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Thursday, September 15, 2011

Un circo grottesco e pericoloso

Anche su notapolitica.it e taccuinopolitico.it

La credibilità di Berlusconi presso i suoi elettori è in caduta libera, soprattutto per le due manovre che contraddicono 17 anni di promesse e impegni, la stessa ragion d'essere della sua discesa in campo. Ma ciò non può farci chiudere gli occhi su un circuito mediatico-giudiziario che ha ormai oltrepassato qualsiasi soglia di decenza, persino il senso del ridicolo, ma quel che è più grave ha calpestato i più elementari principi di uno stato di diritto, nell'indifferenza degli organi di controllo e di garanzia, dal Quirinale al Csm.

C'è solo l'imbarazzo della scelta, a partire dall'ultimo scoop firmato Espresso: quel «vi scagionerò tutti» con il quale il premier rassicura Lavitola al telefono. I giornali nei loro titoli la riportano come fosse la prova regina, mentre in realtà proprio quella intercettazione fa crollare l'ipotesi accusatoria nei confronti dei Tarantini e dell'editore dell'Avanti. Basta leggerla: quella dell'estorsione è un'accusa che la presunta vittima ritiene ridicola e chi meglio della presunta vittima (se ci trovassimo in un Paese normale) può «scagionare» gli imputati? Certo, si può ipotizzare che i due sapessero, o immaginassero, di essere intercettati, e quindi abbiano preparato un copione perfetto per smentire le tesi dell'accusa, ma delle due l'una: o il dialogo è sincero, e allora il senso non può essere travisato: non c'è stata alcuna estorsione; oppure Berlusconi è complice dell'estorsione ai suoi danni, quindi imputabile di favoreggiamento.

Oltre al danno, la beffa: stavolta infatti Berlusconi è la presunta vittima, eppure anche questa inchiesta, guarda un po', sembra orchestrata apposta per danneggiare la sua immagine più che per tutelarlo da chissà cosa e da chissà chi. I pm ammettono che forse la loro procura non è territorialmente competente, ma vogliono interrogarlo lo stesso. Però come testimone, persona informata dei fatti, quindi non potrà nemmeno esercitare i diritti che si riconoscono agli imputati - come la presenza del proprio avvocato. Che la trappola sia pronta a scattare è ipotesi tutt'altro che infondata. In alcune ore di interrogatorio, sottoposti a decine di domande, non è poi così difficile ritrovarsi accusati di falsa testimonianza rispetto a qualsiasi cosa i pm ritengano di avere in mano.

Fa sempre una certa impressione, inoltre, un sistema giudiziario in cui di fronte alla richiesta di archiviazione da parte della pubblica accusa è il gip, cioè un giudice, che improvvisamente sveste i panni dell'arbitro e veste quelli di pubblico accusatore. Nel caso dell'intercettazione della famigerata frase di Fassino «abbiamo una banca» è molto probabile che ci sia stata una violazione del segreto d'indagine. Ma non può non scatenare sospetti e illazioni il fatto che proprio Berlusconi venga ora rinviato a giudizio solo per aver ascoltato una sola intercettazione riguardante un suo avversario politico, nonostante non risulti dalle indagini che ne abbia in qualche modo istigato o favorito la rivelazione, o che abbia dato indicazioni perché fosse utilizzata a suo vantaggio.

Mentre nessuno si azzarda nemmeno a ipotizzare illeciti per le decine e centinaia di file che lo massacrano da anni, intercettazioni quasi mai lecite e quasi sempre pubblicate in modo illegale. Nonostante i giornali siano ogni settimana pieni zeppi di sue conversazioni telefoniche, non un solo pm indaga su una violazione di segreto ai suoi danni, o sul perché le intercettazioni che riguardano il premier non vengano immediatamente distrutte, come impone la legge vigente, in quanto parlamentare (per utilizzarle ci vuole l'autorizzazione della Camera di appartenenza). Così come ci sono intere redazioni di giornali in servizio permanente effettivo come buca delle lettere delle procure, eppure l'unico giornalista indagato è il direttore di Libero Belpietro. E dove sono finiti tutti quelli che invocavano la libertà di stampa contro la legge sulle intercettazioni fatta naufragare la scorsa estate?

