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Friday, September 22, 2006

Per gli 8 senatori si prepara il biscottone?

Sarò pessimista, ma io nella storia degli 8 senatori eletti ed esclusi dal Senato (4 della Rosa nel Pugno, 2 radicali, di cui uno Pannella) ci vedo sotto il biscottone. A dover esaminare i ricorsi e decidere è la Giunta per le elezioni del Senato e già la scelta di procedere regione per regione è discutibile. La legge elettorale è una e la sua applicazione è in discussione, non schede nulle o bianche nei singoli collegi. Sentito ieri mattina, a Radio Radicale (notiziario delle 8,50), il senatore Manzione (Ulivo), relatore dell'istruttoria limitatamente ai collegi del Piemonte, molti avranno intravisto nelle sue parole la luce in fondo al tunnel. A me è parso di aver udito solo una contorta ricostruzione dello stato dell'arte piena di distinguo e scivolose cautele.

Dunque, Manzione informa di aver «chiesto formalmente alla Giunta di fissare l'udienza sul Piemonte». Spiega che tra la «convalida» degli eletti e la «contestazione», ehm... lui può «tranquillamente anticipare... che sulla base dell'idea che si è fatto... probabilmente bisogna seguire una strada intermedia... di un comitato inquirente». In soldoni, una seconda istruttoria. Perché? Vi sono «questioni che vanno approfondite... non possono essere né respinte né accettate tout cour». In realtà, come credo ormai sia noto, il ricorso della Rosa nel Pugno è molto semplice, e già il ministro degli Interni Amato (un costituzionalista) si è espresso in suo favore. La tesi è che basti applicare la legge elettorale alla lettera invece di interpretarla per analogia.

Cosa c'è di così complesso? Basta prendere una decisione. Aprire una seconda istruttoria è solo un modo per far trascorrere altro tempo: ovviamente, c'è bisogno di approfondire perché non è il rispetto della legalità che interessa, ma la questione politica. Si accontenteranno di garantire ai senatori che stanno usurpando il loro seggio che trascorrano i due anni e mezzo, così d'aver garantita la pensione per decreto? O l'obiettivo è di impedire a tutti i costi che i radicali entrino in Senato, magari, al massimo, regalando il seggio a Pannella a fine legislatura?

Il senatore, però, mette le mani avanti: per carità, «non c'è volontà di affossare istanze legittime», è che la legge è «difficile da interpretare». Insomma, mi pare già di sentirli, alla fine, quando gli 8 senatori legittimi saranno restati fuori: "Sapete com'è... noi abbiamo esaminato con attenzione... approfondito... per carità, erano anche fondate le vostre ragioni, ma bla bla bla". E non si saprà nemmeno chi è stato.

Eppure, comprendo che nello scorrere quotidiano dell'attualità politica possa sfuggire, ma credetemi, l'assenza dal Senato pesa - e molto - e forse ancor di più pesa l'attesa del giudizio, sullo spazio di manovra della pattuglia radicale.

2 comments:

S. said...

Purtroppo non sono riuscito a trovare il testo, ma mi pare tanto la canzone del lungometraggio di Babar, re degli elefanti.

A memoria dice:
Formeremo un comitato
che discuta a non finir,
che analizzi i fatti
e li vada ad approfondir.

Anonymous said...

certo che pesa... non c'è da esser geni per capirlo!

coi numeri attuali del senato i radicali sarebbero dei de gregorio all'ennesima potenza... e certamente più benefici...
voglio ancora sperarlo, seppure tra mille silenzi e troppe mezze parole quotidiane che lasciano davvero esterrefatti.