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Wednesday, May 18, 2011

L'eterno ritorno a sinistra?

Se ti chiudi in difesa, e cominci a non vedere più palla ma a tirare calci sugli stinchi, prima o poi il gol lo prendi ed è proprio questo ciò che ha fatto il centrodestra, Berlusconi in primis, non riuscendo ad imporre nel dibattito pubblico un'agenda di governo (cittadina e nazionale), ma subendo l'agenda della magistratura politicizzata, mentre Pisapia, politicamente radicale ma pacato nei modi, riusciva nel presentarsi sotto le insegne del "moderatismo". Certo, non bisogna sottovalutare la virulenza degli attacchi e, a dispetto di quanto si creda, la potenza mediatica dei fiancheggiatori dei pm politicizzati. Non è facile togliergli lo scettro dell'agenda pubblica, ma il Cavaliere non ci ha nemmeno provato. Anzi, ha accettato la sfida sul terreno allestito dai suoi nemici. E «molta gente si è rotta le palle» (Feltri sarà antipatico, ma ha la virtù della sintesi). Si è rotta delle chiacchiere e del clima di rissa permanente ma improduttiva, da cui non esce mai un vincitore.

E' una questione di agenda, su che cosa cioè è concentrata l'attenzione dell'opinione pubblica, lo ricordava Giuliano Ferrara nel suo primo commento post-elettorale su Raiuno. Non che il governo se ne sia stato con le mani in mano, ma non è riuscito ad imporre nessun grande tema e Berlusconi negli ultimi dodici mesi ha fatto l'imputato o si è messo a caccia di voti alla Camera. Dare l'impressione che non riesca a gestire l'attività di governo a causa dei suoi processi è proprio ciò cui mirano i suoi avversari e i siparietti in piena campagna elettorale davanti al tribunale di Milano non hanno certo aiutato, anche se le prime analisi dei sondaggisti (vedi Mannheimer ma anche Repubblica) tendono a dare molto risalto all'errore commesso dalla Moratti a quattro giorni dal voto, quando cioè gli elettori indecisi decidono per chi votare. La stanchezza ha quindi colpito gli elettori di centrodestra, che ultra-vaccinati sulla persecuzione cui Berlusconi è oggetto da quando è in politica, non sono disposti però - giustamente - a perdonargli che anche lui si metta a parlare dei suoi problemi giudiziari, a cincischiare in manovre di Palazzo, e non si occupi dei problemi del Paese.

Prima la scissione di Fini - una lotta nel fango che a lungo andare ha danneggiato tutti e due i contendenti, a prescindere da torti e ragioni; poi i mesi passati a ritrovare i numeri alla Camera, con i noiosissimi e autoreferenziali dibattiti su elezioni anticipate vs governi tecnici; quindi il Rubygate e infine gli sterili distinguo della Lega, mentre nel frattempo continuavano gli assalti mediatico-giudiziari, nonché le "punturine" una al dì di Napolitano. In tutto questo, fatti zero o pochini, comunque invisibili. Ecco perché Berlusconi deve sforzarsi di reimpadronirsi dell'agenda pubblica, facendo il capo del governo e nient'altro. Serve «una vera sferzata pro-crescita all'economia», suggerisce Panebianco oggi sul Corriere, ma che non si limiti a qualche decreto, a spargere qualche sussidio e credito d'imposta qui e là, ci vogliono obiettivi di riforma ambiziosi, per far scorgere agli italiani orizzonti nuovi e promettenti per il futuro.

Sul fronte del centrosinistra, l'esito di queste amministrative, lo segnala Panebianco, ha sciolto almeno il nodo delle alleanze ed è qui che rischiamo un eterno ritorno. I successi dei candidati di Vendola (Pisapia e Zedda), di De Magistris e del Movimento di Grillo, nonché i numeri miserabili raccolti dai centristi, hanno archiviato ogni tentazione del Pd, da sempre attribuita ai dalemiani, di allearsi con il Terzo polo emarginando le estreme. Ora abbiamo almeno una certezza: il Pd si presenterà alle prossime elezioni politiche in una coalizione spostata molto a sinistra, egemonizzata (se non nei posti di potere e nella guida sicuramente nella base politica e nelle proposte) dalle sue componenti più estreme: Vendola, Di Pietro, Beppe Grillo. E' il frutto avvelenato di sempre dell'antiberlusconismo militante delle procure, delle loro gazzette e del cosiddetto "popolo viola", la maledizione perpetua del riformismo di sinistra. Alla fine, a forza di inchieste e scandali sono riusciti a mettere Berlusconi nell'angolo, a mandare in tilt la maggioranza di governo. Ed ecco che il "popolo" di centrodestra, che non si fa affabulare né da Berlusconi né dalla persecuzione mediatico-giudiziaria di cui è vittima, ma che non per questo è disposto a perdonargli l'immobilismo e l'inattività al governo, si stufa e manda il segnale. E' solo così - diciamo per logoramento e non per abbattimento - che l'antiberlusconismo fa "vincere" la sinistra. A questo punto i vertici del Pd si ri-convincono che si vince a sinistra e torniamo tutti al punto di partenza: all'Ulivo più Rifondazione più Di Pietro, che oggi si chiama Pd più Vendola più Di Pietro. Per di più, nella convinzione - a mio avviso sbagliata - che l'ostacolo che si frappone tra loro e la conquista di Palazzo Chigi sia solo Berlusconi. E quindi di aver gioco facile se non dovesse ricandidarsi. Ma se il centrodestra non imploderà, dilaniato dalle divisioni della successione, si accorgeranno che le loro sconfitte non sono tutta colpa del fattore B.

