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Wednesday, August 19, 2009

Il Pd non riuscirà a liberarsi di Di Pietro

Ho fatto bene, ieri, a non dar peso alla presa di distanza di Bersani da Di Pietro, così netta che sembrava rivelare una voglia di rottura nell'aspirante segretario del Pd. Voglia che forse sente crescere dentro di sé, come molti nel Pd, ma che non si può permettere politicamente. Ebbene, spinto da alcuni colleghi di partito e dall'avversario Franceschini, lesto ad approfittarne («L'avversario del Pd si chiama Berlusconi. Non Di Pietro»), oggi Bersani si è rimangiato tutto: «Mi pare di aver detto delle cose chiare: sono lontano da ogni ipotesi di esclusività del ruolo del Pd. Voglio lavorare per la costruzione di un'alternativa, aprendo il dialogo con tutte le forze dell'opposizione».

Rispetto a Franceschini, certamente Bersani, da uomo di D'Alema, prova una certa insofferenza per l'ex pm e coltiva l'idea di un Pd perno centrale di una coalizione con l'Udc e la Sinistra radicale, all'interno di un sistema elettorale "tedesco". Ma non troverà il coraggio di proporre al suo partito la rottura con Di Pietro, di cui molti elettori del Pd condividono l'estremismo antiberlusconiano. Per i candidati leader il tema è scomodo e non amano pronunciarsi univocamente, ma ormai s'è capito: l'alleanza con Di Pietro s'ha da fare. Chi più chi meno turandosi il naso.

9 comments:

Anonymous said...

E che c'è di strano, mi pare che nemmeno Berlusconi rinunci ad allearsi con il partito di Borghezio e di Bossi, il partito che vuole le gabbie salariali. Mi pare che lei sia un liberale a corrente molto alternata.

Mauriziosat said...

VERAMENTE LA GABBIE SALARIALI
tradotto, la differenziazione del contratto su base territoriale , di settore e di aree ESISTE DA SEMPRE.
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HAI PRESENTE .....
i contratti d'area?
o quelli dei DISTRETTI PRODUTTIVI?
O QUELLI integrativi aziendali?
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esistono e sono cosa buona e giusta.
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Insomma LA SINISTRA si è sbrigata a trovare un BRUTTO NOME ad una cosa che esiste da sempre.
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il solito giochetto.....tanto i sinistri ci cascano sempre.

Anonymous said...

Una cosa è uno stato di fatto, un'altra l'intenzione di fissare e regolare per legge uno stato di fatto economico che può anche mutare, questo significa "gabbia salariale" al mio paese, una cosa contraria ad ogni logica veramente liberale. Poi, cosa voglia veramente dire quel guitto di Bossi nessuno lo sa.

La tua solita litania sui cattivoni di sinistra te la lascio volentieri, Maurizio, non è ragiondando per gabbie ideologiche e battendo il tasto sulla solita propaganda da strapaese che renderemo più liberale questo paese. Occorre invece vigilare anche su questo governo che giorno dopo giorno sbanda e disperde energie e buone intenzioni nel nulla.

Mauriziosat said...

stai sbagliando di brutto
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L'IDEA DELLE GABBIE è , come ti ho detto una invenzione della sinistra , che si è trovata spiazzata su una proposta ragionevolissima.
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proprio alludendo a GABBIE e RIGIDITA' stanno tentando di demonizzarne l'idea.
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ripeto SEI CADUTO NEL TRAPPOLONE DELLE CHIACCHIERE.

Cachorro Quente said...

"Insomma LA SINISTRA si è sbrigata a trovare un BRUTTO NOME ad una cosa che esiste da sempre."

