Che tempismo, Il Foglio: «A via Solferino, dovesse vincere il centrosinistra, in pochi si sentirebbero all'opposizione. Anzi al momento opportuno dovrebbe giungere l'endorsement prodiano di Paolo Mieli». E la stoccata di chiusura mi sembra il miglior commento all'endorsement di oggi: «Ma il voto del Corriere è un po' come le azioni della vecchia Mediobanca cucciana: non si conta, si pesa e si ottiene a precise condizioni».
L'endorsement ha il merito di fare chiarezza per tutti i lettori su qualcosa già chiaro a molti, ai più. Purtroppo, la mancanza in Italia di editori puri e lo stretto legame politica-finanza-giornali rende sempre cupa l'aria che trasuda dai quotidiani italiani, ma del Corriere non possiamo che continuare a divorare gli articoli di alcuni editorialisti, a condividere le posizioni liberali su economia e laicità, a reclamare per alcune vistose cadute professionali e a denunciare le periodiche randellate politiche. Anche il New York Times però, a volte, si ricorda di essere il New York Times.
1 comment:
Gli editori puri non sono mai esistiti.Se esistessero, sarebbe meglio disfarsene.
Se l'endorsement del Corsera si pesa e chissà se conta, quello del Foglio, giornale tenuto in vita giusto dallo Stato e da Radio Radicale, non pesa e non conta.
Scommettiamo che il cdx darebbe mezzo budget e tre quarti di ministero prossimo per avere un suo mezzo corsivo a favore ?
Gentile Punzi, il tafazzismo alla fine non paga.
Post a Comment