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Tuesday, May 10, 2011

A quando una giornata del disonore?

Sacrosanto è l'onore dovuto ai tanti magistrati che hanno sacrificato la loro vita in nome della lotta dello Stato al terrorismo e alla mafia, quindi in ultima analisi per la democrazia e la libertà di tutti noi. Vanno ricordati e onorati, anche con commozione. Una memoria che dovrebbe imporci di ripugnare l'accostamento dei pm milanesi alle Br stampato su quello sconsiderato manifesto di cui fin troppo si è parlato. Rimane il fatto che appare non solo legittimo, ma persino storicamente fondato, il giudizio politico che ravvisa nell'operato di alcuni magistrati i caratteri dell'eversione. Denunciare i comportamenti ritenuti eversivi e gli abusi di alcune toghe, e dunque proporre delle riforme per farli cessare, non significa certo offendere le vittime del terrorismo. E' anzi nel pieno diritto-dovere dei legislatori. Siamo certi che il presidente Napolitano non abbia voluto affermare il contrario.

Sono tanti e tali i caduti e i marchiati a vita per mano di questi sleali servitori dello Stato, che meriterebbero anch'essi una giornata della memoria, una giornata per ricordare i misfatti e il disonore di cui altri magistrati hanno macchiato il loro ordine, il loro ufficio. Nella nostra memoria collettiva, infatti, accanto ai giudici vittime del terrorismo e della mafia, sono sepolti i martiri innocenti della "malagiustizia". E' il doppio volto di un Paese capace di nobili imprese quanto di ciniche ingiustizie. Colpevoli o innocenti che fossero, politici ma anche e soprattutto comuni cittadini, martirizzati o comunque straziati da un sistema opaco, fatto di meccanismi disumani e magistrati incapaci - nella migliore delle ipotesi - che non solo non hanno pagato per i loro errori e le loro violenze, ma che su di essi hanno fatto carriera (non di rado politica).

Si potrebbe cominciare dai casi Tortora, Moroni e Cagliari, dal maresciallo Lombardo fino al povero Stefano Cucchi. Ma senza arrivare al martirio, basti citare il massiccio uso politico della giustizia contro Berlusconi e gli uomini a lui vicini, l'uso spregiudicato di pentiti e "dichiaranti" come Spatuzza e Ciancimino jr, il ricorso spropositato alla carcerazione preventiva come strumento per estorcere confessioni e alle intercettazioni, le ombre che gravano su processi come quello al generale Mori, a Scattone e Ferraro per l'omicidio di Marta Russo, o su quello ad Amanda Knox e Raffaele Sollecito, o ancora ad Alberto Stasi, solo per citarne alcuni più recenti. Ebbene, onorare i magistrati vittime del terrorismo o della mafia non deve significare chiudere entrambi gli occhi su tutto quanto ha leso, forse in modo irreparabile, la credibilità della magistratura, né tanto meno rendere intoccabile una casta.

Non esiste la magistratura, esistono i magistrati, alla maggior parte dei quali - morti e vivi - va reso onore per il loro lavoro e il loro sacrificio quotidiano, lontano dai riflettori, senza nascondere però che alcuni - per fortuna pochi ma potenti - non sono solo criticabili per il loro operato, ma disonorano e screditano l'istituzione di cui fanno parte, oltre a infagare - loro sì - la memoria dei loro colleghi caduti in servizio. Nei confronti di costoro non servono commissioni parlamentari d'inchiesta, destinate a finire in un nulla di fatto. Serve una riforma profonda e, sì, "punitiva".

5 comments:

Anonymous said...

scusami, ma a parte il fatto che nel citare il caso cucchi sbagli completamente obiettivo. ma anche a far passare tutto quello che dici per buono (non so manco se rischi qualcosa, tra l'altro), cosa facciamo? facciamo una giornata del disonore per i poliziotti per bolzaneto? per i vigili per la multa sbagliata? per i medici che sbagliano? per i taxisti che vanno contromano?

boh, me sembra che tu sia uscito decisamente dal seminato, lo dico con tutta la stima che ho sempre avuto per te, sul serio.

JimMomo said...

La "giornata del disonore" voleva essere OVVIAMENTE una provocazione! Il punto è che "onorare" i magistrati che si sono sacrificati per la Repubblica non può significare che sia riprovevole criticare la magistratura, o proporre riforme radicali, come se fossero un insulto alla loro memoria. Tutto qui.
Gli esempi che fai mi invitano a nozze: non tutti hanno il potere di rovinare una vita come i magistrati. Forse solo i medici, e infatti "pagano" un po' più dei magistrati, mentre i poliziotti pagano anche troppo.

Riguardo a Cucchi, è stato innegabilmente vittima di un sistema opaco in cui regna l'irresponsabilità. Non in modo diretto - forse - ma i magistrati c'entrano eccome anche in quel caso.

Anonymous said...

veramente chi ha la possibilità di rovinare la vita a parecchie persone, sono proprio i politici con compiti governativi.

e loro quando pagano?

comunque anche i miei esempi sono OVVIAMENTE una provocazione. ma ache lì non ci troviamo per nulla d'accordo. proprio l'esempio di bolzaneto ne sarebbe la conferma.


la riforma epocale quale sarebbe? quella proposta da questo governo?
mettere sotto il controllo dell'esecutivo il potere inquirente della magistratura, non cambierebbe di una virgola il potere di "rovinare la vita" alla gente comune(quella innocente s'intende, quella colpevole? e le loro vittime?) ma servirebbe solamente a non "rovinare la vita" a chi controlla la polizia giudiziaria, cioè all'esecutivo.

colpevole od innocente che sia.

e scommetto anche che una volta risolti i problemi giudiziari di qualcuno, questa riforma epocale non si farà mai.

ciao e grazie di avermi risposto

Jean Lafitte said...

non ho capito cosa c'entra il caso Tortora , non a caso ripescato sempre, pretestuosamente in questi casi. e soprattutto cosa c'entrano con lui gentaglia come Cagliari o Moroni. poi no ho capito quali sarebbero le "ombre" riguardo al caso di Marta Russo. Alberto Stasi è stato scagionato e anche in tempi ragionavolmente brevi (altrove, vedasi stati uniti, avrebbe avuto un destino ben peggiore). non serve nessuna riforma, stai delirando.

Jean Lafitte said...

ah, dimenticavo. che c'entrano i magistrati con il caso Cucchi? assolutamete NULLA. i poliziotti pagano già troppo? ma sei fuori? completamente, direi...