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Tuesday, May 10, 2005

Bush ai confini dell'impero. Accolto da liberatore

Via le truppe russe dalla Georgia

Lodando la "rivoluzione delle rose", che «ha ispirato persone in tutto il mondo che vogliono vivere libere», il presidente americano Bush si è concesso a una folla di oltre centomila persone, mosse da un entusiasmo senza precedenti, in Piazza della Libertà a Tbilisi, in Georgia. Bush raggiunge i confini dell'ex impero sovietico per parlare di nuovo di libertà e democrazia, sostenere i governi che procedono verso riforme democratiche, parlare chiaro a quelli che si oppongono (il discorso).

Un Bush, raccontano le cronache, apparso più coinvolto dall'entusiasmo di Tbilisi che dalle scenografie un po' teatrali di Mosca. La libertà è «il futuro di tutti i Paesi e di tutte le persone al Mondo», ma è «un lavoro di generazioni», ha avvertito. Le società libere sono pacifiche e fare avanzare la causa della libertà e della democrazia nel mondo significa fare avanzare la causa della pace.

«Dopo la rivoluzione delle rose nessun paese è mai stato così vicino alla Georgia come gli Stati Uniti», ha ricambiato il presidente georgiano Mikhail Saakashvili, che oggi in un articolo sul Washington Post ha sostenuto la necessità di una nuova Yalta democratica e di libertà.

Bush ha incoraggiato la Georgia a proseguire nelle riforme democratiche della società e, dal punto di vista politico-diplomatico, ha insistito sul rispetto della sovranità georgiana, quindi contro la presenza di truppe russe sul territorio e contro il tentativo di Mosca di provocare le scissioni di Ossezia e Abkazia. Il presidente Usa ha inoltre assicurato il sostegno statunitense alle ambizioni della Georgia di adesione alla Nato e all'Europa.

Da quanto tempo non assistevamo in Europa a folle che scandiscono il nome di un presidente americano, a cartelli che inneggiano al suo nome, allo sventolìo di bandierine Usa? Dobbiamo chiederci perché i popoli che conquistano oggi la libertà e la democrazia plaudono all'America e invece in Europa occidentale, dove ci siamo arricchiti protetti dai sacrifici americani siamo invece così rancorosi. E' questo il segno dei tempi, del declino europeo?

1 comment:

Anonymous said...

Complimenti davvero, ho linkato questo post
;-)