Va detto che ormai i magistrati hanno elevato a sistema il trucco con il quale aggirano le restrizioni di legge sulla pubblicazione delle intercettazioni, facilitando la vita ai giornalisti compiacenti: basta farle avere alla difesa, o inserire le intercettazioni sputtananti, anche se non penalmente rilevanti, nelle richieste al gip, che poi le copia-incolla nelle sue ordinanze, e click... da quel momento sono pubbliche. Il gioco è fatto. Di fronte a tali trucchi non c'è legge presente o futura che possa tenere, l'unico rimedio sarebbe l'azione disciplinare del Csm, che ovviamente però si gira dall'altra parte.

Le nuove inchieste che coinvolgono Berlusconi hanno questo in comune: da Ruby a Lavitola-Tarantini, non ci sono vittime, non ci sono danneggiati. L'amara realtà è che non ci troviamo più di fronte semplicemente ad un abuso delle intercettazioni telefoniche. E' sempre più evidente che le inchieste più improbabili vengono avviate unicamente allo scopo di dare in pasto ai media le intercettazioni più sputtananti per il premier, persino quando non indagato, e pazienza se nel tritacarne finiscono persone del tutto estranee. Solo per l'inchiesta "escort" di Bari sono state effettuate centomila intercettazioni. C'è davvero da chiedersi cosa sarebbe delle mafie in Italia se la magistratura impiegasse contro di esse le stesse risorse.

La condotta di Berlusconi, anche privata (se resa nota all'opinione pubblica con mezzi leciti), può e dev'essere giudicata politicamente, dagli elettori, ma queste storie non hanno davvero nulla di cui la magistratura debba occuparsi. La sensazione è che se ne occupi solo perché dispone dei mezzi di sputtanamento, di character assassination, che i nemici politici del premier non hanno: intercettare ad libitum.

19 comments:

Stefano said...

domanda però. Da 5000 anni a questa parte, le invasioni di campo di un potere nei confronti di un altro (senza pensare solo alle democrazie: chiesa e imperatore, ad esempio) si manifestano sempre quando uno degli altri è così corrotto, indegno, incapace di rappresentare gli interessi non dico del popolo, ma quantomeno di un'oligarchia.

all'estero simili scenari sarebbero impensabili, sono d'accordo. Ma perchè quando il potere politico è impresentabile, i media danno tutti addosso e, quando i magistrati arrivano al punto di dover prendere delle decisioni, solitamente il politico preso di mira (giustamente o ingiustamente, lo stabiliranno le indagini) s'è già dimesso da tutto.

il punto è quello che ho scritto sopra. "i media danno tutti addosso". Qui no. Causa conflitto di interessi. E non mi si metta a elencare programmi, testate, blog contro Berlusconi. Tg1 e Tg5 da soli coprono più spettatori di tutto il resto, compresa la carta del gruppo Espresso. Per non parlare della tv generalista e dell'infotainment.
E non mi si dica manco 'ma Berlusconi un paio di elezioni le ha perse'. E grazie, ma se corro i 100 metri contro Bolt, anche se lui ha un sacco di carbone sulla schiena probabilmente arriverà primo. Ma se gareggio con un atleta del mio livello, è più facile che vinca quello senza sacco in spalla.

A me piacerebbe davvero che, se un politico lo beccano al telefono con un boss della camorra, si dimettesse all'istante. E me ne sbatto del penale. Poi i magistrati indagheranno su un privato cittadino, e se le indagini dovessero dimostrare che al telefono si sono detti 'pronto pizzeria del sole, vorrei due margherite' 'scusi, ha sbagliato numero', il politico in questione venga riabilitato.
Ma sicuramente non avremmo magistrati in cerca di notorietà, come accade spesso anche all'estero quando il politico è in carica (vedi kenneth starr). E le indagini sarebbero più serene.

ma la condizione è che, quando un politico di un qualche colore fa una porcata, la stampa E LA TV gli diano addosso. Io delle presunte porcate di penati ho letto sul fatto, su repubblica, sul corriere e non so su quanti blog di 'sinistra'. Vorrei vedere mezza porcata del premier sul tg1 e sul tg5, o da vespa. Poi ridiscutiamo tutto.

