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Monday, June 06, 2011

Eppure non sta in piedi

Come volevasi dimostrare mercoledì scorso, il quesito sul nucleare così come riformulato dall'Ufficio referendum della Cassazione, semplicemente «non sta in piedi». Domani deciderà la Corte costituzionale, ma è quanto sostiene anche un costituzionalista di sinistra (parlamentare del Pci e del Pds dal 1976 al 1994 e ministro del governo Ciampi) tra i più autorevoli, e il più citato a sinistra (quando fa comodo), Augusto Barbera, in un'intervista ad Avvenire: «Non sta in piedi».

Culturalmente e politicamente lontanissimo dal governo in carica, e nel merito contrario al nucleare, eppure Barbera spiega che giuridicamente quel quesito non avrebbe più ragione d'essere:
«Perché tutte le norme che prevedevano procedure e tempi per l'installazione di centrali nucleari sono state abrogate. Ora si andrà a votare su due commi, il numero 1 e il numero 8 dell'articolo 5 della legge di conversione del decreto omnibus. Il primo si limita a impegnare il governo a partecipare a studi, a livello europeo, sull'impiego dell'energia nucleare: ebbene, lì non c'è alcuna decisione, si dice che "studierà" ma poi, al termine di questi studi, potrebbe anche decidere di non procedere... Il comma 8, poi, prevede l'approntamento di un piano energetico nazionale, che non riguarda l'energia nucleare, ma qualsiasi tipo di approvvigionamento energetico, incluse le fonti alternative e quelle rinnovabili... Ipotizzo che la Cassazione si sia basata sulle intenzioni del governo. Però in questi casi si procede in base alle norme scritte e approvate dalle Camere, non in base a dichiarazioni d'intenti. Tra l'altro, nel comunicato diffuso dopo la decisione, è specificato che l'Ufficio centrale ha deliberato "a maggioranza". Che io ricordi, è la prima volta che lo dice ufficialmente. Non lo fanno nemmeno i Consigli comunali».
Così lo stesso Barbera in un'intervista di venerdì scorso a Radio Radicale:
«Bisognerebbe votare sulle carte, non sulle intenzioni. E le carte sono chiarissime: tutte le norme sul nucleare sottoposte al quesito referendario sono state abrogate, non ci sono più. Quello che avrebbero dovuto fare i cittadini, l'aveva già fatto il legislatore... Il quesito viene trasferito su norme che non c'entrano nulla con il nucleare».
A parte il fatto che la legge su cui si voterà non è la stessa su cui si sono raccolte le firme, a conferma del fatto che non siamo di fronte semplicemente ad una modifica "truffaldina" da parte del governo, ma ad una vera e propria abrogazione, evidentemente riconosciuta anche dalla Cassazione, il senso del quesito è demenziale. In sostanza si chiede agli elettori: "Volete voi che il governo NON possa «non procedere» con il programma nucleare"; "volete voi che il governo NON possa adottare una strategia energetica nazionale?". Su questo, e su nient'altro, siamo chiamati a votare domenica e lunedì prossimi.

9 comments:

Jean Lafitte said...

la posizione del prof Barbera (per inciso non proprio uno dei più noti e accreditati costituzionalisti che abbiamo in italia, tantomeno "tra i più autorevoli e citati a sinistra" come sostieni tu) è francamente imbarazzante per lui. non sul piano politico ma proprio per quello giuridico.
in primo luogo perchè di mero rinvio si tratta. in secondo luogo perché non è logicamente possibile che un governo , cambiando le norme nelle more del referendum, possa impedire la consultazione stessa una volta che ne è stato iniziato il processo. questo sarebbe incostituzionale perchè irragionevole. come sarebbe irragionevole , in terzo luogo, che un referendum abrogativo debba celebrarsi necessariamente su norme in vigore al momento della celebrazione del referendum stesso , col rischio di ritrovarsi le stesse norme il prossimo anno. le norme sulle quali si va a votare non sono quelle "attualmente in vigore" ma quelle "abrogate". e non vedo in questo nessuna illogicità giuridica avendo, tra l'altro, il referendum per sua stessa natura non solo natura abrogatrice ma anche consultiva.

Cachorro Quente said...

Che la modifica sia truffaldina non è un'ipotesi peregrina di qualche bolscevico, ma fatto comprovato dalle frasi di Berlusconi stesso.
E se non fosse una modifica truffaldina ma una vera e propria rinuncia al nucleare, ci troveremmo di fronte a un governo che cambia direzione su un tema cardine della campagna elettorale perchè ha paura di perdere un referendum, non una figura stupenda (anche se in buona compagnia con altri paesi europei).

Nella mia ignoranza in materia, mi fido abbastanza del parere di Barbera e delle tue argomentazioni. Credo nello specifico che, a prescindere dalle successive modifiche, questi referendum siano pasticciati (non si capisce ancora quale sarebbero le conseguenze del SI' ai primi due quesiti sull'acqua) e quindi voterò un solo sì, dal valore prettamente simbolico, per il quesito sul legittimo impedimento.

JimMomo said...

