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Tuesday, May 29, 2012

Formattatori: istanze giuste, ma poche idee e ben confuse

E' bastata la presenza fisica del segretario a mutare il clima in sala. Il suo arrivo è stato accolto con un'autentica ovazione e chi ha osato ribadire, anche in sua presenza, la richiesta di dimissioni, ha raccolto solo freddezza e qualche fischio. Per disinnescare la contestazione più dura e rubare la scena ai formattatori, ad Alfano è bastato accettare sportivamente il confronto, e promettere da giugno «un giro in tutte le regioni per andare a scoprire i giovani talenti» da chiamare a far parte di una «nuova squadra». Al di là di un giudizio un po' troppo cangiante sul segretario, e di poche idee per lo più confuse, i formattatori avanzano istanze non solo legittime, ma la cui soddisfazione appare ormai ineluttabile e urgente: democrazia interna, primarie, ricambio generazionale. Tutto giustissimo. Tuttavia, il rischio di queste iniziative, pur animate dalle migliori intenzioni, è di scadere nel giovanilismo e nell'autoreferenzialità.
(...)
Il dibattito sul modello di partito - strutturato o leggero - appare ancora a livello piuttosto embrionale. (...) Anche su come introdurre il merito nella scelta delle candidature del partito alle cariche istituzionali, non sembra ancora esserci una posizione univoca. (...) Il dibattito e le proposte dei formattatori riguardano quasi esclusivamente la democrazia interna e l'assetto organizzativo del partito. Troppo scarsa, invece, l'enfasi sui contenuti politici veri e propri... Ma quanto può interessare agli elettori, in particolare ai delusi del Pdl, come vengono scelti i coordinatori provinciali del partito o chi abita il V piano di Via dell'Umiltà?

I giovani formattatori dovrebbero cominciare a dire cosa farebbero loro. Su quali riforme dovrebbe fondarsi la Terza repubblica? Solo sull'uscita di scena di Berlusconi? Quali idee hanno di politica economica? Qual è la loro lettura della crisi? Quale la loro visione di Europa e di politica estera? Cosa propongono per la giustizia?
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