Anonymous said...

Bravo, Federico, hai completamente ragione. Purtroppo, questo modo di ragionare civile è estraneo alla vita pubblica italiana (ivi compreso il mondo del giornalismo). Ed è chiaro che uno dei principi insiti nel sistema democratico, 'checks and balances', in Italia è saltato: il premier abusa delle sue funzioni, il Parlamento pure (nell'uso estremo del proprio potere legislativo, federalizzando uno Stato che la Costituzione non voleva federale; ed anche amministrando direttamente la RAI, in dispregio del referendum del '93 che ne decise la privatizzazione), e la magistratura finge soltanto di essere terzo potere, essendosi ormai collocata in una posizione di controllo a posteriori sulla legittimità del sistema politico, il quale non risponde se non debolmente agli elettori, mentre puó essere censurato e condizionato pesantissimamente dalle Procure e dai Tribunali. Se al posto dei magistrati vi fossero, come in Turchia, i militari (garanti dell'ordine costituzionale e della laicità dello Stato), si griderebbe all'eversione. Dato che in Italia governa Berlusconi, moltissimi, non solo a sinistra, si bendano gli occhi ed ingoiano questa forma di autoritarismo mascherato da potere inquirente. C'è una sola chance che le future maggioranze riformino la giustizia?

JimMomo said...

Commenti civili, per fortuna.
@ Stefano: la classe politica è quello che è, e non è questo post la sede per dilungarsi sulle cause, per lo più culturali e istituzionali. Ma se all'estero si dimettono "all'istante" è anche perché la magistratura non è così screditata come da noi. Troppe volte inchieste clamorose si sono sgonfiate dopo lo sputtanamento; troppi anni di galera o di processo per poi uscirne da innocenti.

all'anonimo: non c'è chance, la forza (consenso politico e risorse economiche) che aveva Berlusconi per resistere agli attacchi e riformare il sistema non l'avrà più nessuno. E ciò se vuoi aumenta le sue responsabilità.

Stefano said...

@jimmomo
già. Occasione sprecata, quella di Berlusconi. Diciamoci la verità, io nel '94 non ci credevo di già. Mi pareva un piazzista. Ma non pensavo COSI' tanto.

In democrazia in genere le opposizioni, per sopravvivere e tornare a governare, devono tararsi quanto meno sulla forza della maggioranza. Il new labour di Blair è nato sotto la Tatcher. Clinton ha fatto fortuna anche perchè s'è trovato come apripista Bush Padre (di ben altra levatura rispetto a quel coglione del figlio) che aveva sistemato il debito, bruciandosi la rielezione (chiamasi 'statista' un tizio che per il bene del paese si gioca un mandato).

qui abbiamo avuto 40 anni di DC, che, essendo sempre al governo, è decaduta sempre di più. E poi Berlusconi, che ne faceva talmente tante che agli avversari bastava dire 'quello è il lupo cattivo' per continuare a galleggiare.

se, come speravo anni fa, Berlusconi fosse stato credibile in una 'rivoluzione liberale', anche solo abbozzata, certi dinosauri (o coglionazzi, ce ne stanno pure più giovani) di sinistra sarebbero spariti, lasciando il posto a gente che sapeva il fatto suo.
E a sua volta, si sarebbe trovato il posto per una destra moderna e laica (i pacs in Spagna, tanto per dire, li ha fatti Aznar, mica Zapatero).

un'occasione perduta. E adesso?

Cachorro Quente said...

Sto seguendo poco le attuali linee di inchiesta, ma l'impressione che la magistratura abbia definitivamente perso la trebisonda si insinua anche in me.