9 comments:

Cachorro Quente said...

Mah.
E' vero che il PD ha dimostrato di non poter vincere da solo, ma solo ricostituendo una specie di Ulivo, con annessi legittimi dubbi sulla tenuta di un'eventuale coalizione di governo. Non mi pare però che la coalizione dell'ATTUALE governo sia poi questo miracolo di stabilità, visti anche i risultati di queste amministrative (a parte la scissione del FLI, c'è la Lega che rema contro la Moratti o che si candida in solitaria in diverse località).
Il fatto che la coalizione sia spostata MOLTO a sinistra però è solo la nuova carta truccata della propaganda di destra. SEL è cresciuta, ma non è ancora nulla al confronto della vecchia Rifondazione Comunista a pieno regime. L'IDV ha perso voti più o meno ovunque; e per quanto riguarda Napoli, De Magistris ha avuto tanto successo quanto deludente è stata la performance del PDL (nonostante secoli di malgoverno di sinistra). Non so quanto il PD inseguirà i voti dei grillini, ma io penso che al nord abbiano pescato non solo a sinistra ma anche tra i leghisti (d'altra parte tra Grillo e il Bossi dei primi anni ci sono più similitudini che differenze).

JimMomo said...

Qui si fanno dei ragionamenti, che possono piacere o meno, ma non si usano "carte truccate della propaganda di destra". Tanto per cominciare SEL non è Vendola, e poi lo spostamento a sinistra non sta solo nei voti che prendono o perdono i partitini, ma nei candidati che presenti e nelle cose che dici.

Anonymous said...

Punzi, non cadere nel ridicolo: Berlusconi è in politica proprio per i suoi guai giudiziari. Poi, già che c'era, ne ha approfittato un pò aggiungendo qualche altro processino a suo carico.

Ed è lui a trascinare tutti in rissa per non parlare di politica quella vera.

E basterebbe vedere i risultati dei suoi governi, zero carbonella, senza dare la colpa sempre ad altri.
è finita Punzi.

saluti

JimMomo said...

Ah, sì certo, Berlusconi in politica per i suoi guai giudiziari, dove l'ho già sentita? A cadere nel ridicolo è lei, che lascia un commento senza neanche firmarsi.
Questo non è il blog per simili sciocchezze.

JimMomo said...

Non si accettano commenti non attinenti al post, insultanti o gratuitamente provocatori ad insindacabile giudizio del titolare del blog. Non è un forum, dove ognuno passa e lascia la sua pisciatina, ma un sito personale che ospita commenti e opinioni dei lettori, ai quali si richiede educazione.

Jean Lafitte said...

"subendo l'agenda della magistratura politicizzata"...ma basta con queste bufale, ma quale magistratura politicizzata?

"Ah, sì certo, Berlusconi in politica per i suoi guai giudiziari, dove l'ho già sentita"

io la sento dal 1993, sai perché? perchè è vero. è una cosa che è assurdo pure discutere.

ancora non avete capito Vendola. era impossibile che vincesse in Puglia (il famoso brindisi di Fitto dopo le primarie), era impossibile che Pisapia vincesse a Milano....etc...etc...
la realtà è che Vendola fa guadagnare almeno 5 punti alla propria coalizione.

GG said...

il problema è che Berlusconi ha shiftato violentemente a destra, in realtà. Ha fatto fuori i moderati Fini, DellaVedova, forse tra un po' persino Pisanu, ed ha imbarcato volentieri gente come Santanchè (che aveva fatto la campagna elettorale IN ALTERNATIVA al suo governo, alla faccia dei "ribaltoni") affidandogli chiavi in mano tutto il think tank coi risultati disastrosi susseguenti.
La sinistra a Milano ha preso poco più di quello che aveva preso all'ultima tornata: è la destra che s'è sciolta nel nulla perchè non se ne può più di orge, attacchi ai PM e legislazione filoclericale per "bilanciare" (vedi Biotestamento e Omofobia)

Lorenzo Romani said...

punzi, dai per scontato che la magistratura sia politicizzata. Questo è abbastanza ridicolo, e venderlo come dato di fatto lo è ancora di più. inoltre dal 1994 l'italia, sotto berlusconi, non ha MAI fatto meglio in termini di performance economica, della sinistra. ma te li sei andati a leggere un pò di dati e di tabelle di macroeconomia? vai va...documentati prima di parlare

JimMomo said...

Dò per scontato che una parte, minoritaria ma influente, della magistratura sia politicizzata. Parlo e scrivo quanto voglio, finché siamo in democrazia, e non prendo lezioni dal primo che passa. Quindi "documentati prima di parlare" lo vai a dire a tua sorella.