Nella sua lectio magistralis di Ratisbona Benedetto XVI ha certamente pronunciato una netta condanna della jihad, della «diffusione della fede mediante la violenza», dando una motivazione teologica del perché è «irragionevole» e quindi «contraria alla natura di Dio». Ma attenzione: non, come scrive oggi Giacalone, contraria anche a Maometto e al "vero" Islam. Ratzinger ha spiegato perché il jihad è un elemento intrinseco della «dottrina musulmana»: trova il suo fondamento teologico nella natura di un Dio che trascende le categorie umane, ragione compresa, distinguendosi in modo radicale dal Dio cristiano che è logos, ragione e parola. La conversione violenta è contraria al Dio la cui natura è frutto di quell'incontro - nel vangelo di Giovanni ("In principio era il logos") - tra il messaggio biblico e il pensiero greco, tra fede e ragione, che rende il nostro Dio così «diverso da Allah», come stampa a caratteri cubitali Giuliano Ferrara.
Tale contrarietà della «conversione mediante violenza» alla natura di Dio non riguarda la religione islamica, che non avrebbe incontrato la ragione e che anzi, nella lettura che ne dà il Papa, viene bollata come religione dell'irrazionalità a fronte del Dio cristiano che coniuga in sé fede e ragione. Né, il Papa, accenna alla complessità e alle diverse interpretazioni possibili del Corano di fronte alla violenza.
La ragione, dunque, sembra fare da spartiacque tra Cristianesimo e Islam agli occhi di Ratzinger. Il Papa sembra muoversi fra due fuochi. Da una parte egli deve criticare la ragione moderna dall'interno del mondo occidentale, evidentemente andata troppo oltre e allontanatasi dalla fede; dall'altra deve riaffermare l'identità cristiana in contrapposizione con l'Islam, e lo fa rappresentando il binomio fede-ragione come peculiarità sconosciuta all'irrazionalità insita nella religione islamica.
Mettiamoci ora nei panni di un'autorità islamica moderata, che ha il problema opposto: avvicinare la sua fede alla ragione moderna per debellare il fanatismo, la violenza e l'oppressione. E' un vero e proprio dilemma, perché l'approccio di Ratzinger, sia quando si trova a criticare la ragione moderna - perché se nel mondo islamico non c'è, in Occidente occorre ricondurla sulla retta via - sia quando si trova a negarla nella natura del Dio dei musulmani, apparirà sempre molto distante dall'habitus mentale del nostro imam progressista, finendo invece per trovare un comune sentire con gli integralisti islamici, i quali, seppure da posizioni di partenza più arretrate, criticano la ragione occidentale, accusata di portare all'eclissi di Dio, e coltivano una versione dell'Islam il più possibile separata da essa.
Con la sua visione pessimistica dell'impossibilità, per l'Islam, di liberarsi, o almeno elaborare, il concetto di jihad, Benedetto XVI di fatto fa ai fondamentalisti un regalo che non meritano: la jihad come conquista e il dovere, per ogni buon musulmano, di combattere vengono sanciti come elementi coerenti con la natura del Dio islamico descritta dal Papa. Viceversa, non dà una mano a quei musulmani che sostengono la necessità di una Riforma della loro religione, del suo riconciliarsi con la modernità.
Uno di questi è Ali Bardakoglu, presidente degli Affari religiosi della Turchia, la massima autorità islamica di Stato: «Aspettiamo che il Papa ritiri le sue parole e chieda scusa all'Islam». Bardakoglu chiarisce però di basarsi solo su resoconti non completi apparsi sulla stampa turca. Ma il suo commento è molto duro, anche se non entra nello specifico: «Un intervento provocatorio, ostile e pregiudiziale. Desta meraviglia e orrore. Spero che il discorso non rifletta un'ostilità albergata nel mondo interiore del Papa».
Ali Bardakoglu non è un moderato, è un progressista. Ha di recente affermato che il profeta Maometto non può avere incoraggiato le violenze e le discriminazioni contro le donne. La presidenza per gli Affari religiosi turchi, sotto la sua guida, ha avviato un'iniziativa di studio per eliminare dalle raccolte di "hadit" quelle parti che, nella tradizione islamica, legittimerebbero la discriminazione e la violenza contro le donne. «L'Islam dovrebbe prendere le distanze da una visione che approvi la discriminazione e l'uso della violenza in famiglia, tra cui i delitti d'onore», dichiarava non molto tempo fa il Gran Mufti della Turchia, che ha nominato due donne vice-muftì.
«Si tratta di una piaga sociale. Alcuni cercano di giustificare le violenze contro le donne facendo riferimento ad alcuni hadit. Questo non è giusto. Alcune facoltà di teologia hanno già verificato che molti hadit non appartengono al nostro Profeta. E' possibile che il Profeta abbia incoraggiato gli uomini a picchiare le donne o a fare discriminazione tra uomo e donna? Certo che no», affermava, aggiungendo che «i religiosi turchi sono pronti a muoversi insieme alle organizzazioni femminili per combattere l'uso della violenza contro le donne».
7 comments:
basterebbe semplicemente che l'islam cambi la visione teologica del corano.
le sacre scritture per i cristiani sono state scritte da uomini ispirati da Dio.
per l'islma è stato l'arcangelo gabriele che portava dei panni con delle scritte a maometto, il quale (vuole una tradizione che fosse anche analfabeta) doveva solo ricopiare.
questa cosa inficia totalmente ammordenamento della religione.
noi possiamo dire che non è giusto lapidare un tizio solo perchè raccoglie la legna di sabato, e che mosè si sbagliava.
Ma se una cosa te la dice Dio te la dice Dio, non è che puoi sindacare.
tanto più che proprio sul corano stesso dice di non dare retta a chi vuole dare interpretazioni non letterali di quello che dice.
Grazie a te del bel commento, Fausto.
Di fatto nel post ho preso in considerazione un muftì turco di certo riformatore.
Capire dove il Papa porta la Chiesa è interesse di tutti, magari sapesse esprimersi con la chiarezza con la quale ti sei spiegato tu.
ciao
ma Carlo Magno come cristianizzò l'Europa?
La reazione dell'Islam cosidetto "moderato" è vergognosa.
Ciao Paolo
Voglio sperare che almeno il Papa non ceda ai ricatti di sta gente e non ritiri una sola parola di quello che ha detto.
Ciao Paolo
Tranquillo, Paolo. Il Papa non teme certo né gli imam, né le fatwe e la jihad. Figurati se si preoccupa del giudizio di Federico Punzi.
Belle chiacchiere.
Caro Punzi: ci dica dove i Musulmani vengono oggi perseguitati torturati e uccisi a centinaia di migliaia come loro stanno facendo con i cristiani (es. Sudan).
Vorrei che Lei mi indicasse l'intervento di qualche Personaggio elitario dell'Ialam moderato che elevi una voce autoritaria che si opponga a questi massacri e li condanni.
Il resto caro signore sono solo chiacchiere, viltà, e servilismo inqualificabili.
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