Resta il fatto che tu minimizzi troppo l'importanza di ciò che si sta scoprendo da due anni a questa parte su Berlusconi. L'eventuale rilevanza penale (prostituzione minorile ecc.) è il meno, e questo è il problema dell'azione della magistratura; il fatto è che il circo di favori e la corte dei miracoli attorno a Berlusconi è strettamente correlato al fallimento del suo progetto politico.

Allo stesso modo: perchè Berlusconi, di fronte all'attuale crisi, non si mette da parte come ha fatto Zapatero? Non penso che sia per differenze psicologiche tra i due leader, ma perchè il potere politico, mediatico ed economico che ha Berlusconi gli permetterà di rimanere saldo al potere più di quanto ragionevolmente attendibile.

La vera anomalia del "sistema paese" italiano rimane questa concentrazione di potere.
Chi ha appoggiato Berlusconi finora ha la colpa di aver minimizzato questo fattore.

Anonymous said...

A Stefano e a Cachorro Quente: i) non a caso - per disperazione credo - continuate con i riferimenti agli USA ed alla Spagna; ii) purtroppo, il paragone serve soltanto a lenire le frustrazioni, facendo intravvedere delle soluzioni che, altrove, sono state realizzate; iii) quanto agli USA, si tratta di un sistema fondato sulla contraddizione permanente e dinamica tra i vari poteri (presidente, congresso, stati, governo federale, potere giudiziale); iv) ció vuol dire che negli USA il conflitto tra poteri non dà scandalo, ma semplicememente innesca un processo di risoluzione arbitrato, a vari livelli, dai tribunali, dall'esecutivo o dal congresso, e che sempre e comunque si arriva ed un esito che, condiviso o meno, viene rispettato da tutti (vedi sentenza della Corte Suprema sull'elezione di GW Bush, a dispetto dei voti non conteggiati in favore di A. Gore, che sarebbe stato altrimenti il presidente eletto); v) inoltre, come tutti i sistemi di common law, gli USA non conoscono alcuna forma di immunità o di protezione dei parlamentari e di altri politici dal potere inquirente e giudiziario (durante la presidenza GW Bush, vari furono i congressmen arrestati e condannati per infrazioni alle norme sul finanziamento elettorale, interesse privato o corruzione, e nessuno se ne scandalizzó); vi) quanto alla Spagna, questo Paese ha avuto la fortuna storica di non avere la Santa Sede, ma (dopo l'Inquisizione) l'Opus Dei che, nonostante il suo noto tradizionalismo ed oscurantismo religioso, promuove la formazione delle élite, nel mondo cattolico, nel privato e nella cosa pubblica; ció spiega le profonde riforme modernizzatrici (privatizzazioni, infrastrutture, stato sociale moderno, amministrazione pubblica, regionalismo temperato) attuate dal governo Suárez - all'indomani del franchismo - e proseguite in seguito dal governo del PSOE di Gongález, che non fu immune da corruzione, ma seppe amministrare da una prospettiva di socialdemocrazia illuminata. La modernizzazione toccó anche le élite del PP, che espresse Aznar, un ex funzionario dello Stato il quale da 'inspector de finanças', conosceva la macchina statale ed amministró bene - promuovendo il boom economico che precedette la crisi del 2008 - prima di inciampare negli attentati di Atocha, che lo estromisero dal governo contro tutti i sondaggi.
In entrambi i casi, USA e Spagna, siamo davanti a sistemi-Paese che funzionano, in cui le forze della modernizzazione non sono, come in Italia, paralizzate. I governatori degli stati federati degli USA - ed i loro pochi collaboratori -sentono il fiato degli elettori assai più dei politici delle nostre regioni. E devono contentarsi di stipendi modesti, dai 4000 ai 7000 dollari, per 12 mesi, tutto compreso, residenza del governatore a parte. L'ex governatore dell'Illinois (stato del presidente Obama) è stato arrestato e condannato (ed è ancora dentro) per aver discusso telefonicamente di 'compensi' per la copertura del seggio senatoriale che fu di B. Obama ... In Spagna, i deputati guadagnano circa 6000 euro mensili; i consiglieri e membri dei governi delle comunità autonome (regioni) di meno. In breve, non solo si tratta di sistemi diversi, ma la cultura politica di questi Paesi è molto diversa ed io sospetto anche che il pubblico sia assai meno cinico di quanto lo sia l'elettore italiano medio ...

