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Friday, April 30, 2010

Ma cosa ci sta a fare l'Unione europea?

Non essendo un tecnico, vi rimando agli editoriali di Roberto Perotti sul Sole e di Oscar Giannino su Il Messaggero. Certo, le agenzie di rating hanno fallito e solo all'ultimo - quando le magagne erano ormai evidenti ai mercati - hanno reagito, ma ciò non dovrebbe distoglierci dal vero problema: i governi greci che hanno truffato i propri cittadini e tutti gli europei; e le istituzioni europee preposte (e per ciò lautamente pagate) ad evitare tali disastri che invece hanno miseramente fallito. Il problema è che la Grecia non può neanche essere messa sotto amministrazione controllata. Saranno sempre gli stessi governanti che hanno truffato sul debito a gestire il prestito.

Nell'istintivo "egoismo" dei tedeschi contrari al piano per la Grecia (l'86%) c'è più sale in zucca, e più intuitiva conoscenza di come funziona l'economia di mercato, di quanto i professionisti dell'euroretorica siano disposti ad ammettere: i salvataggi non funzionano, non evitano i fallimenti e provocano guai peggiori. Credevamo ingenuamente che l'Europa, tutta la sua pletorica burocrazia, i parametri di Maastricht, quei 'rompiballe' della Commissione europea, servissero almeno ad evitarci una situazione simile. E invece, neanche questo.

Le critiche rivolte all'Europa, e alla Germania, per aver ritardato a concedere il piano alla Grecia sono demagogiche, come scrive Perotti:
«Queste critiche sono anche dettate dalla retorica europeista ed eurista che prevale in Italia, per cui l'Unione Europea e l'euro sono diventati dei feticci dello status quo politically correct, invece che degli strumenti per migliorare la governance e la politica economica. Questa retorica ci impedisce di vedere che l'euro può funzionare benissimo, e magari meglio, anche senza la Grecia: non c'è alcun motivo tecnico perché non sia così».
Per Giannino, l'Europa ha contribuito in tre modi al disastro greco:
«L'insuccesso clamoroso degli aiuti strutturali. Un tasso d'interesse troppo basso rispetto a quello "naturale", per l'economia greca. Infine, la clamorosa cecità di fronte alle truffe contabili (truffe maccheroniche nell'ordine di 10 punti di Pil di deficit nascosto)».
E' la conferma che il problema, ciò che dovrebbe essere al centro delle critiche, non sta nella lentezza con cui l'Europa è andata in soccorso della Grecia, ma nelle sue stesse politiche, che hanno portato a questa situazione invece di evitarla, e nella totale mancanza di controllo. L'Unione europea, con il suo mercato unico, non è stata pensata e realizzata per salvare gli stati membri irresponsabili ogni volta che combinano magagne, ma per "costringerli" a migliorare la loro governance e la loro politica economica. Se fallisce in questo, cosa ci sta a fare?

1 comment:

Freeman said...

Se tutti quelli che criticano la Merkel, sentenziando che non è una statista perché non si è precipitata in soccorso dei politici greci, investissero i propri risparmi in Titoli di Stato greci, il problema sarebbe risolto (cioè in realtà rimandato…), invece chiedono ad altri di fare quello che, razionalmente, loro hanno alcuna intenzione di fare.