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Friday, March 17, 2006

Confronti tv. Boselli luci e ombre

«La spesa pubblica è salita e ne sono orgoglioso» (Giulio Tremonti, 17.03.2006)

Casini, Tremonti, Bertinotti e Boselli a Porta a Porta. Si può partire da cosa indossavano. Bertinotti fuori classe; Bene Tremonti, abito blu con camicia azzurrina a effetto bianco; Casini scivola sulla camicia, azzurro tramviere; Boselli dovrebbe rivedere parecchie cose: la camicia bianca in tv spara, il grigio dell'abito era troppo chiaro e decisamente fuori tono i calzini neri.

Per una prima mezz'ora buona Boselli non pervenuto, anzi sotto-zero. Non coglie la strategia di Casini e Tremonti, ben diversa da quella di Berlusconi. Non descrivono un paese dove tutto va bene, non ci riempiono di cifre per dimostrare che il loro è stato un governo senza macchia. Non negano i problemi e le difficoltà della situazione economica, dandone invece un quadro non dissimile alla percezione che almeno io posso riscontrare. Questa è la prima condizione per risultare credibili. Gli elettori indecisi potranno o meno fidarsi altri cinque anni, ma se parti negando quella che è una loro netta percezione (potrebbe anche essere sbagliata ma non ci si può far niente) allora sei fuori gioco, non hai neanche la possibilità di renderti credibile per il futuro.

In questo la coppia Tremonti-Casini è riuscita alla perfezione e Boselli non lo ha capito, sprecando ben due interventi (preziosissimi perché i primi, quelli con più ascolto) combattendo contro mulini a vento che non c'erano. Tutto volto al passato - stavolta solo lui, visto che non c'era Berlusconi - mancava di proporre se stesso in positivo per il futuro. Vabbè, il governo avrà fatto schifo, ma vuoi dirci che alternativa proponi?

Nell'arco della trasmissione Tremonti e Casini sono effettivamente riusciti, più di Bertinotti e Boselli, a rappresentare più efficacemente l'"identità" del centrodestra, declinandola al futuro (senza né rinnegare né cancellare i cinque anni passati). I messaggi erano più chiari e più organizzati, sintetizzabili soprattutto in qualche slogan chiave di Tremonti: più sicurezza nei portafogli e contro la criminalità; «meno immigrazione, più tradizione»; «campanile, famiglia».

Se ci aggiungiamo lo statalist-pride di Tremonti («La spesa pubblica è salita e ne sono orgoglioso») balza subito agli occhi come non ci troviamo più di fronte all'offerta elettorale del centrodestra del 2001, quello della "rivoluzione liberale", quello della modernità, della libertà d'intrapresa (frase chiave della campagna di cinque anni fa), ma di fronte a una destra di tipo tradizionalista, Dio-patria-famiglia, con il piccolo difetto che la triade è geneticamente manipolata: Dio-famiglia e, semmai, «identità». Patria è fattore troppo laico e repubblicano. Il messaggio, non m'interessa qui contestarne il merito, è passato.

Registriamo che continua la strategia di contrapporre Bertinotti ai "moderati" della CdL. Così non guadagna certo voti L'Unione, ma ne guadagna il solo Bertinotti e la CdL. Al leader di Rifondazione andrebbero contrapposti esponenti della Lega.

Boselli ha poi recuperato. Quando ormai non ci speravo più ha colto il tema delle liberalizzazioni, introdotto da Casini, la famosa agenda Giavazzi. Di tutti quei temi, che danno alla Rosa nel Pugno un profilo liberale in economia, forse il più decisamente liberale se si guarda ai programmi dei partiti, si è appena parlato, ieri, non in uno scantinato, ma in un convegno alla presenza di Bonino, Capezzone e Villetti, Giavazzi, Boeri. Seppure senza "possedere" gli argomenti, Boselli si è visto costretto dal dibattito a proporsi in positivo sul tema economia. A lui il merito quindi per aver finalmente "speso" una ricchezza della Rosa nel Pugno, fin qui poco espressa, ma anche volutamente accantonata dai media. L'ha fatto presentandola bene dal punto di vista retorico, obiettando a Tremonti e Casini come mai non hanno fatto neanche le riforme liberali a "costo zero".