JimMomo said...

Tutto molto bello, caro anomimo, ma mi sono davvero stufato di sentir parlare degli Usa sempre in modo incompleto. "Come tutti i sistemi di common law, gli Usa non conoscono alcuna forma di immunità o di protezione dei parlamentari e di altri politici dal potere inquirente e giudiziario". Certo che no, ma vogliamo anche dirlo che negli Usa il "potere" inquirente non è indipendente ma è sotto il controllo o dell'esecutivo o dell'elettorato? Vogliamo dirlo che negli Usa un tipo come Woodcock sarebbe stato licenziato in tronco alla prima inchiesta vip finita nel nulla? Negli Usa se un magistrato accusa un parlamentare che poi si rivela innocente, si ritrova a pulire i cessi, qui da noi diventa famoso ed entra in politica. Negli Usa se un'intercettazione trapela ti tolgono il caso; se l'accusa perde in primo grado non può ricorrere in appello. Negli Usa quando si sbaglia saltano le teste. Questo PREVIENE gli abusi da parte dei magistrati e difende la credibilità del loro operato. Ecco perché quando parte un'inchiesta di solito (ma non sempre) si fa un passo indietro. Ma di che stiamo parlando? Togliamo pure immunità e protezioni ai parlamentati, ma copiamo integralmente il sistema giudiziario e il diritto penale Usa.

Cachorro Quente said...

Jimmomo, cioè che dici è vero solo a metà. Negli Stati Uniti gli inquirenti sono sicuramente più "accountable", ma il fatto che la loro carica sia elettiva li rende sicuro più politicizzati, per forza di cose.

Faranno le loro inchieste con più professionalità, ma i voti li conquistano con gli scalpi di colletti bianchi e pezzi grossi politici. La corruzione e il corporate crime del resto sono puniti con pene draconiane, ignote nel nostro paese.
Se prendessimo in toto il sistema giudiziario americano, Berlusconi non avrebbe superato i tempi della Milano da bere.

JimMomo said...

Che i voti li cerchino perseguendo i "pezzi grossi politici" e che corruzione e corporate crime siano puniti severamente non è un problema. Anzi... Ma se sbagliano, pagano in prima persona, quindi sono costretti a valutare le possibilità di vittoria in aula e questo già è una garanzia. Poi rispetto all'Italia c'è più parità tra accusa e difesa e terzietà del giudice.

Stefano said...

a me non fa impazzire la parità tra accusa e difesa. La possibilità di trovare un pm che ti odia, per il comune cittadino (le leggi si fanno nell'interesse generale, non arcoriano), è molto minore di avere un pm che, se in possesso di una prova che ti scagiona, la chiude in un cassetto. Perchè negli USA il pm non è giudice, il suo compito è dimostrare la colpevolezza dell'IMPUTATO, mentre in Italia è la colpevolezza del COLPEVOLE. E molti pm chiedono infatti l'assoluzione, se nel dibattimento si convincono che l'imputato in realtà è innocente.

cmq, al netto di prescrizioni, depenalizzazioni eccetera, quanti pm hanno preso cantonate madornali su berlusconi?

la mondadori è stata comprata con una sentenza. La gdf di roma corrotta. Mills è stato corrotto. (ho elencato le passate in giudicato) Non mi pare così strano indagare sul maggior beneficiario di quei fatti. Se litigo da 10 anni con mia moglie tutte le sere e un giorno la trovano sgozzata al parco, mi pare il minimo che il pm di turno indaghi su di me.

Anonymous said...

