Innanzitutto, sul partito abbiamo ragione noi (e con "noi" intendo non solo Daw, Right Nation, Sechi, ma mi ci metto anch'io) a chiedere che le cariche interne siano elettive e che le candidature alle cariche esterne vengano decise tramite le primarie, mentre l'onorevole Stracquadanio ha torto marcio. Nel rispondere a Sechi, su La7, è rimasto con una patata in bocca e la sua lunga risposta autobiografica non rileva affatto, non c'entra nulla con ciò di cui stiamo discutendo. E ci frega anche pochino di come ha fatto "carriera".
Occorre però stare molto attenti alla demagogia e su un paio di cose buttate lì con troppa faciloneria dall'onorevole del Pdl bisogna ragionare. Innanzitutto, demagogica mi sembra questa campagna "ad personam" sulla «rottamazione» degli esponenti di centrodestra, come se qualche decina o centinaia di lettori, pur con tutte le ragioni per essere "arrabbiati", siano legittimati a decretare chi è il bollito e chi no in una rosa di candidati selezionati piuttosto arbitrariamente per il giochino. Bella trovata mediatica, non c'è dubbio, e probabilmente troverà spazio nei migliori giornali e sui migliori siti. Se l'intenzione era "bucare", l'obiettivo è stato centrato.
Ma provo a suggerire qualcosa di più costruttivo e "ragionato". Invece di agitare il forcone internettiano, perché non rilanciare il tema dell'uninominale? Sarà mediaticamente meno appagante, ma bisogna riconoscere che l'uninominale (e tra l'altro è in quel sistema che le primarie nascono e si affermano) è l'unico vero strumento in grado di "rottamare" davvero - non nei convegni (alla Renzi & Civati), o sui nostri blog - la classe politica. E tra l'altro solo con l'uninominale avrebbero senso le primarie per scegliere i candidati al Parlamento nazionale. L'avversione bipartisan per l'uninominale non si spiega solo con la pretesa dei partiti di "acchittarsi" il sistema di voto più congeniale ai propri disegni politici, ma con rare eccezioni è profondamente radicata nella stragrande maggioranza dei parlamentari e dei dirigenti politici di ogni schieramento. Vi siete mai chiesti perché? Perché mette in gioco la loro personalissima sopravvivenza politica. Perché con l'uninominale secco, ad un turno, o sei dentro o sei fuori. Non ci sono vie di mezzo. E per quanto possano esserci collegi "blindati", anche i leader in disarmo o i "colonnelli" rampanti possono incappare in una sconfitta. Solo che non avrebbero ripescaggi né paracadute di sorta. Se poi, assieme all'uninominale e alle primarie, avessimo partiti leggeri, "all'americana", allora sarebbero costretti a cercarsi un lavoro vero.
Secondo, internet. Come pretendiamo che i politici reagiscano senza «sindromi da lesa maestà» alle nostre critiche, ebbene anche noi dobbiamo saper ragionare su noi stessi e la rete. Se quello di Stracquadanio sembrava un anatema nei confronti di internet perché ormai "in mano alla sinistra", e se in tutti questi anni il centrodestra, così come la stampa d'area (va detto!), ha colpevolmente snobbato cosa avevano e hanno da dire migliaia di blog che come noi hanno cercato di far circolare le idee liberali e conservatrici, tuttavia anch'io ho la sensazione che sul web, sui social network e i siti più visitati, la sinistra sia «quantitativamente soverchiante sul centrodestra». Non so se sia dovuto al fatto che i militanti della sinistra sono «fannulloni», ma riconoscerlo non significa in alcun modo sminuire ciò che molti blog e siti come i nostri fanno ogni giorno da anni. A me pare, ma la mia è un'opinione parziale, che oltre ad essere una supremazia solo quantitativa e per nulla qualitativa, sia anche una maggior capacità di penetrazione e che ciò dipenda da una maggiore faziosità e da un uso più "virale" della rete. Ciò che passa, ciò che si diffonde in rete come un tam tam è la battuta demagogica, ciò che "buca" e diventa evento mediatico in grado di rimbalzare sui media tradizionali, non sono le "idee", i dibattiti, le grandi questioni, ma lo sputo telematico in faccia all'avversario.
Infine, ricordiamoci che le primarie servono come il pane ma non sono, e non saranno tutto. Riconosciamo serenamente che agli elettori interessa poco chi sarà, e come verrà scelto, il coordinatore del Pdl in questa o quella regione. Non ne sapranno mai nemmeno il nome. La fiducia degli elettori che nel 2008 hanno votato centrodestra sta venendo meno per la deludente prova di governo. Punto. Se domattina avessimo le primarie, avremmo una garanzia in più che la classe dirigente del futuro sia migliore di questa, ma guardando al 2013 è da Palazzo Chigi che si possono riannodare i fili del consenso o tirarli via completamente.
4 comments:
Quanto volte si è detto: "Berlusconi è finito"?
La cosa divertente è che ora lo dicono gli elettori e gli opinionisti di centro-destra. Tutti convinti che si metterà da parte, per intima convinzione o perchè costretto dalla pressione della base e dai colonnelli; che indirà primarie; che renderà il PDL un partito vero (all'americana o meno); ecc. ecc.
Quando questo non succederà, perchè nessuno lascia volontariamente il potere quando non ne ha motivo (e Berlusconi ha dimostrato, grazie al suo enorme potere politico-mediatico-economico, di non temere nessuna scissione, nessun tradimento; ci sarà sempre qualche parlamentare eletto all'estero a colmare la fuoriuscita di uno Scajola o anche di un Tremonti; e questo l'ha detto Jimmomo stesso non più di qualche mese fa), e rimarrete bloccati con Berlusconi, capirete il mostro che avete contribuito a creare e che pensavate di poter scacciare via così, solo perchè dopo 17 anni vi siete stufati ed è andata male un'elezione amministrativa e un referendum.
Intervento interessante e condivisibile. Dibattere di quello che scrivono su Daw è tempo perso: si vede lontano un miglio che non ci capiscono un'acca, ma provano a comunicare cose sensazionali per raccattare contatti (e quindi soldi con la pubblicità di google).
che fai censuri i commenti? bravo, proprio come daw...
Sì, se a mio insindacabile giudizio contengono insulti, non sono attinenti al post o inutilmente provocatori.
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