Poi però ha commesso due errori. All'astuta ma prevedibile contro-obiezione di Casini ("Bertinotti col cavolo che ti fa fare le liberalizzazioni") poteva facilmente replicare che se in cinque anni, pur avendole nel programma e pur essendo riforme a "costo zero", non le hanno fatte, significa che anche nel centrodestra c'erano (ci sono), ben nascosti, dei Bertinotti (Alemanno per esempio? I leghisti?), o peggio, che sono state talmente forti le lobby degli ordini e delle corporazioni, da confindustria ai sindacati, che non hanno neanche avuto la forza di mettere in agenda le liberalizzazioni di servizi e professioni.

Era ovvio che all'obiezione di Casini inoltre bisognava rispondere aprendo un fronte con Bertinotti, tanto più che il leader di Rifondazione, miracolosamente, non si sa come, ha offerto una sponda dicendosi (udite udite) favorevole alle liberalizzazioni delle professioni, che invece sono state (udite udite) difese da Tremonti addirittura ricorrendo alla Costituzione. In sintesi: portiamo nel centrosinistra lo scontro tra sinistra liberale e comunista, visto che alla CdL ormai interessano più le tradizioni e le corporazioni.

Bene invece Boselli sulla laicità, tema "comodo", essendo così distanti le due visioni. Definiti con precisione i termini delle questioni, nonostante i tentativi di Tremonti e Casini di caricaturizzare le posizioni laiche: non si propongono i matrimoni gay, ma i Pacs di Aznar; non si vuole imbavagliare la Chiesa, ma toglierle i privilegi concordatari. Unico neo: Boselli non s'è accorto della rimonta "laicista" di Bertinotti, che, temendo di essere scavalcato da Boselli su questi temi, gli ha ripreso campo. Ecco, Boselli doveva scavalcarlo.

In conclusione: se si sostiene che l'80, 90 per cento degli italiani si forma le proprie intenzioni di voto guardando la tv e che alla Rosa nel Pugno, illegalmente, vengono concessi solo pochi minuti in video, allora occorre studiare di più prima di presentarsi ai rari confronti con i big del centrodestra (che si svolgono a 360° e non solo sui Pacs) e forse la Segreteria del partito dovrebbe prendere in seria considerazione di mandare più spesso Daniele Capezzone, che stamattina ha disintegrato Giovanardi a Radio Anch'io.

P.S. Due parole sull'immigrazione. Va dato atto che la Legge Biagi ha consentito di regolarizzare 600 mila immigrati. E, d'altra parte, la Rosa nel Pugno difende la Legge Biagi. Dei 500 mila immigrati in fila con il kit per la regolarizzazione alcune migliaia è probabile che o ci abbiano provato o non sarebbero stati in regola. Però mi dovete spiegare perché se 4-500 mila immigrati si presentano con un lavoro in regola ne devono essere regolarizzati solo 170 mila. Non era il lavoro la condizione? Inoltre, la legge è inapplicabile e produce illegalità perché 1) non ho visto in fila i datori di lavoro come invece la legge stabilisce; 2) i 170 mila sono già in Italia e non ho visto polizia che procedeva con le espulsioni. La legge Bossi-Fini quindi non funziona, ovvero, funziona solo perché è disapplicata.

15 comments:

Anonymous said...

Ehm, quale lavoro avrebbero?
Il lavoro nero è illegale, amorale e priva chi ne è sfruttato della sua dignità sia di lavoratore che di essere umano.
Visto che i posti disponibili sono stati stimati in 170.000, adesso mi sembrerebbe logico che chiunque sia beccato senza un regolare permesso di soggiorno dovrebbe essere spedito immediatamente a casa sua. Ovviamente i negrieri che li usano dovrebbero chiudere bottega e nei casi più gravi finire dritto in galera, questa è la verità.
Il lavoro Nero non danneggia solo chi lo fa ma anche chi cerca di lavorare in regola, ovvero gli italiani e gli stranieri che chiedono ciò che gli spetta di diritto.

Unknown said...

ancor Boselli e non la Bonino

Se qualcuno mi sa dire quale valenza politica stiano avendo i radicali in piu' rispetto a prima , me lo deve spiegare.
Su Federico spiegami perchè Boselli e non la Bonino

JimMomo said...

