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Monday, December 13, 2010

Le colombe volano?

Berlusconi nel suo discorso rilancia quel «patto di legislatura» su cui ottenne la fiducia il 29 settembre scorso, accogliendo quella che era stata la richiesta originaria di Fini, a Mirabello, prima del passo ulteriore a Bastia Umbria, la richiesta di dimissioni. Fa appello ai «moderati», dicendosi disponibile a «rinnovare cosa c'è da rinnovare nel programma e nella compagine del governo», richiamando esplicitamente la possibilità di «ricomporre l'alleanza di tutte le forze moderate che oggi ritroviamo, oltre che nella Lega, nel Fli e nell'Udc», citate esplicitamente. Solo su un punto è irremovibile: dimissioni e crisi al buio. Disponibilità anche alla modifica della legge elettorale (di questa legge che proprio Fini e Casini - è bene ricordarlo - avevano imposto nel 2005 come condizione per ripresentarsi alle elezioni alleati con Berlusconi), ma con un solo e condivisibile «limite invalicabile: la difesa del bipolarismo». Perché il cittadino sappia chi è il leader, quali le alleanze di governo e i programmi prima di votare e non dopo aver votato.

Ieri, intanto, la tracotanza ha giocato un brutto scherzo a Fini, le cui uscite "bocchiniane" (e ancora una volta sprezzanti del suo ruolo istituzionale) a "In mezz'ora", la trasmissione di Lucia Annunziata, hanno indotto i moderati del suo gruppo a prendere le distanze.

Tempo fa aveva promesso che si sarebbe dimesso, se il "cognato" fosse risultato il vero proprietario della casa di Montecarlo. Pare essere rimasto solo lui a non essersene accorto, mentre è ancora in attesa che venga accolta la richiesta di archiviazione dell'inchiesta che lo vede ancora indagato per truffa (archiviazione ad orologeria?). Ora promette di dimettersi se alla Camera Berlusconi riconquisterà la fiducia con dieci voti di scarto. Annotiamo.

Ma quel che più conta è che Fini ha rotto gli indugi e annunciato chiaro e tondo che comunque vada a finire il voto del 14, Fli dal giorno dopo sarà all'opposizione (in compagnia di Casini, Bersani, Di Pietro e Vendola); si lascia andare ad un attacco al premier sulle vicende giudiziarie degno di Di Pietro e Bersani (resta a Palazzo Chigi solo per usufruire del legittimo impedimento) e si esprime in anticipo sulla volontà dell'aula che presiede (prevedendo la sfiducia al governo).

Se al Senato Berlusconi otterrà senza problemi la fiducia, alla Camera i numeri continuano ad essere incerti, seppure pare sia di poco in vantaggio. Se una fiducia risicata non basta certo a governare, il suo significato politico non è tuttavia trascurabile: non ci sono i numeri per altre maggioranze diverse da quella uscita dalle elezioni del 2008, come vorrebbero Fini e Casini. Quindi, o l'attuale governo riesce a rafforzarsi numericamente dopo il 14 (improbabile); o si torna alle urne (molto probabile). E anche secondo gli osservatori non certo berlusconiani le alternative paiono francamente «incredibili». Condivisibile quasi al 100% il solito Luca Ricolfi, che su La Stampa punta il dito laddove «l'opposizione rivela tutta la sua inconsistenza».

In queste ore sembra Fini nelle condizioni di dover recuperare qualche voto e dal suo studio di Montecitorio continua imperterrito nella campagna acquisti. Considerando l'astensione certa dei due deputati dell'Svp Brugger e Zeller, e quella dello stesso Fini (a meno che non osi l'ennesimo strappo istituzionale), nonché le assenze giustificate delle tre deputate in gravidanza Bongiorno, Cosenza (Fli) e Mogherini (Pd), i votanti dovrebbero essere 624. E quindi l'asticella minima per la fiducia a 313. Attualmente Berlusconi dovrebbe poter contare, oltre che su Pdl e Lega (294), su Noi Sud (12) e su altri 7 voti (Nucara, Pionati, Grassano, Calearo, Cesario, Scilipoti e Catone), arrivando proprio a 313. Incerti però sono Guzzanti e 2-3 di Fli, sulle posizioni di Moffa (stasera il summit decisivo dei finiani). I radicali, pur con tutti i distinguo e le manfrine pannelliane, credo che alla fine voteranno compatti la sfiducia. Così come faranno disciplinatamente i deputati Pd, seppure con la tremarella e levando sottovoce il coro "Sil-vio! Sil-vio! Sil-vio!".

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