In realtà "la sinistra" non ha neanche dovuto faticare per inventarsi il "brutto nome", visto che è stato usato testualmente da Bossi.
Che la proposta sia ragionevole è quanto meno controverso, poi ovviamente bisognerebbe vedere un testo più preciso.
Un approfondimento: http://epistemes.org/2009/08/20/gabbie-salariali-ecco-i-segreti-del-grande-bluff/

Ormai la Lega può dire qualsiasi cosa, ben oltre i limiti suggeriti dalle regole di convivenza civile, tanto poi ci si può giustificare dicendo che è la sinistra che travisa, che sono messaggi per i loro elettori, che è tutto folklore... e d'altra parte anche senza la Lega abbiamo un presidente del consiglio che esprime (reiteratamente) il suo rifiuto per la società multietnica (sottolineo: non multiculturale, multietnica), nell'indifferenza generale del paese.
Ma continuiamo a prendercela con "la sinistra", cioè con un'accozzaglia ormai priva di punti di riferimento e incapace non dico di vincere le elezioni, ma di perderle con un rimasuglio di dignità, continuiamo a vivere nell'illusione che Berlusconi sia un genio incompreso che non riesce a rivoltare l'Italia come un calzino solo per il disfattismo dei comunisti e per l'opposizione dei poteri forti, continuiamo a guardare l'Eugenio Scalfari negli occhi del prossimo e non il Minzolini nei propri.

Scusa lo sfogo, non ho voglia di fare il troll nè mi interessa più particolarmente l'agone politico (vista la nullità dei contendenti) ma non posso fare a meno di cercare di capire perchè qualcuno si sente in dovere di continuare a difendere questa gente (anche quando non c'è più il "pericolo" di una vittoria del centro-sinistra).

Mauriziosat said...

MA NEANCHE UN PO
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il termine gabbie salariali è stato rievocato da ...........
LA REPUBBLICA
appunto per criminalizzare il provvedimento con un BRUTTO NOME evocativo di lugubri scenari.
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LA COLPA DI BOSSI è stata , usare quel termina CADENDO NEL TRAPPOLONE.
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ma si sa BOSSI non sta li a pesare e bilanciare i vocaboli .
BOSSI BADA AL SODO.

Cachorro Quente said...

Sodo tipo la fondamentale problematica del dialetto nelle scuole?

Mauriziosat said...

SI .
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forse non sai che per esempio LA SINISTRA SARDA si batte da almeno 20 anni per l'INSEGNAMENTO OBBLIGATORIO della lingua sarda nelle scuole .
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quella della identità è un tema caro a qualunque forza politica.
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la lega è una forza locale .....quindi la sua identità è locale.
AN era una forza nazionale .....la sua identità ....nazionale.
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IL PD si dice EUROPEISTA , come da tradizione socialista, si identifica con una utopica europa unita e comunista.
e di fatti è piu' attaccata a Strasburgo che a Roma.
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insomma NULLA DI NUOVO
te ne stupisci solo tu .

Cachorro Quente said...

Tutte le forze politiche, per avere un radicamento locale, possono scoprirsi localiste e particolariste; non vedo come questo debba giustificare la Lega.
Io non ho nulla di contrario alla valorizzazione del sardo, del friulano, dell'arberesh, del ladino e anche dei dialetti italiani come il bergamasco o il veneziano o il pugliese.
Non sono un liberale puro, ho un'identità almeno in parte socialista, e non credo a uno stato culturalmente neutro. Naturalmente, cum grano salis.

Mi stupisce la difesa da parte di chi invece è liberista e liberale della volontà della Lega di promuovere identità locali che poi fanno abbastanza ridere (rispetto a quella sarda; vedi l'assurdità sulle tradizioni celtiche, di cui non si ha traccia da almeno duemila anni, e soprattutto visto il fatto che l'identità nazionale italiana è un'idea propugnata soprattutto da intellettuali settentrionali) a spese del contribuente.
E purtroppo la difesa delle minoranze linguistiche si rivela spesso una scusa per mungere la vacca-stato, sinistra sarda compresa.

Che il PD si identifichi con un Europa "unita e comunista" mi lascia un tantino perplesso. Tra l'eurocomunismo di Berlinguer e un'UE che più monetarista e fautrice del "fiscal conservatorism" si muore ci passa in mezzo l'oceano.
L'europeismo del PD è sicuramente sintomatico della mancanza di idee dei suoi leader, ma quella europea è un'identità (fortunatamente) debole; il centro-sinistra italiano è per definizione poco identitarista (come del resto anche la parte più matura di AN) rispetto a una Lega che parla solo alla pancia.
Uno dei suoi pochi meriti, ma anche motivo (evidentemente) di sconfitta elettorale.