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Tuesday, May 03, 2005

Le giravolte intorno al Sismi

Un controrapporto molto cauto quello diffuso ieri dalla Farnesina in risposta a quello americano sul caso dell'uccisione dell'agente Calipari a un check point Usa a Baghdad. Non una «versione controfattuale», ma «mille accortezze». Palazzo Chigi, insinua il Riformista, si sarebbe «tenuto in tasca le obiezioni più rilevanti». Fermezza sì, ma non i toni della sciagurata Sigonella (per fortuna), per preservare i rapporti con l'opposizione in materia di sequestri al contempo evitando scontri con Washington. Nell'occhio del ciclone per la gestione del sequestro e dell'operazione di rientro sono rapidamente finiti Gianni Letta e il direttore del Sismi Pollari.

Il vulcanico ex presidente della Repubblica Francesco Cossiga va più in là nell'insinuazione, è sicuro che Italia e Usa, alla fine, faranno ricadere la responsabilità della morte di Calipari sul Sismi.
«E' ormai chiaro che parte del Governo, parte della diplomazia e gli alti comandi militari pur di salvare i rapporti con l'Amministrazione Bush e con i comandi militari americani e giustificare ancora la nostra inutile e pericolosa presenza militare in Iraq, si accingono a far ricadere la responsabilità di quanto accaduto alle porte dell'aeroporto di Baghdad sul Sismi anche al fine di "riconquistare" il servizio stesso ai Comandi militari italiani, come ai bei tempi tempi del Sifar!».
Ma se non si trattasse di "far ricadere"? Se più semplicemente Berlusconi e Fini avessero scelto in un primo momento di coprire le responsabilità di Letta e Pollari dinanzi agli americani e all'opinione pubblica, ma a un certo punto, avessero deciso di smarcarsi quando quelle posizioni non erano più difendibili? Fin dal principio il Sismi, su una consonante ondata emotiva dell'opinione pubblica, ha inseguito una condanna preventiva dei soldati che hanno sparato per ottenere un'assoluzione preventiva del suo operato. Tutte le indiscrezioni fatte filtrare da "fonti del Sismi" e "ambienti di governo" sulle prove che dovevano inchiodare gli americani alle loro responsabilità, giocando sull'«orgoglio patrio» e facendosi forti dell'eroismo di Calipari, non compaiono però nel rapporto diffuso.

Il comportamento auto-assolutorio del Sismi, veemente nel chiamare in causa le responsabilità americane, si è mosso di certo e subito in sintonia con la reazione emotiva della sinistra italiana che, dalla assurda tesi del complotto a quella più ragionevole dell'errore, ha puntato subito l'indice contro gli americani dal "grilletto facile" facendo quadrato intorno al Sismi, in passato vituperato, e al funzionario che ha dato la vita per salvare la "compagna Sgrena". Sintonia dovuta a un istinto di autodifesa o cercata per un calcolo politico da parte del Sismi e del suo direttore?

Fatto sta che Palazzo Chigi e la Farnesina hanno deciso di smarcarsi e non andare oltre nel difendere l'operato del Sismi in contrasto con Washington. E la possibilità di una convergenza politica tra Pollari e i vertici della sinistra, entrambi nella prospettiva della probabile prossima consegna di poteri a Palazzo Chigi, può essere stata un'ulteriore buona ragione agli occhi di Berlusconi e Fini per smarcarsi con una certa fretta non associando la propria faccia agli errori di Pollari-Letta.

Questi ipotetici tatticismi "politici" nulla tolgono al fatto che degli errori ci sono stati e, dopo l'ubriacatura iniziale, non mi sembra un'inutile tiritera ricordare ai molti che l'hanno voluto scordare che in quella che rimane una tragica fatalità di "fuoco amico", le responsabilità ci sono e sono condivise.

Eloquente, partendo dall'articolo su il Riformista, il commento postato dal direttore di Radio Radicale, Massimo Bordin, sul forum di Radicali Italiani:
«No, quell'articolo arancione ha un altro senso (che ho cercato di mostrare): grande irritazione del Sismi che fa sapere, tramite il Riformista che volentieri si presta, che aveva dato al governo ottime pezze d'appoggio, e quelli, vili, non le hanno usate. "Vogliono scaricare tutto sui servizi!!" Giunge in soccorso l'immancabile Cossiga, dove? Ma sull'Unità, che diamine! Il generale lavora, lavora... Può essere che ci caschi anche qualcuno del centrodestra, magari domani leggiamo su Libero o sul Giornale "Giù le mani del gruppo De Benedetti dal valoroso generale Pollari!"».

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