Alle isterie elettoralistiche che hanno colto la sinistra nel commentare il discorso di Berlusconi al Congresso degli Stati Uniti si ribella anche Piero Ostellino, ieri sul Corriere. Per cinque anni, dice, si è blaterato che con Berlusconi al governo non c'era libertà d'informazione, da sempre viene detto che l'amicizia con gli Stati Uniti è un pilastro fondamentale della politica estera italiana. Poi, quando il presidente del Consiglio va a Washington a parlare al Congresso, cosa sono capaci di fare Prodi e gli altri leader del centrosinistra? Gridano allo spot elettorale, denunciano pateticamente la violazione della par condicio. «Ma davvvero, signori del centrosinistra, pensate basti (...) per passare da "liberatori" e convincere gli italiani a votarvi?».
Con «raccapriccio e rabbia» il liberale Ostellino intravede il riemergere in queste reazioni scomposte di «un'intolleranza tutta italiana». Nella circostanza Prodi si è dimostrato un politico «mediocre». «Più che un crimine contro la libertà d'informazione e l'interesse nazionale, il vostro mi sembra un caso esemplare di stupidità e autolesionismo politici».
A tutto questo si aggiunge un altro clamoroso autogol. Sembra ufficiale: Berlusconi si confronterà con Diliberto, venerdì sera a Matrix. Ds e Margherita sembrano irritati ma anche stavolta non sufficientemente avveduti e determinati per fermare Diliberto. Ogni volta che Bertinotti e Diliberto parlano, e ogni volta che gli viene offerta, in modo calcolato, l'occasione di rappresentare l'Unione davanti a Berlusconi, Berlusconi guadagna inevitabilmente i voti degli indecisi o di chi, deluso dalla CdL, viene posto di fronte a un'alternativa ben peggiore. Poi si lamentano che ha gioco facile a dire che il centrosinistra è un covo di comunisti. Gli ambienti prodiani non sembrano preoccupati più di tanto: «Berlusconi scoprirà che Diliberto non mangia i bambini». Forse i bambini no, ma fossi ebreo non mi avvicinerei troppo.
I leader del centrosinistra dovrebbero denunciare la vera e propria "intelligenza col nemico" di Diliberto e Bertinotti, che per un po' di visibilità in più e uno "0," espongono l'Unione al serio rischio della sconfitta. Sono consapevoli di far perdere voti alla coalizione, ma da comunisti sono più interessati a cavalcare ed egemonizzare, in caso di sconfitta, l'esasperazione degli elettori e la radicalizzazione dello scontro politico.
«Volete perdere le elezioni dopo averle (quasi) vinte? Se continuate così le perdete di certo. E se le vincete c'è di che preoccuparsi», conclude Ostellino.
Già, sembra che i leader dell'Unione stiano facendo di tutto per perdere le elezioni, ma se l'Unione le perdesse davvero? Per alcuni versi potrebbe essere addirittura condizione migliore per l'alternativa liberale, laica, socialista, radicale.
2 comments:
Bè, me lo auguro di cuore, allora!
Intelligenza col nemico di Diliberto.
Un nuovo Moretti si affaccia.
Il dolce Enrico
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