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Sunday, February 29, 2004

Com'è difficile diventare riformisti
Si interroga Michele Salvati sul Corriere della Sera:
«I politici della sinistra riformista sono soli e gli intellettuali di sinistra o stanno in silenzio o si mobilitano su posizioni estreme: così ha scritto Galli della Loggia sul Corriere mercoledì 25. Difficile non essere d'accordo. (...) Questo Paese non ha mai conosciuto, nonostante il grande Cattaneo, una robusta intellettualità liberale, raziocinante e riformista, di destra o di sinistra: nulla di paragonabile a Francia e Gran Bretagna».
I perché - «In ultima analisi una politica riformista non è cool, direbbero gli inglesi, non è entusiasmante: Tony Blair ha dovuto usare dosi massicce di spin doctoring per rendere appetibile la sua Terza via. Insomma, dà un grande ruolo al cervello e uno piccolo al cuore. È difficile, impegna in ragionamenti che tirano in ballo compatibilità e incompatibilità, effetti non voluti o perversi. Esige conoscenze e specializzazione. Richiede di pensare in termini di sistema, economico, internazionale o altro. Anche il riformismo più coraggioso potrà sempre essere accusato di moderatismo o di sconfinamento nel campo avversario. E questo fa sì che "vendere" un riformismo serio, sia agli elettori, sia agli intellettuali, non sia per nulla facile. (...) Gli ostacoli principali, per gli intellettuali di sinistra, sono i tre seguenti. Il primo ha a che fare con le idee ricevute: oggi non si trova un marxista nemmeno a pagarlo, ma rimanenze profonde di una visione che sembrava rendere "scientificamente" fondate trasformazioni radicali dell'economia e della società sono rimaste. Insomma, è rimasto il radicalismo anche se è stata messa da parte, senza troppo riflettere, la grande teoria che lo fondava. (...) Il secondo ha a che fare con una genuina indignazione per come vanno le cose, in Italia e nel mondo, per le ingiustizie, le nefandezze, le stupidità (...). Il terzo ha a che fare con la formazione prevalentemente umanistico-filosofica degli intellettuali di sinistra: nel loro mestiere trattano di idee e valori non di società e di economia, e questo non li predispone certo ad accettare gli argomenti dei riformisti».
Ma "Dov'è la sinistra riformista se nessuno è disposto a seguire Blair sull'Iraq?"
il Riformista

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