La posizione dell'ex governatore del Lazio nel procedimento che per ora lo vede "parte lesa" scricchiola sempre di più. Non mi stupirei se tra qualche giorno finisse nel registro degli indagati per calunnia, o addirittura per aver tentato di "comprare" i carabinieri che oggi sono accusati di averlo ricattato. Dopo le ammissioni di ieri, la sua versione collima sempre di più con quella dei militari incarcerati. Adesso sostiene di non aver subito un ricatto, ma una «rapina», e ammette di aver pagato non solo le prestazioni sessuali, ma «qualche volta» anche la cocaina, e che effettivamente, al momento dell'irruzione dei carabinieri, la droga si trovava all'interno dell'appartamento di via Gradoli. Fino a ieri Marrazzo aveva sostenuto che la droga non c'era, mentre ora ammette di averla pagata e di averne fatto uso. Nel primo interrogatorio, infatti, aveva sostenuto che la coca era comparsa con i carabinieri Luciano Simeone e Carlo Tagliente e che era sparita quando i due militari avevano lasciato l'appartamento. Praticamente li aveva accusati di aver introdotto la droga al momento dell'irruzione per incastrarlo. Un'accusa molto grave, che adesso ritratta. Con la transessuale Natalie aveva pattuito soltanto mille euro, il resto del denaro - racconta oggi - gli sarebbe stato «rubato» dai carabinieri, ma in precedenza aveva dichiarato che il prezzo pattuito per la sola prestazione sessuale era di 5 mila euro.
Innanzitutto, le ammissioni di Marrazzo (e qualcosa mi dice che non saranno le ultime) ridicolizzano i tentativi di questi giorni anche solo di accostare il suo comportamento con quello di Berlusconi nel caso D'Addario. Qui c'è acquisto e consumo di cocaina, assegni staccati per 20 mila euro, calunnie. E per ora fermiamoci qui.
Riepilogando: Marrazzo implora i carabinieri di «non rovinarlo», promette loro denaro e favori (è ciò che si sente, anche se confusamente, nel video). I carabinieri si sarebbero accontentati di rapinarlo di 5 mila euro in contati (il prezzo pattuito per la coca e per il sesso) e di tre assegni per 20 mila euro complessivi (che essendo tracciati avrebbero dovuto sapere di non poter incassare). Nessun ricatto: se ne sarebbero andati via senza farsi più vedere né sentire. Dunque, i carabinieri ricattano un personaggio potente come il governatore del Lazio, giocandosi la carriera e rischiando il carcere, per 5 mila euro da dividersi minimo in due? Mmh, mi sembra troppo anche per i carabinieri delle barzellette.
L'ipotesi più probabile è che al momento dell'irruzione Marrazzo se la sia fatta sotto e abbia farfugliato qualcosa per non venire sputtanato. Che, visti i quantitativi di droga, i carabinieri abbiano chiuso un occhio, magari sperando un domani che Marrazzo si ricordasse del favore, e che la vera possibilità di guadagno l'abbiano intravista dopo, insieme al loro "confidente", vendendo il video ai media. Ma aspettiamo gli sviluppi perché ancora molti aspetti rimangono oscuri.
Ma nel frattempo qualcosa si può concludere. «Mi è stato riservato un trattamento che non ha precedenti», ha avuto modo di lamentarsi Marrazzo per la gogna mediatica cui è stato sottoposto. E' vero. Il trattamento che gli è stato riservato non ha precedenti, ma per tutt'altro motivo. Se fosse stata la parola di un cittadino comune contro quella di due carabinieri, a chi avrebbero creduto i magistrati? Al cittadino comune che sorpreso nel mezzo di un festino a base di coca e trans accusava i carabinieri di averlo ricattato e/o rapinato? Chi si troverebbe oggi in carcere in attesa di fare luce sulla vicenda, i carabinieri o il suddetto cittadino comune?
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