Orlando, non ci siamo capiti. Di quei 500 mila in fila con il kit è presmubile che ben più di 170 mila avessero un lavoro regolare, cioè non in nero. Stavano lì apposta per farsi regolarizzare. E' impossibile che 330 mila fossero andati lì a provarci.

Dico: ma se la previsione dei 170 mila si è dimostrata sbagliata, se cioè, metti, il lavoro l'hanno trovato in 400 mila. Adesso che vuoi fare? La legge non funziona, perché quelli non dovevano stare lì. E gli effetti positivi che ha li ha perchè è inapplicata.

Nilo, già adesso la maggior parte delle presenza radio tv è di Capezzone. La Bonino è stata a Ballarò e a Matrix insieme a Boselli, ieri sera a Dopo Tg1 di Mimun. Certo, adesso bisogna cominciare a mandare chi è più efficace, cioè Bonino e Capezzone.

Anonymous said...

Jim, scusami ma questi kit sbaglio o servivano solo a regolarizzare gli irregolari, ovvero quelli che lavorando a nero non avevano il permesso di soggiorno?
Se è così, scusami, ma chi non è rientrato nei 170.000 dovrebbe essere espulso e i negrieri che li tengono in quelle condizioni presi e multati fino a farli rimpiangere di essere nati.

Anonymous said...

Ho dato un'occhiata al sito del Ministero dell'Inetrno e la cosa è così posta:
170.000 permessi da distribuirsi tra chi già lavorava in Italia come stagionale w chi invece in teoria risiede all'estero.
Grossomodo la quota per chi già lavorava in regola è di 50.000 posti, mentre per chi sempre teoricamente viene dall'Estero è di 120.000.
Allora, dato che la parte più cospicua era dedicata ai clandestini già presenti sul nostro suolo nazionale, come si può dire che la maggior parte di coloro che si vedranno respinta la richiesta già lavora in regola.
Jim, nessuno resterà illegale se già aveva un contratto.
Semplicemente quando questo sarà scaduto dovrà tornarsene a casetta sua.
La Bossi-Fini è troppo morbida per compiacere una certa quota dell'elettorato (UDC) e questo la porta ad essere piena di falle borocratiche a cui molti giudici si attaccano di continuo.

Anonymous said...

A me la coppia Bonino-Boselli non dispiace!

Devi passare da me, che c'è una cosa che t'interesserà!!!

Inoz

http://inoz.ilcannocchiale.it

Anonymous said...

Senza offesa per Capezzone, a disintegrare Giovanardi ci vuole poco... :P

Anonymous said...

Ho visto il confronto fino alla questione Pacs, mi è parso che fino a quel momento Casini e Tremonti abbiano semplicemente massacrato i loro avversari. tengo a dire che sono ancora indeciso se votare Rosa nel Pugno oppure Forza Italia ma certo che l'obiezione di Casini sulle liberalizzazioni mi ha fatto riflettere molto. Inoltre mi sono chiesto, va benissimo eliminare gli ordini professionali, ma allora, perchè non i sindacati ? Non sarà prorpio per questa equazione che Bertinotti ci va molto cauto ?

Anonymous said...

Jim mi dai 10 ragioni per votare Rosa nel pugno?
Visto che ad oggi non so ancora per chi votare, puoi spiegarmi in modo molto sintentico le ragioni dei radicali di sinistra?
Ciao

Anonymous said...

Siamo proprio sicuri (io vorrei esserlo) che vada Boselli e non Capezzone perché lo decide la RnP e non perché lo decide -con una decisa "moral suasion"- il comitato centrale dell'Unione? Boselli è morbido, Capezzone invece è scomodo. Perché, vedi, Daniele può anche permettersi di dichiarare alle agenzie di stampa che Berlusconi al congresso americano è stato ridicolo (sì, lo so, poi ha leggermente corretto, trascurato dai media) e che l'altra sera, contro Prodi, "quel mercante di tappeti" del Berlusca finalmente si è rivelato nudo. Possibile, certamente, ora che siamo in campagna elettorale. Magari vantaggioso. Ma si provi, il buon Daniele, dopo le elezioni, certamente vinte, a dire qualcosa di analogo, magari di anticlericale contro le roccaforti prodiane e rutelliane, o qualcos'altro (una "ricchezza" della RnP) sull'atlantismo, l'America, o l'economia liberale contro le corazzate paleo-comuniste che reggono la stampella diessina, la cosiddetta "sinistra". Vedrai che silenzio assordante, allora. Vedrai quanti passi avanti nelle sabbie mobili. Non che di qua sarebbe andato certamente e terribilmente meglio, sia chiaro.
Temo comunque che la Rosa nel Pugno durerà, nell'Unione, giusto il tempo per il battito d'ali di una farfalla.
Woody

