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Monday, November 09, 2009

1989-2009. Venti di libertà

Ma non fu una vittoria di tutti

No, non so dirvi dove fossi, o cosa facessi quel 9 novembre del 1989, quando il Muro venne giù. Posso dirvi che ricordo quelle immagini in tv, che ero ancora piccolo ma non così piccolo da non capire cosa stava succedendo. E poiché alcune semplici idee su ciò che accadeva là fuori, nel mondo, anche a migliaia di chilometri di distanza dalla mia vita quotidiana, le avevo maturate, compresi che stavamo vincendo. Noi, non loro. Noi, non tutti. Perché il più grande errore che si può fare, e che comprensibilmente si fa ancora oggi, parlando della caduta del Muro, è non ricordare che c'erano un Noi e un Loro. E allora erano già concetti ben presenti nella mia mente, oltre che nel mio stomaco. Noi stavamo vincendo, loro stavano perdendo. Noi eravamo quelli che credevano nel mondo libero, negli Stati Uniti e nell'Europa occidentale, e nel modello politico ed economico che ancora oggi rappresentano. Loro - molti di quali anche in mezzo a noi - credevano nella sua negazione, nell'antitesi di tutto questo.

E quando ripenso a quel giorno, quando rivedo quelle immagini, mi tornano alla mente due dei più bei discorsi mai pronunciati in tutto il secolo scorso. E alcuni passaggi molto noti in particolare. Quando il 26 giugno 1963 il presidente John F. Kennedy disse «Oggi, nel mondo libero, il più grande vanto è dire Ich bin ein Berliner», ma anche il meno ricordato «La libertà ha molte difficoltà e la democrazia non è perfetta. Ma non abbiamo mai costruito un muro per tenere dentro i nostri - per impedirgli di andarsene». E quando il 12 giugno 1987 il presidente Ronald Reagan diede voce a tutti i cittadini tedeschi esclamando «Mr. Gorbachev, tear down this wall!». Al di là della loro forza simbolica, si tratta di due discorsi particolarmente significativi dal punto di vista politico, perché non esprimono la voglia di distensione, di convivenza pacifica con la tirannia, né una strategia di contenimento e deterrenza. No, da essi traspira la convinzione - che fu di pochi soprattutto nei primi anni '80 - che fosse possibile prevalere nella sfida contro l'Unione sovietica senza sparare un colpo o quasi.

L'improvvisa caduta del Muro colse molti – quasi tutti – di sorpresa, e quasi nessuno si aspettava che di lì a poco quel muro si sarebbe portato dietro quel che rimaneva dell'intero impero sovietico e che l'Urss si sarebbe addirittura disciolta come neve al primo sole della primavera. Ma è ciò che accadde, e anche se all'epoca i leader americani non poterono dirlo - per non irritare Mosca, con il rischio di far prevalere l'ala dura e scatenare una reazione violenta a quegli eventi - la Guerra Fredda non finì per caso, o per scelta da parte dei sovietici, ma si concluse con una vittoria completa di una parte sull'altra. Oggi questa "lezione" rischia di essere completamente dimenticata nei confronti di regimi ben più deboli di quanto fosse allora l'Urss. E' questo ciò che mi sta più a cuore sottolineare a vent'anni dal 9 novembre del 1989: ci fu una parte che uscì sconfitta e ci furono alcuni leader, al di là delle famiglie politiche di appartenenza, che si fecero guidare dalla visione giusta. Ma fu Reagan, negli anni '80, l'unico a perseguire lucidamente la fine dell'Unione sovietica, anche contro il parere dominante nell'establishment.

