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Monday, March 20, 2006

In migliaia trascorreranno la notte in piazza contro Lukashenko

Diimostranti in piazza a MinskFioccano le bocciature internazionali per le elezioni "farsa" dalle quali Lukashenko è uscito riconfermato al potere in Bielorussia (con l'82% dei voti su un'affluenza del 92%). Non accade spesso che Unione europea e Stati Uniti si esprimano con nettezza e all'unisono contro una dittatura ed esplicitamente a sostegno delle forze democratiche. Non riconoscono la vittoria di Lukashenko e appoggiano la richiesta di nuove elezioni. E questo ha indubbiamente dato coraggio ai leader dell'opposizione, i cui sostenitori, come previsto, stasera sono tornati a riempire, forse ancor più numerosi ed equipaggiati, la centralissima piazza d'Ottobre di Minsk.

Charter 97 parla di oltre 20 mila persone già sulla piazza. E' stato allestito un sistema di amplificatori e la polizia ha requisito alcune tende anche se altre sono state piantate. Milinkevich ha preso la parola: «Hanno annunciato i risultati del voto presidenziale. La gente sta ridendo. E' una disgrazia. Si sono isolati da soli. Temono il popolo. Il loro potere si regge sulle bugie e la violenza. Noi siamo il popolo libero della Bielorussia. Noi non riconosciamo i risultati del voto. E' un colpo di stato costituzionale! E' la presa di potere di Lukashenko e la sua cricca. Noi siamo per lo stato di diritto! Noi non ci arrenderemo! Chiediamo elezioni libere e corrette! Siamo per la libertà, la verità e la giustizia! La nostra protesta sarà lunga e forte!».

I leader dell'opposizione hanno proclamato una Dichiarazione del Popolo bielorusso in cui si accusa Lukashenko di aver impedito un voto libero e corretto e la Commissione elettorale centrale di aver falsificato i risultati. Si chiede quindi la ripetizione delle elezioni il 16 luglio prossimo. Sulla piazza suonano dei gruppi rock, intervengono artisti e intellettuali, la gente grida "No alla dittatura". L'atmosfera è pacifica e festosa. Milinkevich ha annunciato che occuperanno la piazza fino alla vittoria e ha invitato tutti a fornire generi di conforto. I dimostranti si preparano a trascorrervi tutta la notte.

Nel corso della giornata di oggi si sono susseguite le prese di posizione sulle elezioni "farsa":

Ocse e Consiglio d'Europa. Gli osservatori elettorali dell'Osce (Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa) e del Consiglio d'Europa hanno dichiarato che le elezioni «non sono state democratiche», che non hanno rispettato «gli standard internazionali per un voto libero e corretto». «In un paese dove le libertà di espressione e di associazione sono così radicalmente e aggressivamente soppresse, il voto non è un esercizio di democrazia, è una farsa», ha dichiarato il segretario generale del Consiglio d'Europa Terry Davis. Non sono tanto i presunti brogli nelle urne, quanto le minacce, le intimidazioni e il generale «livello di repressione» nel paese a renderle tali.

Parlamento europeo. La Delegazione del PE per i rapporti con la Bielorussia ha diramato un comunicato nel quale si dice che Lukashenko «non può essere riconosciuto come il presidente legittimo» e si sostiene quindi la richiesta di ripetizione delle elezioni, da tenersi però nel «pieno rispetto delle norme internazionali». I delegati ribadiscono «il diritto inalienabile del popolo bielorusso di eleggere il proprio leader in maniera veramente democratica» e definiscono le manifestazioni dell'opposizione organizzate ieri «una vittoria contro la paura» e la dimostrazione «di un enorme potenziale democratico in Bielorussia». Inoltre, chiedono alla Commissione europea e ai governi membri sanzioni contro il regime di Lukashenko e allo stesso tempo azioni di sostegno verso la popolazione, favorendo gli scambi culturali.

Stati Uniti. Anche gli Stati Uniti «non riconoscono il risultato delle elezioni» e appoggiano la richiesta della «convocazione di nuove elezioni». Ha reso nota la posizione di Washington il portavoce del presidente Bush, Scott McClellan, poche ore dopo che l'annuncio ufficiale da parte della commissione elettorale a Minsk. La campagna elettorale si è svolta «in un clima di paura», ha aggiunto McClellan, che ha esortato le autorità bielorusse a cessare di «minacciare e detenere coloro che esercitano i loro diritti politici». Washington «sta valutando la possibilità» di sanzioni.

Putin. L'unico a correre in aiuto di Lukashenko è il presidente russo Putin, che è intervenuto personalmente congratulandosi per la vittoria: «L'esito del voto dimostra la fiducia degli elettori nelle tue politiche destinate ad accrescere ulteriormente il benessere del popolo bielorusso».

Blog sulla Bielorussia: Publius Pundit; Blogging Belarus; Neeka's Backlog; Andrei Khrpavistski; br23; The Being Had Times; Tobias Ljungvall

Altre foto su Yahoo News

2 comments:

Anonymous said...

sì... speriamo che il regime non crolli... altrimenti succedono casini.

La Russia è un nostro alleato... meglio evitare che si infastidisca.

Penso tu condivida... :D

aa

JEMP said...

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