Grazie per aver completato il mio pensiero, con osservazioni che condivido. Per essere assolutamente precisi, le procure USA sono di origine elettiva, per quanto riguarda i titolari degli uffici (che in seguito lavorano con avvocati di propria scelta assunti per la bisogna, e con parte di quanti sono già membri dell'ufficio in quanto deputy district attorney) a livello degli stati federati, dove vi è un District Attorney per ogni contea e/o città, nel caso delle città più grandi. A livello federale, il District Attorney non è elettivo, ma nominato dal Ministro della Giustizia. Anche questa figura si avvale di avvocati, in genere con contratto a tempo determinato. Ma ció che realmente importa - e vale la pena di precisarlo - è che il sistema americano riconosce in modo transparente la funzione politica della pubblica accusa, dato che: i) è impossibile perseguire tutte le violazioni di legge; ii) il diritto penale per sua natura sanziona infrazioni alle norme sociali del Paese in cui vige; iii) perseguire prioritariamente, con più mezzi ed attenzione, un reato invece di un altro, è una scelta politica (nel senso greco di polis tukès, etica collettiva).
Ovviamente quasi nessuno pone, in Italia, il problema della giustizia in questi termini: i Berlusconiani invocano la giustizia giusta in modo strumentale, per proteggere la propria parte politica; i loro nemici politici si fanno schermo delle decisioni politiche delle procure per demolire il capo del governo e beneficiare di vantaggi elettorali.
In tutto ció, la corporazione dei magistrati esercita un ruolo che va al di là dell'applicazione della legge, in quanto le Procure agiscono in base a criteri opachi ed arbitrari, fonte di immensi sprechi e di disagio sociale.
Infine, sono d'accordo sul fatto che, se si volesse davvero fare questa scelta, del sistema americano si dovrebbe importare ogni aspetto, non solo quelli che ci aggradano, compreso il grado di giudizio unico ed il patteggiamento esteso a circa il 90% dei reati. Mi rimane un dubbio: quanti loschi figuri, torvi avventurieri e politici riciclati concorrerebbero alle elezioni per procuratore di distretto?

JimMomo said...

"a me non fa impazzire la parità tra accusa e difesa". Vabbè, ciao Ste', ti mancano le basi per continuare. Oppure mancano a me...

Stefano said...

il 'parità tra accusa e difesa' a cui mi riferisco è proprio quel particolare. Il pm deve accusare l'imputato, al di là delle sue considerazioni personali sulla sua colpevolezza. Come l'avvocato difende il cliente. S'è mai visto un avvocato che si alza a un certo punto e dice 'signor giudice, il mio assistito ha accoltellato la moglie, e l'arma è sotto la terza piastrella della cucina, me l'ha detto ieri'.

no, ovviamente, compito dell'avvocato è difendere il cliente, fosse pure Satana.

stessa cosa al pm quando è 'avvocato dell'accusa'.

qui invece capita che se un pm si convince dell'innocenza dell'accusato, chieda al giudice di assolverlo.

come dire, hai un giudice in più.

gip, gup, pm, primo grado (qui dipende), appello (idem) e cassazione. Insomma, UN SACCO di persone diverse che ti giudicano, e basta che pochissime di queste siano convinte della tua innocenza e sei assolto.

il contro sono processi che durano 15 anni, e una certa debolezza della difesa dal lato delle indagini, compensata però da una serie di 'cavilli', brutta parola che però sancisce che da noi il diritto è superiore alla giurisprudenza (non succede nei paesi anglosassoni), per cui hai molte possibilità di farla franca.

personalmente ci sono parecchie cose che cambierei nella giustizia italiana. Ma parecchie. Ma per cambiarle ci vorrebbe una classe politica che pensasse al bene del paese e a far funzionare la giustizia, non a farla franca e fare consenso prendendosela con i deboli. Ieri o l'altro ho letto sul Corriere che un etiope, per aver danneggiato una pianta mentre raccoglieva dei fiori alla fidanzata, rischia quasi 5 anni. All'incirca quel che rischia un Penati, ad occhio.