Purtroppo non vedremo partecipare alle celebrazioni per il ventennale della caduta del Muro il primo presidente americano nero, Barack Obama, che giorni fa ha giustificato la sua assenza con i preparativi per la partenza - solo due giorni dopo, l'11 novembre - alla volta dell'Asia per un'importante missione. Dobbiamo pensare che alla Casa Bianca non ci sia nessuno che possa fargli i bagagli...? Battute a parte, il presidente che ha trovato il tempo di andare a Copenhagen a sostenere la candidatura della sua città, Chicago, per le Olimpiadi del 2016; e che andrà di persona ad Oslo a ricevere quel Premio Nobel per la Pace che a molti è sembrato a dir poco prematuro; ma soprattutto il presidente che in qualche modo incarna l'essenza dei valori americani contrapposti a tutto ciò che il Muro di Berlino rappresentava, non ci sarà. E' vero, ormai ci siamo così tanto abituati, soprattutto i più giovani, a vedere la Germania, e Berlino, unite, che ci sembra quasi impossibile che sia esistito un tempo lungo quasi quarantacinque anni in cui sono state divise. Ma in definitiva no, l'assenza di Obama è ingiustificabile e va sottolineata. Quale reale impedimento può far mancare il presidente della nazione leader del mondo libero ad una ricorrenza ancora oggi così ricca di significato?

Il '900 non è stato solo un secolo pieno di incubi, ma Obama sembra comportarsi come se la storia fosse iniziata dal 2000. Perché non sembra interessato a celebrare una vittoria che appartiene al suo Paese almeno quanto ai tedeschi? Una vittoria che in definitiva non è solo una vittoria di Reagan o di qualche "falco" conservatore, ma anche di democratici come J. F. Kennedy e Harry Truman? Obama si è già recato una volta a Berlino, durante la campagna elettorale, ma per sedurre gli europei, per parlare di sé, non del Muro o dei valori che hanno trionfato con la sua caduta. Andando a Berlino e pronunciando la famosa frase "Ich bin ein Berliner", Kennedy disse tutto ciò che c'era da sapere su di sé e la sua amministrazione. Il sospetto è che anche Obama, con la sua assenza oggi a Berlino, ci stia dicendo tutto sulla sua.

14 comments:

Jean Lafitte said...

Obama al contrario di voi ottusi ha capito che non c'è nulla fa festeggiare per due motivi:

1)la caduta del muro è stata un dramma per milioni di persone che si sono all'improvviso ritrovate senza lavoro e a morire di fame e di stenti. ancora non si conoscono i numeri reali di questa catastrofe ma per fortuna si sta iniziando a parlare.

2)che la caduta del muro non è affatto la fine della storia e la vittoria del capitalismo sul comunismo: affatto. come Waterloo non fu la fine degli ideali rivoluzionari. fateve una ragione, per quanto vi possiate sforzare il futuro appartiene al socialismo.
per fortuna del genere umano.

Anonymous said...

Wow e poi dicono che il revisionismo storico appartiene alla destra.
Mio caro Jean scommetto che quando nel "89 fu abbattuto il muro tu eri:
1 Non ancora nato, per cui si giustifica la tua ignoranza.
2 Rintanato in qualche centro sociale intento a leggere gli editti sovietici, ed a fumarti qualcosa di marcio. E per questo la tua ignoranza non è giustificata.
Rassegnati il futuro dell'umanità per fortuna non è nelle mani di gentaglia come te.

Anonymous said...

Jean concordo assolutamente, e allo stesso modo evito di festeggiare la vittoria nella seconda guerra mondiale: quanti poveri tedeschi senza casa e senza lavoro, con le case distrutte, senza contare tutto il bene che avrebbe potuto fare Hitler al mondo e che gli fu impedito!

Poi ovvio: waterloo simbolo degli ideali rivoluzionari di un imperatore totalitario, non mi aspetterei niente di meglio da qualcuno che ancora oggi inneggia ad un determinismo storico consegnato, insieme a tutta quella monnezza ideologica chiamata marxismo-leninismo, da Mr. Reagan&co. alla pattumiera della storia.

Domenico

Stanley said...

stavolta hai ragione. E' bello anche leggere tutti i commenti di chi appena 20 anni fa era ancora comunista, o di chi era anticomunista...
del resto, si sa, la Storia la scrivono i posteri ed i vincitori...

