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Wednesday, June 01, 2011

Quel pasticciaccio brutto della Cassazione

Siamo alla pura barbarie logica e giuridica, com'è verosimile che sia, oppure ci manca qualche tassello? Non vorremmo credere a quello che leggiamo, ma l'Ansa cita un comunicato della Corte di Cassazione, nel quale si rende noto che il testo del nuovo quesito referendario sul nucleare sarebbe il seguente: «Volete che siano abrogati i commi 1 e 8 dell'articolo 5 del dl 31/03/2011 n.34 convertito con modificazioni dalla legge 26/05/2011 n.75?».

Non ci posso credere, perché significherebbe che ora chi non vuole il nucleare in Italia dovrebbe votare No. Votando Sì, infatti, si abrogherebbero le norme citate dal quesito, cioè quelle approvate dal governo dopo Fukushima, e non quelle su cui sono state raccolte le firme dei cittadini. In sostanza, il nuovo quesito uscito dalla Cassazione propone l'abrogazione delle norme che abrogano il nucleare. A mio avviso il nuovo quesito non si presta a interpretazioni: se vincono i Sì, dal giorno dopo si può ripartire subito con il nucleare. Si tornerebbe, di fatto, alla situazione ante-Fukushima. Cari lettori, è delirante, ma milioni di persone il 12 e il 13 giugno andranno a votare Sì, ignare che così facendo voteranno di fatto per e non contro il nucleare.

Con l'evidente intento di creare i presupposti per una nuova batosta elettorale per il governo, l'Ufficio referendum della Cassazione crea un mostro logico-giuridico, che fa a pugni non solo con il diritto, l'istituto referendario così come sancito nella Costituzione, ma persino con la più banale logica.

La realtà è che se uno si va a leggere la nuova legge approvata dal governo dopo Fukushima scopre che è così dettagliata nell'abrogare il programma nucleare che non lascia adito a dubbi: non siamo di fronte a qualche ritocchino, come in passato è stato fatto per evitare scomodi referendum, senza che la Cassazione battesse ciglio; stavolta il quesito referendario viene accolto pienamente. Che poi non ci si fidi del governo Berlusconi, e si rimanga convinti che sotto sotto sia favorevole al nucleare e sia pronto a ripresentarlo appena possibile, questo è tutt'altro discorso. Perché il referendum è abrogativo: non si vota sulle intenzioni di questo o quel soggetto politico, ma su leggi vigenti. E il nucleare ad oggi non vige. Se però vincono i Sì, restano tutte le abrogazioni degli altri commi, quelle dei dettagli tecnici, ma cade la norma principale, cade il «non si procede» con il programma nucleare.

Il comma 1, infatti, recita che:
«al fine di acquisire ulteriori evidenze scientifiche, mediante il supporto dell'Agenzia per la sicurezza nucleare, sui profili relativi alla sicurezza nucleare, tenendo conto dello sviluppo tecnologico in tale settore e delle decisioni che saranno assunte a livello di Unione europea, non si procede alla definizione e attuazione del programma di localizzazione, realizzazione ed esercizio nel territorio nazionale di impianti di produzione di energia elettrica nucleare».
Ed è del tutto evidente che se si abroga il «non si procede», allora si sta dicendo «si proceda», o quanto meno che si può procedere. Dunque, paradossalmente, il governo potrebbe procedere con il nucleare, ma non potrebbe adottare alcuna «strategia energetica nazionale», il che è un risultato semplicemente demenziale.

Nel comma 8, infatti, l'altro che verrebbe abrogato da una vittoria dei Sì, la parola «nucleare» non è nemmeno menzionata, ma si fa riferimento ad una «strategia energetica nazionale» da adottare entro 12 mesi, cosa di totale buon senso:
«Entro dodici mesi dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro dello sviluppo economico e del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, sentita la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano e acquisito il parere delle competenti Commissioni parlamentari, adotta la Strategia energetica nazionale, che individua le priorità e le misure necessarie al fine di garantire la sicurezza nella produzione di energia, la diversificazione delle fonti energetiche e delle aree geografiche di approvvigionamento, il miglioramento della competitività del sistema energetico nazionale e lo sviluppo delle infrastrutture nella prospettiva del mercato interno europeo, l'incremento degli investimenti in ricerca e sviluppo nel settore energetico e la partecipazione ad accordi internazionali di cooperazione tecnologica, la sostenibilità ambientale nella produzione e negli usi dell'energia, anche ai fini della riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra, la valorizzazione e lo sviluppo di filiere industriali nazionali. Nelladefinizione della Strategia, il Consiglio dei Ministri tiene conto delle valutazioni effettuate a livello di Unione europea e a livello internazionale sulla sicurezza delle tecnologie disponibili, degli obiettivi fissati a livello di Unione europea e a livello internazionale in materia di cambiamenti climatici, delle indicazioni dell'Unione europea e degli organismi internazionali in materia di scenari energetici e ambientali».