Anonymous said...

Ammetto che cacciar via Tremonti è l'unico buon motivo per votare Prodi.

Cosa ci trovi in Boselli te lo volevo chiedere ieri ma me lo sono dimenticato. Ne approfitto per chiedertelo oggi.

Il CDX non può puntare credibilmente sul liberalismo, visti i cinque anni trascorsi, e se anche volesse di certo dovrebbe prima nascondere Casini e Tremonti in cantina. Grande discorso quello di Berlusconi a Confindustria, e la cosa mi fa rosicare ancora di più.

Purtroppo l'exploit di Berlusconi è credibile poco più dell'applicazione dell'agenda Giavazzi da parte del CSX.

Sulle palle al piede del CDX, più che la Lega (che lo è a giorni alterni) citerei l'UDC (che lo è 24/7, anzi, 25/8).

In quanto a corporazioni, tra PDL3748 e LegaCoop (e grandi giornali e magistratura) la differenza di parassiti attaccati al portafoglio dei contribuenti è tutta a vantaggio del CDX.

Facciamo un albo dei ministri dell'Economia e bocciamo Tremonti all'esame.

Sulla Bossi Fini anch'io ho lo stesso dubbio: se ci sono 500.000 lavoratori regolari ci devono essere 500.000 permessi.

Piacere di averti conosciuto ieri sera.

Anonymous said...

500.000 permessi per rubare il lavoro agli italiani, ecco cosa sarebbero, altro che chiacchiere!
La maggior parte lavorano a nero sottopagati e sfruttati, altri hanno solo lavori stagionali, ma come questi siano paragonabili a lavoratori in regola che non hanno bisogno di nessun permesso per il semplice fatto che sono nostri concittadini, ecco questo mi sfugge.
Destra e sinistra vogliono gli immigrati per i loro sporchi fini, a scapito degli italiani indigenti e di chi grazie a loro lo diventeranno.
Gli imprenditori che usano il lavoro nero dovrebbero marcire in galera, e gli immigrati senza permesso espulsi in non più di 72 ore.

Anonymous said...

Il lavoro degli italiani è messo in pericolo dalla classe politica italiana, non dagli stranieri.

Sono trent'anni che spendiamo i risparmi degli italiani per comprare voti alle elezioni, danneggiamo il risparmio con l'inflazione, regolamentiamo ogni attività produttiva per renderla inefficiente, cacciamo i capitali stranieri, impediamo l'utilizzo produttivo di milioni di italiani con la contrattazione nazionale imposta dai sindacati.

Questi sono i problemi. Gli immigrati sono capri espiatori.

Anonymous said...

Sono trent'anni che spendiamo i risparmi degli italiani per comprare voti alle elezioni, danneggiamo il risparmio con l'inflazione, regolamentiamo ogni attività produttiva per renderla inefficiente, cacciamo i capitali stranieri, impediamo l'utilizzo produttivo di milioni di italiani con la contrattazione nazionale imposta dai sindacati.

Non è tragicomico? Queste lamentele si sentivano uguali uguali alla fine degli anni '80, al crepuscolo della Prima Repubblica. Si sperava che, crollata la partitocrazia, sarebbe crollato anche il modo di governare basato su "usiamo i soldi per vincere poltrone, al bilancio penserà il prossimo premier". E invece...

Anonymous said...

Lascerei perdere il "comico". Non c'è niente da ridere.

La politica crea problemi e impedisce le soluzioni. Se prendo quel cretino che ha inventato lo stato lo prendo a calci. :-D