Anonymous said...

"Mio caro Jean scommetto che quando nel "89 fu abbattuto il muro tu eri:
1 Non ancora nato, per cui si giustifica la tua ignoranza.
2 Rintanato in qualche centro sociale intento a leggere gli editti sovietici, ed a fumarti qualcosa di marcio. E per questo la tua ignoranza non è giustificata."

scommetti male. ero nato e non ho mai frequentato centri sociali o fumato canne. frequento invece biblioteche, convegni, professori universitari. leggo libri etc... per questo non dico le stupidaggini che dici tu, per colpa della tua ignoranza.
il futuro non è nelle mani di "gentaglia" come me?
no, è nelle mani di gente cresciuta con pane e marxismo come le giovani classi dirigenti di Cina e India! sveglia che c'è un mondo intero la fuori, ed è quasi tutto comunista e socialista, ancora oggi a 20 anni dalla "fine del comunismo"(LOL)

"Jean concordo assolutamente, e allo stesso modo evito di festeggiare la vittoria nella seconda guerra mondiale: quanti poveri tedeschi senza casa e senza lavoro, con le case distrutte, senza contare tutto il bene che avrebbe potuto fare Hitler al mondo e che gli fu impedito!"

ho usato lo stesso paragone per spiegare che è buono e giusto dire 1,10,100,1000 Nassyria... bravo...

domenico l'imperatore totalitario, certamente, ha però costruito le basi del diritto e della forma di stato che ancora oggi hanno gli stati "democratici".
studia, non ti farebbe certo male...

l'unico che è finito nella pattumiera nella storia è proprio reagan , il demente, come l'altra demente la tatcher farà presto.

fattene una ragione. gli anni 80 sono finiti da un pezzo e il comunismo non è caduto, come favoleggiavate 20 anni fa.

Jean Lafitte

Nacka said...

No, amigo. Gli unici che sono finiti nella pattumiera della Storia, con la maiuscola, siete voi. Die Anderen, gli altri. Lo stesso muro, i reticolati di filo spinato, le torrette sorvegliate dai Vopo, risvolto più immediato dello Stato di Polizia a vostro uso e consumo, sta lì a dimostrarlo.
Fattene una ragione. È l'unico modo che avete avuto per imporre la vostra immonda ideologia: rinchiudere interi popoli come polli in batteria e sterminarne a decine di milioni, alla bisogna, tanto per rinsaldare i cuori e rinnovare la fede collettiva nel vostro Moloch affetto da bulimia congenita.
Leggi tutti i libri che vuoi, frequenta tutti i professori Odifreddi che passa il triste convento nel quale viviamo, tutta gente dalla panza piena e dai marchi buoni, stile Brecht e Grass. Che parla da forte in nome dei deboli, a patto di mantenere intatte le rendite di posizione e restare forte, e gli altri deboli.
Gioca pure col socialismo utopistico, da Mao Zedong che trasformò la Cina popolare in una sorta di sconfinato Burundi spedendo al Creatore, direttamente e indirettamente, milioni e milioni di disgraziati (tanto per cambiare...) all'attuale porcilaia dove al liberismo più sfrenato fa da sfondo la totale mancanza dei più elementari diritti umani, prassi questa sì marxista-leninista. Continua a combattere la guerra di Piero nella tua ridotta e a sognare nuovi sol dell'avvenire. Almeno non lo fai imbracciando mitra come i Bulow Boldrini e i Sergio Segio, ed è già molto (ci sono modi e modi di morire, ma morire per il comunismo francamente NO).
Evita però di raccontar fregnacce: il tempo delle mele è finito da un pezzo. Se per te permane quello delle pere, affari tuoi ma, senza offesa, chissenefrega.

Nacka said...

Un'altra cosa, giusto per mettere in chiaro un aspetto fondamentale. La Storia, pattumiera inclusa, NON la scrivete voi. O almeno non più.

