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Monday, November 02, 2009

Prendere tempo, il solo vero obiettivo di Teheran

Il ministro degli Esteri Mottaki dice che l'Iran non ha mai detto "no" alla proposta di arricchimento dell'uranio iraniano all'estero avanzata dall'Aiea. E' vero. La scorsa settimana al direttore dell'Aiea ha solo espresso un «parere» e «osservazioni», che però contraddicono nella sostanza la bozza di accordo. «Abbiamo preso in esame questa proposta, ma abbiamo alcune considerazioni tecniche ed economiche in merito», ha spiegato, proponendo una «commissione tecnica» per «riconsiderare tutte le opzioni». E' evidente che il tentativo di Teheran è impantanare le controparti in una lunga ed estenuante trattativa, non sui dettagli dell'accordo, ma sul punto centrale: il trasferimento all'estero in blocco delle proprie scorte di uranio a basso arricchimento.

I ministri degli Esteri di Gran Bretagna, Russia e Francia, e il direttore dell'Aiea, El Baradei, si sono fatti sentire, intimando a Teheran di dare una risposta «rapida». Il più fermo è stato il francese Kouchner, il quale ha avvertito che «non accetteremo tattiche dilatorie». E da Washington? Al momento in cui scriviamo (19:28 ore italiane) tutto tace. L'ambasciatore iraniano presso l'Aiea, Ali Asghar Soltanieh, ha quindi chiarito che l'Iran chiede nuovi colloqui per «esprimere le sue preoccupazioni tecniche, in particolare sulle garanzie di approvvigionamento del combustibile». E' questa la «questione chiave, vista la nostra sfiducia dovuta ad esperienze del passato». «Siamo pronti ad un nuovo ciclo di discussioni tecniche», ha quindi aggiunto Soltanieh, auspicando che possa tenersi «al più presto».

Sembra un dialogo tra sordi, con l'Iran che si comporta come se la bozza fosse trattabile, e le controparti che fingono di non aver avuto una risposta da Teheran. Nessuno vuole addossarsi la responsabilità di una eventuale rottura dei negoziati, quindi gli uni sostengono di non aver risposto "no", e di volere nuovi colloqui, nonostante le loro osservazioni corrispondano sostanzialmente a un rifiuto, mentre gli altri è come se non avessero udito e continuano a chiedere una risposta.

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