Ora, creare un sistema di potere e tangenti e rovinare un cacchio di oleandro. Una classe politica che ha previsto pene simili per due reati del genere, come può sistemare la giustizia (e va che non mi riferisco solo al pdl, magari...)

Jean Lafitte said...

" la stessa ragion d'essere della sua discesa in campo. "

la ragione d'essere era ripulirsi dai debiti, pararsi il culo dai processi e accumulare ancora più potere. nessun altro.

Jean Lafitte said...

hai ragione stefano la parità tra accusa è difesa è un falso mito. nel nostro sistema è tutto sbilanciato a favore dell'imputato. basta vedere la prossima futura, scandalosa, assoluzione dell'assassina amanda knox.

"Commenti civili, per fortuna."

i commenti in cui spiegavo per quale motivo la Cina è , oggi più che mai, un paese comunista erano civilissimi. così come quelli in cui spiegavo che Rampini è tutto meno che un'autorità della sinologia.

Marcantonio said...

Se fosse vissuto nel XVIII secolo, Lafitte sarebbe stato tra la folla vociante in place de la Bastille a vedere le teste cadere, a furor di popolo e senza diritti. A quell'epoca, del resto, il ricorso ad un avvocato dipendeva da apposita concessione del ministro della giustizia. Se A.Knox fosse davvero un'assassina, compete al tribunale deciderlo. E se le prove dell'accusa fossero giudicate inaffidabili, sarebbe giusto e civile assolverla (in dubio pro reo).
A Stefano: la parità tra accusa e difesa è un cardine essenziale dello stato di diritto. In particolare, senza un giudice davvero super partes - come tende ad esserlo quello britannico o americano - non vi è presunzione di innocenza che tenga.
Il PM non è imparziale: è parte (la teoria della parte imparziale non regge); ha un interesse preciso nella credibilità delle accuse formulate dal proprio ufficio, sulla base di indagini che il PM stesso ha autorizzato ed integrato nell'atto di rinvio a giudizio. Ed, in Italia, il giudice è legato al PM da un rapporto di colleganza, che tende a smussare gli angoli (non sempre, ma spesso) e ad accordare all'accusa una presunzione di validità.
I vari gradi di giudizio sono un'aberrazione, la negazione del principio che vuole che giudizio e sentenza definitiva (ne bis in idem) arrivino a poca distanza del factum sceleris. In Italia, Appello e Cassazione servono: i) ad annacquare la sentenza di primo grado o a correggerla nei casi in cui il tribunale sia stato di manica larga con le richieste dell'accusa; ii) a giustificare un apparato giudiziario rigonfio di magistrati che beneficiano di lauti stipendi ai livelli elevati della propria (semi-automatica) carriera.
In pratica, i reati che comportino una pena pronunciata inferiore a 6 anni sono già stati depenalizzati di fatto (nessuna reclusione), proprio perché il sistema è sbilanciato in favore derlle indagini e dell'accusa inizialmente formulate (ed enfatizzate dai media, grazie alle fughe ed alle tecniche descritte sopra da JimMomo).
Quanto serio e civile è un sistema del genere?

Jean Lafitte said...

la parità non può esistere se una delle parti deve portare anche prove a discarico e l'altra non deve portare prove a carico, ovviamente.

per ora l'unico tribunale che ha giudicato la knox l'ha giudicata colpevole. rimane aberrante il fatto che un collegio non accordi un ulteriore analisi per eliminare tutti i dubbi.

nel sistema italiano, il sistema è tutto sbilanciato a favore dell'imputato. se per esempio ci fosse abolito il divieto di riformatio in peius allora si che si potrebbe ridurre di molto l'organico dei giudici e avere processi molto più veloci. altra cosa che si potrebbe fare per velocizzare è eliminare la prescrizione.

Cachorro Quente said...