7 comments:

Jean Lafitte said...

la sberla elettorale ti ha dato alla testa. non parlare di diritto che ci fai sempre una figura da perecottaro.

VOTATE CONTRO IL NUCLEARE, VOTATE SI

Anonymous said...

COSI IMPARI , tu e tutti gli altri dal pensiero sottile , a criticare Berlusconi quando continua a ripetere che siamo sotto DITTATURA DELLE TOGHE .
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si ...siamo sotto dittatura delle toghe ....e gridarlo forte nell'orecchio di Obama ,.....non è uno scandalo .
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lo scandalo , in questa guerra epocale contro la dittatura giudiziaria , è che troppi a destra tentano di smarcarsi chiudendo gli occhi .
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ed allora ...beccatevi questi signori della cassazione...e fatevi comandare da loro.
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saluti cordiali , Mauriziosat

Anonymous said...

Fatico a trovare questo "pasticciaccio".
Ritengo che sia più che legittimo attribuire ai cittadini italiani il diritto di esprimersi su una questione delicata come il nucleare, il cui scorretto funzionamento (siamo in Italia, culla dei malfunzionamenti) rischia di ripercuotersi direttamente sulla popolazione italiana. Ritengo pertanto una tale decisione semplicemente "di buon senso", ne di destra e ne di sinistra, e ritengo sacrosanto che per una questione così delicata la libertà di scelta venga attribuita ai cittadini italiani, i cui interessi in gioco stanno nella loro sicurezza e nel loro benestare, e ritengo legittimo che tale scelta non debba ricadere su un presidente del consiglio che ha (come è noto) interessi scarsissimi per non dire nulli in materia di energia nucleare, ma interessi diretti e concreti affinchè il referendum non raggiunga il quorum, e non credo che sia necessario spiegare il perchè.

Saluti.

Marco_DM

Anonymous said...

AL CARO MARCO mi piacerebbe ricordarle che nella COSTITUZIONE , di cui tanto vi ergete a paladini , c'è scritto chiaro e tondo che i referendum possono essere SOLO ED ESCLUSIVAMENTE ABROGATIVI .
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e sempre nella costituzione c'è scritto chiaro e tondo che la SOVRANITA' POPOLARE è mediata dal parlamento .
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QUESTO PROPRIO PER EVITARE CHE orde DI IGNORANTI MOTO MANOVRABILI E MOLTO VIOLENTI possano condizionare decisioni di cui nulla comprendono .
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mi dovrebbe spiegare infatti , a che titolo le casalinghe o i laureati in filosofia , possano esprimere giudizi di opportunità sulla FISICA E SULLA CHIMICA.
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saluti ...Mauriziosat

Davide said...

Il DL omnibus ha già abrogato le norme del 2008 pro-nucleare: http://parlamento.openpolis.it/atto/documento/id/62178 (pagina 3, comma 2).

pietro said...

In effetti la logica della cassazione è semplice, se c'è un referndum abrogativo su una legge e questa viene modificata , ma NON abrogata, un eventuale referndum in base a numerose precedenti sentenze si deve fare sulle nuove leggi.
Il refrendum è presentato come contro il nucleare ma dal punto di vista della legge è un abrogazione di una articolo di legge, le casssazione non si deve pronunciare sulle intenzioni e quindi è ridicolo commentare la sentenza con argomenti basati sulle eventuali intenzioni dei proponenti.
Il problema è una clsse politica di incompetenti e pasticcioni, incapaci di scrivere una legge decentemente, non certo di una corte che queste leggi deve applicare.
Saranno concetti che al militante medio di partito sembrano pure formalità, ma come diceva il caro Marco Pannella , nelle istituzioni e nella legge la forma è sostanza.

JimMomo said...

Lasciamo perdere il povero Pannella. Proprio perché in diritto la forma è sostanza la decisione della Cassazione non ha senso. Si vota su una legge abrogata. Lo ha spiegato ieri anche un costituzionalista "insospettabile" come Augusto Barbera: il referendum "non sta in piedi". Punto.