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Tuesday, May 15, 2012

Ecco dove sbagliano Befera ed Equitalia

La condanna degli atti di violenza e la solidarietà alle vittime sono unanimi da parte delle istituzioni e dei partiti, ma la copertura politica sembra essere improvvisamente venuta meno. Mai come in questi giorni Befera si è ritrovato quasi senza, dopo averne goduto in dosi persino eccessive fino a poche settimane fa. Tutti condannano le violenze, ma tutti (o quasi) riconoscono il disagio e che qualcosa deve cambiare. Nel breve volgere di qualche settimana il dibattito si è spostato dalla spietata caccia all'evasore ai metodi illiberali di Equitalia.

La violenza è in ogni caso ingiustificabile, anche perché nel nostro Paese dissenso ed esasperazione si possono esprimere ancora liberamente, civilmente e politicamente. È anzi un dovere farlo in termini politici e nonviolenti. Equitalia non è nemmeno la causa principale dei mali fiscali che ci affliggono, che è politica, e come tale va combattuta politicamente. Una pressione fiscale ormai insopportabile, una normativa per la riscossione vessatoria e una lotta all'evasione condotta con metodi illiberali. Ma si tratta di aberrazioni la cui responsabilità principale risiede nella insaziabile voracità dello stato, quindi nei governi e nel legislatore. La linea di difesa di Equitalia però non convince del tutto: è vero che i funzionari del fisco sono chiamati a far rispettare le leggi, e che prendersela con loro significa mancare il bersaglio vero, che è lo Stato, ma nemmeno possono lavarsene le mani del tutto, uscirne come meri esecutori di ordini superiori.

Il direttore Befera ed Equitalia hanno le loro responsabilità, almeno tre:
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