Caro Lafitte, che rinvio sia nelle intenzioni del governo non toglie che per gli effetti giuridici di abrogazione si tratta, tant'è che la Cassazione ha trasferito il quesito su norme diverse.

Imbarazzante è il suo commento, che contiene ben 3 macroscopici falsi giuridici. E' *falso* che il legislatore non possa interrompere il processo referendario una volta iniziato. Può interromperlo se accoglie pienamente il quesito. La Cassazione ha deciso, a mio avviso erroneamente, che in questo caso non l'ha fatto, ma è possibile farlo.

"Le norme sulle quali si va a votare non sono quelle attualmente in vigore ma quelle abrogate"? Secondo *falso*. Si va a votare sui commi 1 e 8 dell'art. 5 di una legge in vigore, perché sono state abrogate le norme su cui si erano raccolte le firme. E che razza di referendum sarebbe, se si andasse a votare su norme già abrogate come sostiene lei?

Terzo macroscopico *falso*: in Italia i referendum non possono essere "consultivi" ma solo abrogativi, lo stabilisce la Costituzione. Consultivi sono quelli indetti dagli enti locali e dalle regioni.

Anonymous said...

resta di fatto, e questo nessuno lo può negare, che gli italiani all'estero votano (o hanno già votato) sull'abrogazione di norme in materia nucleare diverse da quelle su cui votano gli altri italiani residenti in Italia. Questa differenza l'ha creata la Corte di cassazione, che non si è posto il problema. L'unico rimedio, è una bella gita al mare il 12 giugno.-ro-

Anonymous said...

jimmomo imbarazzante è il suo di commento che non solo denota poca conoscenza del diritto ma pure della lingua italiana.

"in Italia i referendum non possono essere "consultivi" ma solo abrogativi, lo stabilisce la Costituzione".

qualsiasi referendum è in se consultivo, la cosa viene da se. stiamo parlando della natura stessa di una consultazione referendaria.
non è neanche del tutto esatto dire in italia i referendum possono solo essere consultivi, da nessuna parte della costituzione s'è scritto questo. nell'art 75 si parla dei referendum abrogativi e punto.

poi si va a votare questo testo http://www.fanpage.it/referendum-2011-il-testo-del-quesito-numero-3-sul-nucleare/ . per effetto della successione di leggi del tempo può accadere che una norma abrogata possa tornare in vigore a seguito ad esempio della scadenza dei decreti legge. il referendum ponendosi cronologicamente successivamente al testo che abroga (quello vecchio) ha quindi senso eccome. (sennò perchè poi tutte ste polemiche?).

infine la cassazione ha stabilito che non si può annullare il referendum non essendo stato accolto il tema del quesito. esattamente come scritto sopra.

infine aggiungo che soprattutto in tema costituzionale il criterio cardine è quello della ragionevolezza. sarebbe quindi assurdo comprimere il diritto democratico di voto per via di un trucchetto giuridico mal fatto. la sostanza prevale sul formalismo, si votera contro (VOTARE SI) o a favore del nucleare. la vostra è solo un modo scorretto di fare disinformazione.

Jean Lafitte said...

l'ultimo commento è mio. JEAN LAFITTE

JimMomo said...

"la vostra è solo un modo scorretto di fare disinformazione".

Una conclusione emblematica del vostro modo di ragionare.
"Un modo scorretto di fare disinformazione" in italiano suona piuttosto un bel complimento :-))

Jean Lafitte said...

è come l'uso della doppia negazione. è come dire "non capisci nulla". vedo però che non sai più rispondere nel merito.

emblematico :DDD

ANDATE A VOTARE 4 SI , Domenica 12 e Lunedì 13.

Anonymous said...

la verità è che stiamo qua a parlare di niente. Non si vogliono centrali che neanche ci sono. In teoria la famosa prima pietra dovrebbe già essere stata posata, invece, si rimanda sempre. Il governo prometteva le centrali tra 20 anni, come se noi potessimo sincronizzare gli orologi e rivederci qua tra 20 anni a vedere se hanno mantenuto le promesse. Se uno vuole veramente una cosa, la fa subito, non si aspettano 5 secondi... Cmq era il 2004, e Berlusconi parlava di ste benedette centrali. E' il 2011, e stiamo qua ancora a chiederci se farle o meno. Il mondo intanto gira, ma il sole non splende su di noi. Resteremo a secco. Io non dico che il governo avrebbe dovuto o potuto fare di più, non lo so, anche gli italiani fanno ragionamenti che rasentano veramente la logica, ma di sicuro tutto questo non si chiama successo. Con l'abrogazione della legge, il governo si è rimangiato i pochi e maldestri passi in avanti che aveva cercato di fare, e presto saremo ancora al buio di idee. Andremo ancora a fare una nuova guerra per il petrolio o cercheremo di investire miliardi in tecnologie verdi che sappiamo già che non funzionano? Ci chiederemo ancora come fare a trovare il modo per avere energia più economica, che permetta all'industria manifatturiera di restare o ci illuderemo di poter lavorare tutti nel turismo? Rassegnato