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Friday, March 03, 2006

... e Rosa di ombre

Boselli non sta attraversando un periodo di forma smagliante, e questo preoccupa. Dopo la disastrosa performance l'altra sera a Ballarò, in cui è riuscito a polemizzare con il "riformista" Giuliano Cazzola che difendeva le riforme Biagi e Moratti, le uniche due valide di questo governo, mercoledì ha trovato il modo di unirsi al coro dell'antiberlusconismo che, si sa, porta voti a Berlusconi. Ha detto, sul discorso del premier al Congresso Usa: «Attraverso un aggiramento della par condicio Berlusconi ha potuto continuare dall'altro lato dell'Oceano a fare propaganda elettorale sfuggendo così a qualsiasi regola».

Risulta persino scandaloso, piuttosto, che la diretta di un evento politico comunque di prima grandezza per il nostro paese non sia stata predisposta dalla Rai, negando così agli utenti il servizio pubblico per cui pagano un salatissimo canone. Ci ha pensato ieri mattina Bordin, nella sua rassegna stampa, lui sì in forma smagliante, a lanciare un messaggio a Boselli: «Invocare in questi casi la par condicio, pare, francamente, un argomento da vigile urbano».

Il segretario dello Sdi si è rifatto, parzialmente, ieri. A Diliberto, che ha accusato Berlusconi di aver stretto «mani insanguinate», risponde con una battuta felice: «Diliberto ricordi le mani che ha stretto a Cuba. Si tratta di stupidaggini non giustificate neanche in campagna elettorale».

Anche Ugo Intini, capolista al Senato, straparla di politica estera: grazie a Berlusconi, sostiene, «ci troviamo isolati nell'Europa continentale. Spagna, Francia, Germania hanno costituito di fatto un direttorio nell'area Euro da cui noi siamo esclusi. Questo è il prezzo altissimo pagato da Berlusconi per inseguire Bush e anche di qui nasce la difficoltà, spesso evidente, a difendere gli interessi italiani in sede europea». Direttorio? Non ne vedo di direttori. E anche se fosse, non sarebbe un direttorio che brilla nelle politiche di promozione globale della democrazia.

Mi piacerebbe che il fuoco polemico di Boselli e Intini si concentrasse sulla politica estera dell'Unione, che ancora non si è capito cosa sarà, sospesa tra un Prodi "seguitor" dell'asse franco-tedesco (che non c'è più) e un D'Alema filo-Hamas che non deve aver coltivato la sintonia del '99 con Blair. Per ora campo libero ai Diliberto, anti-israeliani, anti-americani, anti-promozione della democrazia, il miglior spot di Berlusconi. E quando Capezzone prova a reagire, si ritrova solo di fronte agli anti-americani. Se ne accorge Oscar Giannino, per il quale la polemica innescata da Capezzone dovrebbe convincere i dubbiosi «sull'opportunità di un buon successo della Rosa nel Pugno nel centrosinistra». A me piacerebbe vedere formarsi una linea Bonino-Rutelli. Perché non firmano insieme un bell'articolo sul Corriere?

3 comments:

Unknown said...

Su Rutelli- Bonino solo una cosa : Bonino si , ma Rutelli è furoi luogo faccia un passetto avanti in piu' del suo bel nasino . Ormai lo si è capito , fa finta di essere cio' che non è che all'interno della Margherita non potra' mai essere , ovvero un riformista e liberale.

Puoi' darsi che sbaglio pero' , puo' darsi...

Anonymous said...

Camillo-Rocca, oggi:

"Diliberto o gli altri?
Oggi il mio leader Capezzone ha aggiustato un po' il tiro sul discorso del Cav. al Congresso (meno male) e ha detto che il centrosinistra non può rispondere alla politica estera di Berlusconi con Diliberto. Il punto, caro Daniele, non è Diliberto: è D'Alema, è Prodi, è anche il compagno rosapugnista Intini. Insomma, con l'eccezione dell'odiato Rutelli, è tutta la coalizione in cui vi siete cacciati a essere di stretta osservanza dilibertiana".

JimMomo said...

La penso come Rocca.