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Thursday, May 05, 2005

Quei guastafeste di Bush e della Storia

Manifesto dell'Armata RossaLa vogliamo dire tutta? Il 9 maggio ricorre il 60esimo anniversario della fine della Seconda Guerra Mondiale, ma l'Unione Sovietica è un vincitore dimezzato dal punto di vista morale. Determinante per la sconfitta del nazifascismo, a differenza degli altri alleati non ha liberato un bel niente, ma ha solo sostituito l'oppressione nazista con la sua oppressione in mezza Europa. Per questo l'Urss è un vincitore di serie B. Tra l'altro, non dimentichiamoci che Stalin scese a patti con Hitler per la spartizione della Polonia e solo l'invasione tedesca costrinse Mosca a reagire, approfittando poi delle circostanze e della presenza dell'Armata rossa nell'Europa dell'est per soddisfare la propria fame di "spazio vitale" e di imperialismo comunista.

A Mosca il 9 maggio si festeggia alla grande e ci sarà anche il presidente americano Bush. Ma per molti non c'è proprio nulla da festeggiare: per i tre Paesi baltici (Lituania, Estonia e Lettonia), per l'Ucraina e la Georgia di Yushenko e Saakashvili, la fine della dittatura di Hitler segnò l'inizio di quella di Stalin. Oltre 40 anni da incubo. Dunque, la polemica investe Putin: richieste di scuse, risarcimenti miliardari alle vittime dello stalinismo, disputa sui confini nello spazio post-sovietico.

Richieste che stridono con le imponenti celebrazioni preparate da Putin (a chi sia venuta la splendida idea di festeggiare a Mosca e non, per esempio, a Berlino, non è dato di sapere). In quattro giorni: vertice dei Paesi della Csi, parata del sessantesimo anniversario con 56 capi di Stato, incontro Putin-Bush, vertice Russia-Ue, riunione del Quartetto. A guastare la festa dell'ex Armata Rossa, il presidente Bush, che ha scritto ai presidenti baltici: «In Occidente la fine della Seconda Guerra Mondiale significò liberazione. Ma nell'Est e nell'Europa centrale segnò l'occupazione sovietica, l'annessione di Estonia, Lettonia e Lituania, e la dittatura comunista». Mai una parola di scuse e l'assunzione delle responsabilità.

E Bruxelles si associa: «Mosca riconosca prima – ha dichiarato il vicepresidente della Commissione Guenther Verheugen – l'occupazione dei Baltici». Esigere le scuse però non significa nulla «senza parlare di cosa di fatto Putin fa oggi in continuità con i metodi del regime sovietico», come scrive mic. Dura, e di stampo "sovietico", la rappresaglia verbale del Cremlino, affidata ai ministri di Esteri e Difesa, che accusano ancora i baltici di collaborazionismo con Hitler: «Non dobbiamo chiedere scusa a nessuno né rispondere a chi riscrive la storia in malafede e lascia sfilare veterani con la croce uncinata al braccio».

Il prof. Yuri Nilcolaevic Afanasiev guarda con occhio disincantato ai preparativi per la "festa della Vittoria" e nelle sue lezioni non ha paura di affermare che «in Russia è in corso la riabilitazione dello stalinismo, mentre le istituzioni democratiche sono dei simulacri». Da leggere. In un «clima surreale» di «proclami nazionalisti» - Giampaolo Visetti conclude il suo articolo per la Repubblica con un'immagine inquietante ma emblematica della Russia di oggi - è «come se tra Stalin e Putin non ci sia stato nulla in mezzo».

5 comments:

michele said...

oggi il tuo blog tutto rosso mi sembra il sito della ferrari ;-) dove si compra il cappellino di schumacher?

Anonymous said...

Ciao e complimenti per il Blog.
Sto leggendo un po' tutto di fretta perchè ti ho scoperto da poco.
Tornerò con calma.
Nel frattempo ti ho linkato così ti ritrovo :D

Ciao!

P.S. La bellissima considerazione iniziale mi sarebbe servita in una polemica di giorni fa...

Anonymous said...

Perfettemente d'accordo con te, se non per il fatto che la seconda guerra mondiale finisce in Europa l'8 di maggio. Il nove maggio è invece la Giornata dell'Europa (anniversario della dichiarazione Schuman).

Anonymous said...

aggiungo solo i miei complimenti: bellissimo post. Stupento.

Anonymous said...

...invece, per l'Unità, Bush e' una specie di minus habens politico (e non solo), che proprio non capisce che non deve danneggiare "il suo utile e prezioso alleato russo", ad esempio accordandosi col Cremlino per non destabilizzare il democratico Lukashenko in Bielorussia, ed altre amenita', qui sotto:

http://www.unita.it/index.asp?SEZIONE_COD=HP&TOPIC_TIPO=&TOPIC_ID=42484

Che disgusto...