Riassumendo le impressioni che mi sono fatto questo fine settimana: ci troviamo di fronte a uno scontro tra la magistratura, che ha messo in piedi risorse sproporzionate per inchiodare Berlusconi (su fatti che però ormai nessuno può dire che non abbiano rilevanza penale; reati - induzione, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione, più eventuale corruzione - di cui B. può non essere responsabile, ma in cui è innegabilmente coinvolto, più di quanto ragionevolmente concesso a un'alta carica dello stato), e Berlusconi, che ha impiegato per anni l'intera macchina legislativa per difendersi dai processi ed ha ridicolizzato con il suo comportamento, con la sua incompetenza e le sue scelte disastrose l'intera Italia.

Se ci fosse da scegliere tra PM e Berlusconi, io mi turerei il naso e sceglierei i PM (la risoluzione dell'anomalia berlusconiana è una priorità); ma secondo me questa è una falsa dicotomia. Perchè lasciare che Berlusconi rimanga al potere vuol dire non solo mantenere vivo il vulnus che la sua presenza costituisce al funzionamento della democrazia, ma anche rendere impossibile una riforma della giustizia, sia perchè è inaccettabile qualsiasi proposta che venga avanzata dai suoi sgherri e dai suoi avvocati difensori, sia perchè il DNA di quanto c'è di non berlusconiano nella maggioranza di governo è giustizialista e forcaiolo (ricordo che poco prima dello scandalo escort Berlusconi si stava personalmente impegnando in una crociata contro la prostituzione che prevedeva la persecuzione dei clienti oltre che degli sfruttatori, per non parlare la lotta contro la prostituzione di strada combattuta a parole fin dalla precedente legislatura).

Quindi non si sceglie tra magistratura e Berlusconi. Si sceglie tra assistere a questo scontro incancerito tra poteri, oppure voltare pagina. L'obiettivo di chi ha potere in merito è di spingere Berlusconi a farsi da parte, e mettere in piedi un governo tecnico mantenendo l'attuale maggioranza di centro-destra fino alle elezioni del 2013. Se c'è da sporcarsi le mani garantendo sotto banco qualche forma di immunità al presidente del consiglio, non penso che siamo nelle condizioni di fare gli schizzinosi.
La situazione per una volta in Italia è seria oltre che disperata.

Stefano said...

più che altro, una volta uscito di scena il puparo, bisognerebbe mettere davvero mano alla giustizia, ma in forma seria.

le armi di cui si dotano i vari poteri dello stato vanno sempre lette in doppia chiave.

l'uomo più potente del pianeta, adesso il sig. Obama, ha un limite di due mandati, e non può nemmeno chiedere la fiducia al parlamento. Però può galleggiare anche con un senato ostile. Inoltre c'è una corte suprema che nessuno discute, anche se sono gli stessi presidenti a nominarne i membri se non erro. In questo modo gli americani hanno la certezza che un presidente dispotico non potrebbe trasformare l'Unione in una dittatura.

dare troppo poteri al premier, al parlamento o alla magistratura può essere un palliativo del momento, ma non dobbiamo dimenticarci che le vittime di oggi possono essere i carnefici di domani.

a chi dice che la casta politica deve essere intoccabile e i magistrati devono andare a farsi friggere, dico: e se un domani, magari tra 20 anni, una combriccola di farabutti andasse al potere? L'Italia andrebbe in dittatura, non ci sarebbe nessun contropotere.

stessa cosa per i fanboy dei magistrati, che ora pensano che i farabutti stanno al potere: se dotassimo di tutti i poteri i magistrati, chi ci dice che potrebbe nascere un csm che avrebbe in sè non solo il potere giudiziario, ma avrebbe veto sul legislativo e l'esecutivo, ovvero comanderebbe davvero il paese?

la democrazia NON E' il governo della maggioranza. E' un sistema di pesi e contrappesi che regola l'ESERCIZIO del potere, in modo che sia bilanciato, e eviti pericolose derive in ogni senso.

se sono maggiormente pro magistrati, è solo perchè storicamente il pericolo maggiore per le democrazie è venuto dall'esecutivo. Hitler o Mussolini non erano magistrati. Manco Pol Pot e Stalin.

però ci sono cose che nella magistratura italiana mi piacciono ben poco.