Pagine

Wednesday, May 04, 2011

Foto o non foto

E' ormai un caso dei nostri tempi: i mainstream media (soprattutto italiani) che danno credito alle più strampalate tesi complottiste sulle versioni ufficiali dei governi americani (di qualsiasi colore politico) e che invece si bevono e rilanciano sui loro siti e sulle prime pagine la propaganda utile agli islamisti dei più oscuri e inaffidabili servizi segreti.

Dopo le due foto da fonti pachistane - evidentemente false, eppure schiaffate in prima pagina - di Bin Laden morto, l'ultimo esempio questa mattina. La figlia: "Preso vivo, poi assassinato", si legge su tutti i siti, come se fosse stata interpellata direttamente. Ma quanti lettori andranno a leggersi che in realtà è la tv satellitare araba Al Arabiya a riportare che una fonte anonima dei servizi di sicurezza pakistani (gli stessi che per anni hanno chiuso entrambi gli occhi sul nascondiglio di Bin Laden) ha riferito che la figlia dodicenne di Bin Laden sostiene che... eccetera eccetera?

I migliori servizi si leggono su La Stampa, come questo di Molinari (ma anche di Mastrolilli), per il resto tranne le solite eccezioni di nicchia ci sarebbe da piangere (gli editoriali in prima del Corriere sono ancor più raccapriccianti di qualsiasi foto di Osama).

In realtà, per avere la conferma che sia stato davvero ucciso, non serve l'immagine truculenta del corpo di Bin Laden, che tanto non fermerebbe le speculazioni e le teorie della cospirazione, anzi ne solleverebbe di nuove. Come prova potrebbe persino bastare questa splendida foto che per la prima volta ritrae il presidente degli Stati Uniti e il suo staff mentre chiusi nella Situation Room della Casa Bianca assistono in diretta tv ad una missione segreta. Parlano gli sguardi tesi di Obama, di Hillary Clinton, dei generali e dei funzionari. Ma non si tratta di "credere" e "affidarsi", bensì di usare semplicemente le informazioni che abbiamo e la pura logica, senza pregiudizi.

Pubblicare o meno una foto di Bin Laden trucidato non è questione di poco conto, non è una decisione che può essere presa alla leggera, anche se ai più sembrerà banale. Di certo nulla può avere a che fare con l'esigenza di "provare" che Bin Laden sia stato davvero ucciso. Se non fosse così il leader di Al Qaeda potrebbe facilmente smentire Obama e segnare un clamoroso punto a suo favore. Il problema, delicatissimo, è quello degli effetti di breve e lungo termine che può provocare la pubblicazione di immagini. Potrebbero fomentare il desiderio di vendetta dei terroristi, ma anche offendere la sensibilità di larghi strati di popolazioni islamiche nient'affatto estremiste. Invece che una prova definitiva che metta un freno alle dietrologie, potrebbe rivelarsi uno strumento di propaganda in mano ai nemici dell'America e dell'Occidente. E nel caso di un video c'è persino il rischio di rivelare importanti dettagli del modo in cui operano le forze speciali. Tutte cose che attengono alla sicurezza non solo degli americani, ma dell'intero mondo occidentale.

«A me piacerebbe vedere la foto di Bin Laden che si nasconde dietro una donna, usandola come scudo - osserva per esempio Edward Luttwack, intervistato da Mastrolilli su La Stampa - invece preferirei evitare un'immagine del suo corpo tipo quella del cadavere di Che Guevara, che diventò un'arma nelle mani della propaganda antiamericana». Per l'ex segretario di Stato Lawrence Eagleburger, «la decenza è una delle differenze principali tra noi e i terroristi che siamo costretti a combattere: non ci serve usare le immagini di un grande successo, per fare altra propaganda». Al contrario delle teste mozzate che Al Qaeda ci ha imposto di vedere negli ultimi anni.

Prima o poi le immagini arriveranno, ma non c'è alcuna fretta. L'amministrazione Usa non deve provare nulla ai cospirazionisti di professione. Il successo della missione è dalla sua parte. Al momento opportuno, quando gli animi si saranno calmati, ci sarà spazio anche per le prove documentali. Una soluzione per adesso sarebbe farle visionare ai deputati e ai senatori Usa, ai rappresentanti del popolo americano.

2 comments:

Rdv said...
This comment has been removed by the author.
Jean Lafitte said...

foto o non foto non sarebbe cambiato molto. sarebbe dovuto essere mostrato e messo a disposizione di organismi terzi il cadavere. hai la prova delle prove in mano e la getti a mare? solo un imbecille può crederlo.