Jean Lafitte said...

caro Nacka nella pattumiera anzi no, nella fosse comune della storia ci state finendo voi. sommersi, inondati dalle masse di genti provenienti dall'africa , dall'asia, dall'america latina che avete affamato per decenni.

parlate di muri. e quello che c'è al confine tra Usa e Messico cos'è?

siete ridicoli e patetici, vivete in un mondo tutto vostro che è finito il secolo scorso.

su Mao. ha trasformato un paese diviso, sfaldato, invaso e conquistato, umiliato... nella prima potenza mondiale.
fattene una ragione, fatevene una ragione.
il comunismo è vivo e i comunisti sono oggi più di quell che c'erano 30 anni fa.
non volete accorgervene?
tanto meglio!

non ti preoccupare che a cancellare e riscrivere i vostri scarabocchi su wikipedia non ci vuole molto...

fatevene una ragione: siete vecchi, passati, dei dinosauri...

lotarino said...

. Obama, scusandosi per avere un’agenda già piena di impegni, ha gentilmente declinato l’invito. John F. Kennedy si rivolse ai berlinesi con la celebre frase “Siamo tutti berlinesi”. Nel 20esimo anniversario del più emozionante trionfo della libertà dell’ultimo secolo della nostra storia, Obama si rivolge ai cittadini di Berlino dicendogli: “Ich bin beschäftigt”, mi dispiace ma sono occupato.

forse obama nn aveva capito niente di tutto cio ero solo troppo impegnato...mah!
http://www.loccidentale.it/articolo/obama+diserta+la+festa+di+berlino+rinnegando+kennedy+e+la+guerra+fredda.0081278

Anonymous said...

E bravi i mei acculturati che si pavoneggiano di aver letto compreso e digerito la lezioncina. Voi ex e post comuinisti siete il PASSATO REMOTO, ai voglia a raccontar balle sulla vostra cazzo di cultura marxista, siete feccia, siete scarti, siete lo sfrido della civiltà.

Anonymous said...

" Nel 20esimo anniversario del più emozionante trionfo della libertà dell’ultimo secolo della nostra storia"

forse per lei sarà meno emozionante ma la presa di Berlino (!) alla fine della seconda guerra mondiale fu molto più importante e meno effimero.

bravo Obama a non perdere tempo con sta carnevalata.

anonymous vai a sfogare le tue frustrazioni in altro modo....

Viva il Comunismo, Viva la Libertà.

Jean Lafitte

Anonymous said...

parlate di muri. e quello che c'è al confine tra Usa e Messico cos'è?


E' un muro fatto per tenere la gente attratta dalle promesse di libertà e benessere degli USA fuori dal paese mentre quello che tu tanto rimpiangi era un muro per tenere dentro gli stolti che non apprezzavano la bellezza del socialismo reale.

Casualmente gli stessi messicani non vanno nei paradisi bolivarian-socialisti più a sud...

Domenico

Anonymous said...

Jean Lafitte, secondo te IO sarei frustrato dicendo l'ovvio, cioè che voi siete lo scarto della civiltà umana...?
Io non mi permetto di fare lezioni di morale a nessuno ne tantomeno di storia, non ne hai bisogno di maestri ne hai avuti a sufficenza di cattivi.
Tu invece sei solo un patetico rigurgito di storia ormai putrefatta, che serve soltanto a farci credere ancora di più nei valori democratici ed occidentali.

Anonymous said...

domenico crede di avere le risposte a tutto e invece scrive una cazzata dopo l'altra.

il muro di Berlino non fu costruito per evitare fughe (chi voleva aveva avuto tutto il tempo per andarsene in tutta tranquillità fino al 1961) e infatti le "fughe" furono ben poche: sei un ignorante e un asino.

i messicani non vanno a sud perchè la liberazione dei paesi a sud del messico non c'è il venezuela o il Brasile ma Guatemala e Belize. forse dovresti studiare un po' di geografia, asino!

Jean Lafitte