ad effettuare una valutazione del rischio, si sono limitati a fare una previsione. Sbagliandola.

Se poi il fatto che i terremoti siano imprevedibili rende automaticamente non fattibile una valutazione del rischio, allora la convocazione stessa di una Commissione grandi rischi per questo tipo di eventi non ha senso, quindi se i sismologi si dimettono da essa ce ne faremo una ragione.

1 comment:

Anonymous said...

Alla riunione del 31 marzo (a forte rischio "inquinamento") non erano presenti solo i 7 membri della Commissione ma anche rappresentanti della Protezione Civile locale, della Regione e del Comune dell'Aquila (Massimo Cialente incluso).

Hecks